Dopo la prima apertura del CIO al rinvio dei Giochi, Canada e Australia “salgono sull’Aventino”: le due nazioni non manderanno atleti se le Olimpiadi di Tokyo 2020 non verranno spostate all’anno prossimo.

OLIMPIADI TOKYO 2020: SI VA VERSO IL RINVIO, LA SITUAZIONE

Anno bisesto, anno funesto. Nella tradizione popolare questa frase riecheggia come un mantra, ma nessuno di noi gli aveva dato troppo credito. Almeno fino al 2020, un anno sin qui davvero funesto: l’epidemia da coronavirus ha causato migliaia di morti, mettendo in ginocchio il sistema sanitario italiano (ed europeo) e bloccando di fatto ogni attività sportiva. Il calcio è stato l’ultimo ad arrendersi e, mentre team e federazioni sperano di riprendere e ipotizzano date, i tifosi in cuor loro sperano che non si riprenda mai, perchè non ci sarebbero le condizioni per gareggiare e… tifare. Una situazione simile sta avvenendo anche con le Olimpiadi: tifosi e comitati olimpici nazionali spingono per il rinvio al 2021, la triade CIO-organizzatori di Tokyo 2020-governo del Giappone invece insiste per disputarli, e per farlo quest’anno. Nelle scorse settimane i Giochi sono stati confermati a più riprese, salvo poi arrivare a una prima apertura per il rinvio. Un’apertura arrivata ieri, e dopo una concitata conference call: il CIO e gli organizzatori di Tokyo 2020 si sono presi una finestra temporale di quattro settimane per decidere se rinviare le Olimpiadi, e in quale data disputarle, perchè probabilmente gareggiare a luglio non sarà possibile, visto lo stato dell’epidemia e le gare cancellate. Il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe ha spiegato così la decisione: “Se diventa difficile organizzare i Giochi secondo il programma iniziale, dobbiamo decidere di posticiparli, dando la priorità alla salute degli atleti. Anche se il Cio avrà l’ultima parola sulla decisione finale, siamo d’accordo sul fatto che una cancellazione dell’evento non rappresenta un’opzione”.

OLIMPIADI TOKYO 2020: CANADA E AUSTRALIA BOICOTTERANNO I GIOCHI!

Una decisione che non è piaciuta a tanti comitati olimpici, che continuano e continueranno a spingere per un rinvio drastico delle Olimpiadi. Da Tokyo 2020 a Tokyo 2021, per quella che sarebbe una decisione auspicabile, che consentirebbe agli atleti di riprendere la preparazione con più calma e allo sport di riassestarsi dopo mesi di stop e perdite economiche non indifferenti. Certo, per il Giappone e per Tokyo non sarebbe facile far slittare di un anno l’evento, visti gli ampi esborsi economici e l’allestimento già avviato, ma sarebbe oltremodo giusto non disputare le Olimpiadi quest’anno. Per rispetto verso i morti, i malati e tutti coloro che hanno sofferto per il coronavirus. E invece, paradossalmente, CIO e organizzatori sembrano vedere il rinvio di un anno come l’extrema ratio, forse addirittura dietro alla cancellazione dei Giochi (che non avviene dalla 2a Guerra Mondiale, che fece saltare i Giochi di Tokyo 1940: ecco perchè Tokyo è terrorizzata e vuole gareggiare a tutti i costi). Ecco perchè alcune nazioni hanno deciso di forzare la mano. Con una nota arrivata nella notte italiana, il Canada ha dato il via al braccio di ferro, annunciando che se i Giochi non verranno spostati di un anno, non manderà atleti alle Olimpiadi. Una decisione forte, subito seguita dall’Australia, che ha comunicato ai suoi atleti di prepararsi per “i Giochi di Tokyo 2021”: anche la terra dei canguri spingerà per il rinvio di un anno, privilegiando “la salute degli atleti”. E, almeno in modo informale, hanno caldeggiato questa situazione anche Brasile, Norvegia ed Olanda. Un’autentica salita sull’Aventino dei comitati olimpici nazionali, che potrebbero “scegliere” al posto di CIO e organizzatori: delle Olimpiadi senza atleti e nazioni leader farebbero più male al movimento sportivo di un rinvio al 2021. E dunque, chissà che da qui a un mese non ci si ritrovi a commentare lo slittamento di un anno dei Giochi di Tokyo 2020.

Aggiornamento delle 18 – Anche la Gran Bretagna e la Federnuoto statunitense stanno per annunciare l’intenzione di boicottare le Olimpiadi se non verranno rinviate al 2021. Si sta formando un autentico fronte comune per mettere alle strette il CIO e il comitato organizzatore di Tokyo 2020.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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