Alvise De Vidi campione plurimedagliato (15 medaglie ai Giochi) nell’atletica leggera e nuoto paralimpici.

La vita di Alvise De Vidi
Il 30 aprile 1966 nasce a San Biagio di Callalta Alvise De Vidi. A 17 anni avviene la svolta nella vita di Alvise quando dopo un tuffo e l’impatto violento con il fondale troppo basso, ne provoca la frattura delle vertebre del collo con paralisi immediata. La lesione si dimostrerà molto grave e la diagnosi sembra portare alla tetraplegia e una vita immobile. Per Alvise il desiderio di vivere una vita dignitosa è più forte della resa incondizionata al destino e perciò, in un centro di riabilitazione, si avvicinerà al mondo sportivo cominciando dal nuoto. Nel 1986 dopo i primi allenamenti e le prime gare in piscina, scopre il suo grande amore, l’atletica leggera: il campo è adiacente alla piscina di Cittadella che frequenta e vede spesso passare dei ragazzi che vanno e vengono con strane carrozzine. Alvise è molto incuriosito, a tal punto da avvicinarsi a uno dei ragazzi in pista e chiedere cosa stesse accadendo e dopo aver preso in prestito una carrozzina usata scopre che l’atletica paralimpica gli permette di socializzare e intrattenersi con altri atleti, decisamente più stimolante rispetto all’ambiente solitario e chiuso della piscina.
Alvise de Vidi e le imprese sportive
Alvise De Vidi partecipa a 7 edizioni delle Paralimpiadi, vincendo 15 medaglie.
Nel primo periodo pratica sia nuoto sia atletica. Il nuoto porta alla prima grande soddisfazione: vince l’oro alle Paralimpiadi di Seul 1988 nei 25m farfalla e il bronzo nella staffetta 4x100m.
Nel 1990 decide di concentrare tutte le proprie forze esclusivamente sull’atletica paralimpica, specializzandosi nei 100m, 200m, 400m, 800m, 1500m e nella maratona, la distanza che gli porterà anche le più grandi soddisfazioni. Nel 1992 entra già nel giro della Nazionale e alle Paralimpiadi di Barcellona 1992, vince la medaglia di bronzo negli 800m; agli Europei di Helsinki 1994 è 3° nei 200m. in breve tempo Alvise De Vidi diventa l’atleta rappresentativo e di punta dell’atletica paralimpica italiana, insignito anche del Collare d’oro al merito sportivo: alle Paralimpiadi di Atlanta 1996 conquista due ori nei 400m e negli 800m e un argento nei 1500m; ai Mondiali di Birmingham 1998 vince tre argenti in maratona, 400m e 800m con anche un bronzo nei 200m.
A Sydney 2000 Alvise De Vidi è al massimo della forma e conquista il suo bottino più alto alle Paralimpiadi. Per la prima volta conquista l’oro nella maratona, poi negli 800m e nei 1500m; l’argento nei 400 metri e il bronzo nei 200m.
Il ricco medagliere lo porta il 27 dicembre 2000 a diventare Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana e nel 2001 il Coni lo premia come uno dei 12 migliori atleti italiani del Novecento.
I successi continuano ad accumularsi: nel 2002 Alvise ai Mondiali di Lilla vince due ori in maratona e 800m, un argento nei 1500m e un bronzo nei 400m. Agli Europei di Assen 2003 raccoglie l’oro nei 1500m, l’argento nei 400m e il bronzo negli 800m.
Ad Atene 2004 vince nuovamente l’oro nella maratona e conquista il bronzo nei 200m.
Nella cerimonia d’apertura dei IX Giochi Paralimpici Invernali di Torino 2006, diventato ormai monumento dello sport Azzurro, porta il tricolore nello stadio passando poi la consegna agli alzabandiera.
La carriera su pista non è ancora arrivata alla conclusione: alle Paralimpiadi di Londra 2012 conquista la medaglia d’argento nei 100m; ai Mondiali di Lione 2013 porta a casa due bronzi nei 100m e nei 200m; agli Europei di Swansea 2014 sale sul terzo gradino del podio nei 400m.
L’avanzare dell’età non sembra fermare la fame di vittorie di Alvise, nel 2016 a 50 anni, agli Europei di Grosseto vince l’argento nei 400m e nei 100m si ferma a un passo dal podio, al 4°posto.
Alvise De Vidi è anche capitano della Nazionale italiana di rugby in carrozzina, gli è stato intitolato il palasport di Olmi, la frazione di San Biagio di Callalta dove continua a vivere.
Alvise de Vidi continua ad essere esempio di tenacia, coraggio, forza e resilienza: lo sport ha permesso a lui come a tanti altri di trovare le motivazioni per migliorare le proprie condizioni di vita. Lo sport porta con la sua natura sia soddisfazioni che delusioni, ma entrambe allo stesso modo aiutano a crescere e a formare ricordi indelebili. Grazie al sacrificio, all’allenamento e alla condivisione Alvise De Vidi continua la sua carriera sportiva e si conferma un esempio da seguire per tantissimi giovani e sportivi.
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