Slittino Sandra Robatscher: abbiamo intervistato l’atleta che, dopo 23 anni dall’ultima azzurra, ha trionfato ad Altenberg in Coppa del mondo, entrando così nella storia come quinta italiana ad imporsi nella competizione internazionale.
SLITTINO SANDRA ROBATSCHER: “UN’EMOZIONE POTENTE VINCERE IN CDM, MA RIMANGO CON I PIEDI PER TERRA”
Dopo 23 anni dall’ultima vittoria italiana in Coppa del mondo, la storia dello slittino femminile azzurro vede aggiungersi un altro nome a quelli di Maria Luise Rainer, Monika Auer, Veronika Oberhuber e la leggendaria Gerda Weissenstainer.
Il 3 febbraio 2019, infatti, Sandra Robatscher si è imposta a sorpresa nella tappa tedesca di Altenberg con il tempo di 53.932 davanti alla campionessa teutonica Natalie Geisenberger e alla russa Viktoriia Demchenko.
In occasione di questo storico evento, abbiamo intervistato la giovane slittinista azzurra, classe 1995.
Grazie alla tua vittoria in Coppa del Mondo – sei la quinta nello slittino italiano a riuscire nell’impresa – come ci si sente a entrare nella storia?
È una bella sensazione sapere di essere riuscita a impormi in World Cup dopo così tanto tempo dall’ultimo trionfo azzurro. Anche se sono stata fortunata a causa della nevicata, è una vittoria che, sono sicura, non dimenticherò mai.
Raccontaci la gara dal tuo punto di vista.
Sapevo che la neve era tanta in pista, ma era anche un’ottima occasione per me, dovevo calare il mio asso vincente e gareggiare al meglio. Sono riuscita a fare una corsa da sogno: tutte erano più lente di me, anche quelle che sono state le migliori in tutta la stagione, io ho dovuto fare veramente una buona manche per arrivare al primo posto. La giuria ha poi deciso di annullare la seconda prova, che comunque avrei fatto volentieri (forse però non avrei mantenuto la mia posizione, ma avrei almeno agguantato il secondo posto). Così sono risultata la vincitrice.
Le tue emozioni sul podio e nel post gara?
Molto potenti, non posso esprimere queste emozioni a parole. La sensazione di essere al top e vedere tutti che ti applaudono è incredibile. Sapere che in quell’occasione ero io la più veloce di tutte è stato indescrivibile.
Torniamo indietro nel tempo: quando hai iniziato a praticare lo slittino? Prima ti dedicavi ad altri sport?
Ho iniziato a praticare lo slittino naturale all’età di 8 anni, ma dopo la scuola media, a 13 anni, sono passata alla pista artificiale perché volevo praticare il mio sport solo come professionista, sulle tracce dell’“arte di famiglia”. Prima di allora, ho provato anche a sciare e a giocare a calcio, ma quelli sono solo hobby per me adesso.
Il tuo rapporto con lo zio campione, Armin Zoeggeler: hai iniziato lo slittino per lui? Cosa ti ha insegnato e cosa continua a insegnarti?
Sì e no. Vengo da una famiglia di slittinisti, dove tutti sono entusiasti per questo sport e sono scesi e scendono tutt’ora sulla pista naturale. È stato mio nonno, tuttavia, che mi ha avvicinato allo slittino, lui è ancora un appassionato di questo sport con i suoi 87 anni: spesso mi portava con lui da bambina sulle piste e mi è piaciuto da subito, ho capito che questo era e sarebbe rimasto il mio sport preferito.
Dopo questa storica vittoria, cosa ti aspetti dal futuro: quali sono i tuoi obiettivi e i tuoi sogni da realizzare sullo slittino?
Per me è importante acquisire esperienza ed essere costante in Coppa del mondo. Sicuramente è il mio sogno, un giorno, riuscire a ottenere una medaglia in un grande evento come le Olimpiadi o vincere un Mondiale, ma fino ad allora ci sono ancora grandi passi da compiere: la strada è lunga e i margini di miglioramento sono molti, faccio sempre il mio meglio quando scendo in pista.
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