Azzurri di Gloria ha avuto il piacere di parlare con Salvo Aiello, commentatore di ciclismo per Eurosport. Argomenti: i risultati degli italiani e molto altro.

Salvo Aiello (a destra) mentre commenta la Liegi insieme al collega Riccardo Magrini per Eurosport (Fonte foto: Eurosport)

SALVO AIELLO: IL NARRATORE DEL CICLISMO

I ciclisti sono i protagonisti, lui è il narratore. E’ Salvatore “Salvo” Aiello, telecronista di Eurosport in tandem con Riccardo Magrini a raccontare agli appassionati le gesta di Vincenzo NIbali, Fabio Aru e degli altri campioni. La sua bravura sta nel fare tutto ciò con grande leggerezza e spontaneità, mettendo sempre in rilievo la bellezza del gesto atletico ed il piacere di correre. Con Salvo abbiamo parlato del momento degli azzurri in questa fase della stagione.

LA MILANO-SANREMO SECONDO AIELLO

Buongiorno Salvo, quali sono le tue impressioni sulla Milano-Sanremo?

“Devo dire che è stata una delle più divertenti degli ultimi anni. Anche perché solitamente se non succede qualcosa sul Poggio, è difficile che si verifichino episodi strani nel finale. Certamente a Sagan lascia l’amaro in bocca perdere così. È stata una Milano-Sanremo particolare, con la media più bassa del solito. Stavolta la fuga non è andata oltre i 4 minuti. Questo è stato causato anche dal vento contrario fino al Turchino. Di conseguenza, la media bassa non ha consentito alla fuga di andare lontano ma ha fatto faticare tutti. Ne è uscita una corsa particolare, con un risultato inaspettato. Sagan poteva fare di più? Io non analizzo gli errori. Quando si perde c’è sempre qualcosa da migliorare e qualcosa su cui riflettere. Sicuramente ho apprezzato il tentativo di Sonny Colbrelli, che non è riuscito a chiudere su Sagan, mentre Kwiatkowski ed Alaphilippe sono stati bravi a rientrare. Il finale è stato bellissimo deciso dal colpo di reni. Alla fine l’ha spuntata un grande Kwiatkowski. Ma Sagan non deve avere rimorsi se è stato battuto da un ciclista perfetto”.

A proposito di Colbrelli, cosa gli manca per poter fare il salto di qualità definitivo?

“Secondo me, quest’anno, Colbrelli ha dimostrato molto. La sua volata alla Parigi-Nizza non è stata casuale. È stata cercata e voluta. Credo non gli manchi assolutamente nulla. Al massimo, alla Sanremo, gli sono mancati quattro metri sul Poggio. Questione di poco, la salita era quasi finita e se la sarebbe giocata alla pari se fosse rientrato su Sagan. Sono stati fatali quattro metri. Comunque, Colbrelli sarebbe stato della partita, aveva i mezzi per giocarsi la corsa”.

IL PUNTO SUL MOVIMENTO

Nessuna vittoria italiana tra Tirreno-Adriatico e Classicissima: come si può spiegare questo risultato? Si può parlare di una crisi del movimento?

“Io non vedo cambiamenti all’orizzonte. Abbiamo due nomi importanti per le corse a tappe. Inoltre, secondo me, la Tirreno-Adriatico è una corsa con valore relativo a questo punto della stagione. È diversa la situazione nelle classiche: dopo Bettini c’è stato il vuoto. Adesso abbiamo corridori potenzialmente in grado di giocarsela. Stiamo aspettando Ganna, ma per ora lasciamolo crescere. Il problema è che i nostri corridori fanno da gregari in altre squadre. In questo modo non hanno la possibilità di esprimersi al meglio”.

È il caso di Elia Viviani ad esempio.

“Forse sì, il caso di Vivani è simile. Anche se non dimentichiamo che Viviani è andato a vincere l’Olimpiade adattandosi a tanti aspetti. Ha dovuto svolgere un lavoro molto particolare. Quest’anno per la prima volta si era preparato adeguatamente alla Milano-Sanremo e non ha assolutamente deluso. Io Viviani lo considero un ciclista da tenere in considerazione”.

AIELLO SU NIBALI & ARU

Per quanto riguarda l’avvicinamento al Giro d’Italia, non ti preoccupano i risultati di Nibali e Aru, specialmente alla luce della Tirreno-Adriatico?

Il risultato alla Tirreno-Adriatico non pesa assolutamente. Non è da lì che si decide l’avvicinamento alla corsa rosa. Quintana non fa molto testo: è uno che è sempre entrato in forma rapidamente, dunque non va preso come metro di paragone. Anche negli scorsi anni si è comportato bene. Nibali e Aru saranno pronti in vista del Giro. Ora, non è giusto giudicarli in base ad una corsa come la Tirreno-Adriatico. Sono pur sempre corridori che hanno già vinto grandi giri”.

POSSIBILI SORPRESE

Quali potrebbero essere le sorprese nelle prossime settimane?

“Mi piacerebbe una sorpresa, ma non posso fare un nome, altrimenti non sarebbe più una sorpresa… Sicuramente spero possano ottenere un risultato importante Fabio Felline e Gianni Moscon. Il primo è reduce da una stagione difficile, ha subìto un drammatico incidente all’Amstel Gold Race dell’anno scorso. Spero riesca a fare bene. Lo stesso vale per Moscon che è un giovane molto interessante”.

SALVO E IL CICLISMO

Passiamo a te: come ti sei avvicinato al ciclismo?

“Mi sono avvicinato perché ero stato chiamato come speaker. Ho fatto tanti anni di esperienza. Poi sono approdato ad Eurosport come telecronista”.

Cosa ti piace maggiormente di questo sport?

Il ciclismo è unico perché è una metafora di vita. Lo sono tutte le discipline sportive, ma il ciclismo in particolare. È uno sport trasversale. Non riguarda una classe sociale ma le comprende tutte. Inoltre, permette anche di visitare e valorizzare il paesaggio che ci circonda”.

Si parla tanto dei possibili cambiamenti da adottare per il ciclismo nel futuro. Quale idea ti sei fatto a riguardo?

“Io lo racconto, chi racconta il proprio mondo difficilmente è obiettivo. Come tutti gli eventi è gestito dalla politica. Quando arriverà qualcuno che riuscirà a scindere lo sport dalla politica…

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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