Nel giorno del suo sessantesimo anniversario, ripercorriamo l’edizione della XVII Olimpiade svolta a Roma. Teatro di un evento totalmente unico rispetto ai precedenti.

Fonte Foto: wikipedia.org

Nasce lo Stadio Olimpico, l’evento viene seguito quasi completamente in Tv

Roma 1960, è qui che si svolgeranno le Olimpiadi. La città italiana vince all’ultimo il ballottaggio, e sorpassa Losanna e Detroit, aggiudicandosi il compito di gestire la grande competizione a cui poi parteciperanno più di cinquemila atleti. Adolfo Consolini pronunciò il giuramento, dando il via a una serie di rivoluzioni architettoniche simbolo del boom economico di quel periodo, che portano il nome degli architetti  Adalberto Libera, Luigi Moretti e Pier Luigi Nervi; e degli artisti  Mario Mafai, Afro e Giuseppe Capogrossi. Ancora oggi possiamo ammirare alcune strutture che portano il nome di quell’evento, come lo Stadio Olimpico, il Villaggio Olimpico e lo Stadio Flaminio.

CASSIUS CLAY, WILMA RUDOLPH E LA VITTORIA “SCALZA” DI ABEBE BIKILA

Sono numerose le medaglie conquistate dai Paesi stranieri. In particolare le grandissime imprese dell’Unione Sovietica e degli Stati Uniti, una lotta fra titani che vale il primo e il secondo posto del medagliere. I sovietici vantano una grande performance nello scherma, disciplina per lungo tempo dominata dagli atleti di provenienza latina. Gli americani sono protagonisti di vittorie divenute storiche e ricordate ancora oggi. Un pugile di nome Cassius Clay, che tutti conosceremo poi come Muhammad Ali, vince l’oro nei massimi-leggeri (oggi mediomassimi). Ma ben più nota è la prestazione di Wilma Rudolph, ribattezzata la Regina delle Olimpiadi romane, che per colpa della poliomielite corre con un piccolo apparecchio ortopedico al piede, cosa che non le impedisce di conquistare ben tre medaglie d’oro, nei 100 e 200 metri piani e nella staffetta 4×100.

Le sorelle sovietiche Irina e Tamara Press si rendono memorabili per il trionfo della prima negli 80 m ostacoli, e nel getto del peso per la seconda. Importante l’oro nella sciabola dell’ungherese Aladar Gerevich, è la sua settima medaglia d’oro conquistata fino ad ora in carriera. L’impresa storica però è marchiata URSS, che nella ginnastica non lascia spazio a nessuno.

Il sovietico Boris Šachlin conquista 4 medaglie d’oro, 2 d’argento e 1 di bronzo, Larisa Latynina vince 2 ori, riuscendo a salire sul podio in tutte le specialità. Su quindici medaglie in palio, quattordici appartengono ai sovietici. C’è un altro fatto davvero memorabile che nessuno spettatore può dimenticare. Abebe Bikila, etiope dalla fama inizialmente inesistente, taglia il traguardo scalzo, stabilendo il nuovo record olimpico.

Abebe Bikila trionfa nella maratona…scalzo

LE CONQUISTE DEGLI AZZURRI

Siamo a Roma e l’Italia, dopo aver stupito per l’ottima organizzazione architettonica, deve farsi valere anche all’interno della competizione. Nel medagliere il tricolore si trova al terzo posto, segno che questa Olimpiade ha visto protagonisti in toto gli italiani. La prima medaglia d’oro che tutti ricordano è quella conquistata dall’immortale e al tempo giovanissimo Nino Benvenuti, non solo vincitore nella categoria welter, ma premiato con la prestigiosa Coppa Val Barker, soffiata a Cassius Clay e assegnata in ogni Olimpiade al pugile migliore per stile e qualità tecniche.

Nino Benvenuti riceve l’oro olimpico a Roma nel 1960 fonte: ninobenvenuti.it

Importante anche la vittoria nella scherma, che per l’Italia sembra non mancare quasi mai. In questa disciplina sono due le medaglie d’oro, nell’individuale con Delfino e nella spada a squadre, quella italiana era composta dallo stesso Delfino più Edoardo Mangiarotti, Fiorenzo Marini, Carlo Pavesi, Alberto Pellegrino e Gian Luigi Saccaro. Una delle vittorie tricolori più emozionanti porta il segno di Livio Berruti, il velocista italiano che, contro ogni pronostico, rovesciò con facilità il dominio statunitense, arrivando primo sul podio con l’oro per i 200 metri piani. La vittoria di Berruti divenne più dolce una volta che vide fissato nuovamente il record di 20″5.

Infine, nel giorno del suo sessantesimo anniversario, possiamo dire con facilità di aver ospitato un’Olimpiade davvero importante. Roma 1960 non è una competizione come tutte le altre, si distingue per competenza, professionalità e cura. Cura nei particolari, cura nella realizzazione delle strutture e cura nell’informazione, infatti per la prima volta la televisione coprì buona parte del programma di gare. Quello che è stata allora una grande Olimpiade è oggi un bellissimo e prezioso ricordo.

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