Un innesto a sorpresa nella squadra azzurra: il velocista Santo Condorelli, strepitoso a Rio 2016 nei 100sl, ha scelto di abbandonare il Canada e passare alla nazionalità italiana. Tutti i dettagli
foto Federnuoto/Andrea Masini/DBM
NUOTO: L’ITALIA ACCOGLIE IN SQUADRA SANTO CONDORELLI
È dai tempi d’oro di Filippo Magnini (a proposito, Re Magno approderà in tv: parteciperà a Pechino Express con la sorella Laura) che l’Italia non ha un velocista capace di lottare per il titolo mondiale: Luca Dotto e Marco Orsi sono stati altalenanti e comunque più da finale mondiale che da titolo, e i giovani Miressi, Vendrame e Vergani sono ancora troppo acerbi per compiere questo salto di qualità che però sembra essere nelle loro corde. A darci una mano, però, arriva una grande notizia dall’estero, e più precisamente dal Canada. Nel 2017 tutti gli addetti ai lavori si erano stupiti dell’assenza nelle varie gare internazionali di uno dei protagonisti indiscussi del 2016 natatorio: Santo Condorelli, ragazzone di nazionalità canadese, non aveva gareggiato in nessuno dei grandi meeting o nella World League, e tutti si chiedevano che fine avesse fatto il forte velocista. La verità è presto detta, e risiede in un cambio di nazionalità. Santo Condorelli non si trovava più all’interno della squadra canadese, e ha deciso di avviare le pratiche per il cambio di nazionalità e per difendere la bandiera dei suoi avi: il bisnonno di Santo si trasferì dalla Sicilia al Canada negli anni Venti, mentre il più giovane dei Condorelli effettuerà il percorso inverso nei prossimi mesi e vestirà la maglia dell’Italia. Santo Condorelli aveva visitato le strutture federali italiane a metà 2017, rimanendone piacevolmente colpito, e nel prosieguo della stagione è rimasto fermo per l’anno imposto dalla FINA in caso di cambio di nazionalità: l’anno di stop sta per scadere, e così Santo potrà iniziare a vestire la maglia azzurra. Il primo obiettivo saranno ovviamente i Mondiali in vasca corta di dicembre, seguiti poi dal Mondiale ”vero”, che si disputerà nell’estate 2019 in Corea del Sud e sarà il primo test in vista della convocazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Un’Olimpiade alla quale Santo parteciperà coi colori dell’Italia, mettendosi a disposizione del nostro paese per un nuovo inizio che si spera possa portare grandi soddisfazioni a entrambe le parti.
NUOTO: IL PROFILO DI SANTO CONDORELLI, PROSSIMO CAMPIONE AZZURRO
Ma chi è Santo Condorelli? Gli appassionati di nuoto lo conosceranno già, ma per gli altri tracceremo un piccolo e rapido profilo. Santo è nato a Kita-Hiroshima, Giappone e municipalità di Hokkaido, il 17 gennaio 1995: il padre è Joseph Condorelli, facoltoso concessionario di auto di lusso e in passato allenatore del talentuoso figlio, con cui vive a Portland insieme alla moglie Tonya. Quindi, ricapitolando, Santo è nato in Giappone, ha gareggiato per il Canada e ora lo farà per l’Italia, e ha vissuto negli USA: un autentico globetrotter questo paisà, che a cavallo tra il 2015 e il 2016 ha vissuto le sue stagioni migliori. Nei Mondiali di Kazan del 2015 Santo ha conquistato il bronzo con la 4×100 mista mista del Canada, chiudendo 4° nei 100sl: risultato ripetuto a Rio 2016, dove ha ottenuto uno strepitoso 47”88 sui 100. Un risultato mai ottenuto da un atleta italiano, e così Condorelli andrà ad essere un valore aggiunto sia a livello personale che a livello di squadra: da lui, Vergani, Dotto, Miressi, Orsi e Vendrame, l’Italia potrà tirare fuori un quartetto da top-5 mondiale, mentre le prestazioni individuali del 23enne nato in Giappone lo pongono in vetta alle classifiche europee e ai primissimi posti in quelle mondiali. Un grande colpo dunque per l’Italia, che presto convocherà l’ormai ex canadese: Condorelli, pur di cambiare nazionalità e vestire il tricolore, ha saltato i Mondiali di Budapest del 2017, ma potrà rifarsi presto. Il suo posto, al momento, è nel gruppo di lavoro guidato da Claudio Rossetto insieme a Dotto e Vendrame, ma presto Santo Condorelli vestirà la maglia azzurra. E allora vedremo all’opera un 23enne che potrà dare molto al nostro paese, e sembra essersi già adattato ai nostri metodi di lavoro: lo scoglio del passaggio dal metodo-USA/Canada a quello europeo è stato superato nell’anno di stop e studio, e ora vedremo se arriveranno anche i risultati.
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