Sofia Goggia è la prima italiana a vincere un oro olimpico nella discesa libera. Il podio a cinque cerchi mancava dall’argento di Isolde Kostner a Salt Lake City 2002. Un successo voluto e meritato.
Fonte foto: pagina FB ufficiale di Sofia Goggia
LA PRIMA VOLTA NON SI SCORDA MAI
“Raramente mi sono sentita così bene sugli sci, ero un tutt’uno con loro”. Facile immaginare che Sofia Goggia abbia pronunciato questa frase oggi, al termine della sua vittoria in discesa libera.
E invece no. Queste parole arrivavano dopo il deludente 11° posto fatto registrare pochi giorni fa nel pazzo Super-G vinto a sorpresa dalla ceca Ester Ledecka, la snowboarder “prestata” allo sci.
Una tranquillità e una calma sorprendenti, tipiche di chi ha grande fiducia nei propri mezzi e di chi, pur avendo fallito una prima occasione, sapeva di potersi giocare ancora le sue carte come solo i grandi dello sport sanno fare.
Cadere e rialzarsi. Sempre. 25 anni e già cinque operazioni chirurgiche sul groppone che non le hanno mai tolto un grammo della sua fiducia, della sua sicurezza e del suo sorriso contagioso.
La sua amica Michela Moioli, neo campionessa olimpica di snowboard cross, l’ha definita “una macchina da guerra in allenamento”. Sofia, però, quando finisce la sua gara non perde mai occasione per scherzare e fare osservazioni puntuali e critiche sull’accaduto, arricchite da una notevole proprietà di linguaggio.
Con quell’11° posto la bergamasca ha iniziato a vincere la sua Olimpiade. Anche la sua amica e regina delle nevi Lindsey Vonn, oggi terza a 47 centesimi dalla vetta e alla sua ultima discesa libera a cinque cerchi della carriera, si è dovuta inchinare alla potenza della nostra Sofia che da metà gara in poi è stata straordinaria.
Solo la norvegese Ragnhild Mowinckel, argento sia in discesa che in gigante in questi Giochi, è stata (quasi) al passo con la lombarda, tagliando però il traguardo con 9 centesimi di ritardo nei suoi confronti.
Nessuna sorpresa, nessuna Ledecka-bis. È arrivata così la prima medaglia d’oro italiana nella storia della discesa libera olimpica femminile. Tra gli uomini solo Zeno Colò, nel lontanissimo 1952, riuscì a salire sul gradino più alto del podio in questa specialità.
“Questo è un punto importante all’interno di un percorso che durerà ancora tanti anni”, ci ha tenuto a tranquillizzare tutti una Goggia che di buttarsi a bomba giù dal cancelletto ne ha ancora una voglia matta.
Oggi è ufficialmente nata una stella, che ha risposto con i fatti a chi diceva che questa seppur ottima nazionale di sci alpino non sapeva vincere nei momenti cruciali.
Negli sport invernali, per il movimento femminile Sofia potrà ora rappresentare quello che Federica Pellegrini è stata (ed è tuttora) per il nuoto.
D’altronde si sa, senza l’acqua non ci sarebbe nemmeno la neve.
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