La nostra intervista a Sofia Raffaeli, bronzo nella ginnastica ritmica a Parigi 2024.
Complimenti, emozionata?
Sì, un pochino.
Felice quanto?
Da una parte sono molto felice perché una medaglia olimpica è pur sempre una medaglia olimpica. Come sempre dico, quello che mi soddisfa di più è fare tutto al massimo. Oggi ho dato il massimo, ma con qualche errore. Mi dispiace un po’, soprattutto per il nastro, perché era l’ultimo attrezzo di questa gara che per me era veramente fenomenale, bellissima. Quindi mi dispiace aver lasciato un po’ con l’amaro in bocca. Però sono soddisfatta di come ho reagito a questi errori perché un anno fa non sarei riuscita a farlo.
Quello è una cosa mentale, perché con le clavette hai reso alla grande
Sì, sicuramente dopo la palla mi sono un attimo buttata giù, ma non nel vero senso della parola. Ho semplicemente sfogato tutto quello che avevo dentro e ho ripreso subito le clavette, dicendomi che dovevo fare tutto bene per riuscire ad arrivare a medaglia. Al nastro sono entrata con la stessa mentalità. Purtroppo l’errore capita, come alla palla, che non è stato neanche un errore mio. Mi è semplicemente scivolata la palla, che è una cosa che capita, perché tanto rotola. Non è che dici che la traiettoria era sbagliata; è semplicemente scivolata e quindi ho dovuto accettare l’errore anche al nastro e andare avanti consapevole che comunque dovevo lottare fino alla fine. Anche se ero l’ultima, non avevo seguito la gara, quindi non potevo sapere se ce l’avrei fatta o no. Dopo l’errore mi è dispiaciuto soprattutto per aver concluso questa Olimpiade con un errore al nastro. Però la prossima andrà meglio.
Sì, ma dopo la qualifica di ieri, dove hai avuto la giornata perfetta, come hai vissuto? Eri agitata?
No, diciamo che a ogni gara vuoi dare sempre il massimo. Io volevo dare il massimo anche oggi. Come ho detto prima, l’ho dato, perché ho dato tutto a me stessa, anche con gli errori sono comunque andata avanti. Dopo ieri ho creduto che potevo farcela, che potevo vincere, perché comunque ho sbagliato oggi e sono arrivata terza. Alle volte capita di dover sbagliare e accettare di non ottenere ciò che si vuole, ma questo mi dà davvero la forza di andare avanti e affrontare i prossimi quattro anni.
A chi dedichi questo bronzo?
A tutti, alla mia famiglia, sicuramente a Claudia Mancinelli che mi ha allenato in quest’ultimo anno e ha fatto un lavoro magnifico. Alla Federazione Ginnastica, alle Fiamme Oro e alla mia società, la Ginnastica Fabriano. Molte persone della società sono venute a vedermi, e molte bambine hanno fatto il tifo per me, quindi ho sentito in ogni esercizio il loro calore e questo mi ha dato la carica per lottare fino in fondo.
Hai avuto un anno complicato nell’avvicinamento; quanto ha influito tutto questo sulla gara?
I primi tre mesi di quest’anno sono stati davvero difficili. Se qualcuno ricorda, nel 2022 sono partita con una vittoria nella prima gara e ho continuato a vincere fino alla fine dell’anno. Quest’anno, invece, alla prima gara sono arrivata ottava, e non c’erano neanche le ginnaste più forti. Alla seconda gara sono arrivata quarta, alla terza terza e piano piano ho migliorato. All’Europeo sono arrivata seconda come l’anno prima, e non era scontato perché ho cambiato allenatrice dopo quasi 13 anni. È stato difficile perché avevamo un legame molto forte. Sono contenta del legame che si è creato con Claudia perché mi ha fatto crescere ancora di più e mi sta facendo crescere ogni giorno. Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo, e questo mi dà la capacità di migliorarmi, cosa non scontata.
Hai dormito la notte prima della gara?
Sì, l’ansia mi è venuta due settimane fa, e non dormivo, non mangiavo, non facevo niente, ma mi allenavo. Quando sono arrivata qui, però, ho capito che dovevo solo godermi l’esperienza, perché un’Olimpiade è un’occasione speciale. Voglio partecipare anche a quella di Los Angeles, ma non è detto che possa succedere, potrebbero esserci infortuni, o potrei non essere in forma quell’anno. Quindi ovviamente il mio obiettivo è sempre quello, perché una volta raggiunto questo traguardo so che posso farne un altro. Però ho detto: “Perché non godersela?”, alla fine tutte ce la siamo goduta, abbiamo cercato di dare il massimo, e poi è andata così.
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