Il nostro inviato a Tokyo, Luca Lovelli, ha raccolto le dichiarazioni di Federico Burdisso dopo aver raggiunto la finale nei 200 delfino di nuoto.
BURDISSO: “SE NE HO, DOMANI È MEDAGLIA”
I duecento metri di un’Olimpiade forse sono la gara più difficile però tu sei lì
“Sì, siamo tutti molto stanchi, io in primis, i tempi che sono stati fatti registrare, a parte Milak, non sono nulla di che e li ho sempre nuotati. Non vorrei tirarmela, ma se ne ho domani una medaglia è assicurata, sempre che io riesca a nuotare con i miei tempi”.
Sei entrato col terzo tempo?
“Sono entrato col quarto”.
Hai osato oggi, ti abbiamo visto molto aggressivo ed è anche bello perché in una gara come i 200 essere aggressivi è molto rischioso.
“Sì, soprattutto a delfino che quando ti arriva la botta non riesci a tenere duro”.
Oggi le tue sensazioni erano buone?
“All’inizio sì, sicuramente meglio di ieri, ho faticato molto, ho chiuso anche molto piano, visto il passaggio, però importa chi mette la mano davanti non chi fa il tempo migliore, ormai i tempi sono un po’ insignificanti ora come ora”.
Come vivi il fatto di avere la batterie al pomeriggio e semifinale e finale al mattino?
“Gli ultimi mesi di allenamento i lavori forti li ho sempre fatti al mattino per cercare di abituarmi al mattino. Ti faccio un esempio: martedì pomeriggio forte, mercoledì mattina forte e giovedì mattina forte, per simulare batteria, semifinali e finali, perciò sono abbastanza abituato, però un duecento delfino così, tre da due a livelli mondiali si sente, cioè stanca”.
Adesso ti trovi con Milak e le Clos, prima c’era Phelps, cioè è una gara che ha una storia incredibile, te ne rendi conto che sei lì per una medaglia?
“Sì, infatti devo restare concentrato e soprattutto devo recuperare”.
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