rio 2016

Due medaglie, tante polemiche e qualche delusione: l’ultima giornata di Rio 2016, oltre a farci vivere una cerimonia di chiusura caotica, ci porta l’argento dell’Italvolley ed il bronzo di Frank Chamizo, ma non solo. Oltre alla delusione (che c’è anche per la mountain bike e per la sfortuna di Fontana) per una gara buttata via dagli azzurri che, pur giocando contro una squadra fortissima, hanno commesso molti errori ed alimentato il rammarico, infatti, regnano le polemiche in casa-Italia: polemiche alimentate sia dal discutibile arbitraggio della semifinale olimpica di Frank Chamizo (poi arrivato al bronzo), che da alcuni punti contestati nella finale di pallavolo e dai punteggi della ritmica, che hanno portato le ”farfalle” al 4° posto ed alla perdita del podio. Rammarico e rabbia in casa azzurra, ma tant’è, e le nostre medaglie arrivano a quota 28 nella giornata che chiude delle Olimpiadi partite nella sfiducia generale (”facevamo meno di 20 medaglie”, si diceva), e chiuse col rammarico perchè potevamo anche strappare 5-6 medaglie in più, senza alcuni tracolli impronosticabili.

Andiamo dunque ad analizzare nel dettaglio tutti i risultati degli azzurri in quest’ultimo giorno di gare, che ha visto gli azzurri centrare due medaglie nell’ultima giornata, e chiudere a quota 28 (pareggiando Londra) con 8 ori, 12 argenti e 8 bronzi.

LOTTA LIBERA- Una grande beffa, dopo l’ennesimo arbitraggio a dir poco discutibile di quest’Olimpiade degli sport di combattimento: Frank Chamizo, campione del mondo in carica della categoria 65kg, era arrivato in semifinale dopo due fantastiche rimonte contro l’armeno Safaryan negli ottavi (2-1) ed il georgiano Iakobishvili (4-3, ma il nostro era sotto 3-0 fino a 30 secondi dal termine), ma è stato gravemente penalizzato dagli arbitri nella semifinale contro l’ostico azero Asgarov. L’avversario dell’azzurro si era portato in vantaggio, trascinando fuori Chamizo, che però poi aveva rimontato e, con due prese, era arrivato sul 4-3: in seguito ecco il 4-4, prima di subire il 6-4 con un punto che ha fatto infuriare l’entourage azzurro, dato che Asgarov era uscito dalla pedana prima di iniziare la presa. E poi il mezzo scandalo finale, con una presa che avrebbe fatto andare Chamizo sul 6-6 ed alla vittoria (in quanto i suoi punti erano arrivati con tre prese) che viene completamente ignorata dalla giuria, che spinge alla vittoria Asgarov: inutile il challenge chiesto dall’Italia, Chamizo esce in semifinale e dovrà giocarsi il bronzo.

Un bronzo che arriva dopo una finale combattuta fino all’ultimo contro l’americano Molinaro: l’azzurro come di consueto parte a diesel, salvo poi effettuare lo scatto decisivo e chiudere su un 5-3 che vale lLa Rosa è 57°a medaglia di bronzo. Una medaglia che rappresenta un ottimo traguardo, ma che ha il retrogusto della beffa per ciò che è accaduto in semifinale.

ATLETICA- Un autentico disastro, per una maratona che era subito partita male per l’Italia: dopo pochi km, infatti, ecco l’infortunio di Daniele Meucci, che è costretto al ritiro e deve abbandonare una gara che poteva vederlo entrare nella top-10. Malissimo invece Pertile e La Rosa: l’esperto maratoneta, 42 anni e tante gare alle spalle, chiude 38° a 8’46”, mentre La Rosa è 57° a 10’13”. Mai in gara dunque gli azzurri, in una prova velocissima che vede trionfare il keniano Kipchoge davanti all’etiope Lilesa ed al sorprendente americano Galen Rupp, l’amico di Mo Farah che, dopo il piazzamento nei 10mila, arriva al bronzo nella sua prima maratona da medaglia.

GINNASTICA RITMICA- E, nella serata che ci vede recriminare per Chamizo, non può mancare una menzione anche per la beffa subita dalle azzurre della ritmica: Centofanti, Lodi, Maurelli, Pagnini e Patriarca vivono una giornata da incubo, che ci vede chiudere al 4° posto complessivo. Un risultato inspiegabile, con dei punteggi insoliti assegnati dalla giuria: già dal primo giro, al nastro, si capisce l’antifona, con la Russia che fa cadere un attrezzo, ma prende comunque un punteggio superiore alle azzurre (17.600 vs 17.516), e poi arriva il secondo giro a rendere verità l’ennesima medaglia di legno di Rio 2016. Nonostante un ottimo esercizio, dall’altissima difficoltà e rischio, le azzurre ricevono infatti solo 18.033, un punteggio che, sommato all’elevato punteggio attribuito alla Bulgaria, ci fa restare quarti a due decimi dal podio: insomma, il 18.066 della Bulgaria (che pure, a detta degli esperti, non aveva fatto meglio) ed il mostruoso 18.600 dato alla Russia ci privano di una medaglia che sarebbe stata meritata, e fanno vivere alle farfalle una grande delusione nell’ultimo giorno olimpico.

 

MOUNTAIN BIKE- Una partenza da sogno, che però non ha portato alla tanto sperata medaglia: dopo la beffa di Londra, con quella perdita del sellino che l’aveva fatto scivolare dal 1° posto parziale al bronzo, Marco Aurelio Fontana aveva tantissima voglia di rivalsa, e l’aveva dimostrata con la più classica delle partenze ”a fionda” nella gara odierna del cross country. L’azzurro era davanti coi migliori al mondo, ma poi ecco la nuova sfortuna: foratura e crollo in classifica, con una gara che è diventata subito compromessa  e l’ha portato a chiudere 20° a quasi 7 minuti e con pochissimi stimoli. Il migliore degli italiani, così, è Luca Braidot, che pure era in testa fino al termine del 2° giro: poi il crollo, che l’ha portato a veder sfumare il podio (vittoria a Schurter con 50” su Kulhavy e 1’33” su Coloma) e chiudere 7° a 2’57” davanti al leader della disciplina Absalon. Oro a Schurter dunque, che completa la sua progressione con l’oro a Rio, dopo il bronzo di Pechino e l’argento di Londra, mentre Peter Sagan incappa nel medesimo problema di Fontana, chiudendo addirittura doppiato, e l’altro azzurro Tiberi è 19° a 6’05”, col sorpasso in extremis sul bronzo di Londra.

 

PALLAVOLO- L’ennesima delusione, che brucia tantissimo anche se arriva contro una squadra davvero forte, che ha avuto nello strepitoso Wallace l’elemento decisivo: l’Italvolley perde nuovamente l’occasione di centrare l’oro olimpico, e lo fa con un 3-0 che dimostra quanto sia bugiardo lo sport. È vero, gli azzurri commettono parecchi errori a servizio e non, hanno in campo uno Zaytsev sotto pressione (che batte continuamente a rete) ed un Giannelli meno in palla del consueto, ma restano ”in vita” in ogni set, ed in ogni parziale hanno da recriminare per quello che poteva in realtà essere un set a nostro favore: l’Italia infatti, al cospetto dei padroni di casa e di un tifo da stadio, che forse condiziona gli arbitri (nell’intero match ci sono almeno 4-5 decisioni contestate, con dei challenge non accolti che potevano rimetterci in gara) e sicuramente fa sentire la pressione ai nostri, parte spesso forte ed in vantaggio nei vari parziali, salvo poi crollare e subire dei break che si rivelano decisivi nella nostra sconfitta. Esemplare il 6-0 che ci porta dal 12-10 al 16-12 Brasile nel primo set, ed è poi decisivo per il 25-22 verdeoro, arrivato per uno strano scherzo del destino con un errore a servizio dello Zar. E nei restanti set si ripete il copione: perdiamo il secondo 28-26 e solo ai vantaggi, dopo un parziale tiratissimo e nel quale avevamo buttato il +3, e ci ripetiamo nel terzo col 26-24 arrivato in extremis e dopo aver annullato la prima match-ball brasiliana. 3-0 ed argento per i nostri, con le lacrime di Juantorena a chiudere l’Olimpiade azzurra. 

 

Si chiude così con 8 medaglie d’oro, 12 d’argento e 8 di bronzo Rio 2016 per l’Italia, che è 9a nel medagliere complessivo a quota 28 (come a Londra, ma lì furono 9 gli argenti e 11 i bronzi), e poi nella notte italiana ecco la cerimonia di chiusura, con l’arrivederci alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

GIOIA, CAOS CALMO E SPETTACOLO: ECCO LA CERIMONIA DI CHIUSURA- Una cerimonia che poteva anche non partire a causa di un’autentica tempesta di pioggia e vento, ed invece si è rivelata una delle più originali ed insolite di sempre.

Si parte coi consueti fuochi d’artificio, per poi dare il via ad un caos calmo che, dopo la consueta musica brasiliana con l’omaggio alle varie anime del paese ed un invito alla pace con una serie di ballerini vestiti coi colori della bandiera della pace che vanno a comporre il simbolo di Rio, vede un’insolita sfilata degli atleti: invece di far scendere nello stadio gli atleti accompagnati dai singoli portabandiera (il nostro era Daniele Lupo) e divisi per nazione, infatti, si opta per un caos calmo che vede tutti gli atleti sfilare mischiati ed in plotone in mezzo alle 207 bandiere delle delegazioni presenti a Rio, che a loro volta avevano sfilato coi rispettivi portabandiera in precedenza. Una sfilata difficoltosa anche a livello d’immagini, con l’Italia che viene inquadrata pochissimo e per rapidi sprazzi, e Daniele Lupo che s’intravede per un rapidissimo secondo.

 

Una sfilata insolita, come dicevamo, ma che viene fatta per un gesto di fratellanza e per dimostrare come tutti gli atleti siano uguali e ”un solo corpo”: viene meno l’identità nazionale, ma trionfa l’entusiasmo di chi balla a ritmi sfrenati e senza controllo. Questo segmento, che seguiva il momento in cui veniva issata la bandiera brasiliana accanto a quella del CIO (con un gruppo di bambini che cantava l’inno dei verdeoro), dura parecchio, salvo poi arrivare al mometo in cui tutti gli atleti si siedono e riparte lo spettacolo: si comincia col duetto musicale tra l’americana Julia ed il famoso dj norvegese Kygo (”Firestone” la sua canzone più celebre), per poi tornare sulla falsariga della cerimonia d’apertura, con l’esaltazione del Brasile e di alcune sue peculiarità.

Dopo un breve passo sulla nascita del canale olimpico, infatti, ecco la parte dedicata alla scoperta delle pitture rupestri preistoriche nella Serra da Capibara, rappresentate sul terreno del Maracanà mentre alcuni indigeni ballano ed un’archeologa ricostruisce la ”scoperta”: i ballerini vestiti da indigeni vanno poi a comporre la scritta Rio 2016, che sparisce, come a testimoniare la fine di questi Giochi. In seguito, ecco di nuovo la celebrazione do Brasil: viene letta una poesia di Armando Antunes, che compare a mò di costellazione sul terreno del Maracanà, e poi ecco il nuovo spettacolo di ballo e canto brasiliano.

La celebrazione dura qualche minuto, e poi ecco le immagini di alcuni momenti storici di questi Giochi: c’è spazio per tanto (forse troppo) Brasile e per i divi Phelps e Bolt, ma anche per la rapida apparizione dei nostri medagliati nel due senza del canottaggio Di Costanzo ed Abagnale. Un video che simboleggia il ritorno degli atleti al centro della cerimonia: subito dopo, infatti, ecco la premiazione della maratona maschile e dell’oro di Kipchoge, salvo poi andare a presentare i nuovi membri del CIO. Spazio così alla tedesca Britta Heidemann (scherma), al coreano Seug-Min Ryu (tennistavolo), all’ungherese Daniel Gyurta (nuoto) ed alla russa Yelena Isinbayeva (atletica), che ieri aveva lanciato strali contro chi le aveva impedito di gareggiare a Rio, ed annunciato il suo ritiro: ma c’è anche un tributo ai favolosi volontari dei Giochi, prima di passare per qualche minuto la palla a Tokyo 2020.

Ecco infatti il passaggio della bandiera olimpica dal sindaco di Rio, al presidente del CIO Thomas Bach, alla presidentessa della provincia di Tokyo, che decide di dare un assaggio di ciò che potrà fare: ne esce un video di presentazione bellissimo, che mostra la realtà di una città che sarebbe già pronta per le Olimpiadi del 2020 ed avrebbe già costruito le varie strutture, ma anche la finzione delle più note serie a cartoni animati e dei videogiochi, con Holly&Benji, Doraemon, Hello Kitty e SuperMario mischiati alle immagini di Tokyo. E proprio Supermario è al centro del momento più bello e sorprendente della serata: il presidente giapponese Shinzo Abe compare vestito proprio da Mario, portando così il sole rosso della bandiera nipponica. Da qui parte un segmento dedicato a Tokyo, nel quale regnano lo spettacolo e la tecnologia, dopo i ringraziamenti al Brasile ed a chi ha scelto il Giappone per seguire Rio nell’organizzazione delle Olimpiadi: è uno spettacolo meraviglioso, che rialza la qualità di questa cerimonia, e si chiude con dei bellissimi fuochi d’artificio, ed è il canto del cigno di questa serata.

Dopo i discorsi del presidente del comitato organizzatore e di Bach, infatti, il presidente del CIO dichiara ufficialmente chiusi i Giochi di Rio, dando appuntamento a tutti alla prossima Olimpiade: sono le 3.22 in Italia, e riparte la festa brasiliana, con la musica di Tom Jobim che fa da cornice ad un ”quadro” nel quale regna la linea verde, e vengono ricostruiti i cinque cerchi con degli insoliti ballerini vestiti da verdure (broccoli, finocchi ecc), appena prima dello spegnimento della fiamma olimpica con una pioggia artificiale che va a mischiarsi al vero diluvio che ha colpito Rio stasera.

In seguito ecco il momento per un albero della vita in stile-Expo, che fa il paio coi momenti di gioia sfrenata e carnevalesca sulla pista: arrivano infatti le ballerine di samba tipiche del Carnevale di Rio, seguite anche dai carri, per un momento che anima nuovamente anche gli atleti, che scendono nuovamente in pista e si lanciano nei trenini, facendo da contraltare ai ballerini ”arborei” di cui parlavamo poc’anzi. E questa parte si chiude con dei bellissimi fuochi d’artificio a stella e pentagono, che vanno a riaccendere le luci esterne del Maracanà: la cosa insolita è rappresentata dal proseguimento di questa festa nonostante lo spegnimento della fiamma olimpica mezz’ora prima, per un momento che solitamente significava la fine di tutto, e stavolta invece è solo una parentesi nella festa brasileira a suon di musica e balli.

Una festa insolita e bellissima, nel pieno stile della sfrenata gioia made in Brazil, ma che viene interrotta in Italia dalla Rai: la tv nazionale, che pure aveva coperto, tra streaming e gare, gli interi Giochi, opta per il ”taglio” della cerimonia di chiusura di Rio 2016, in quella che a noi è parsa una mancanza di rispetto.

Ma tant’è, e Rio 2016 si chiude così in modo traumatico sulla tv italiana: una ”boa noite” e via, che è quella che vi dà anche Azzurri di Gloria dopo aver seguito con voi tutti i Giochi. Appuntamento alle Paralimpiadi ed ai mesi seguenti, continuate a seguirci con attenzione!

 

 

 

 

 

 

Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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