A ventotto anni di distanza ripercorriamo le grandi emozioni di Barcellona 1992, la ventata di novità che portò e le sorprese che la caratterizzarono.

Foto da: Wikipedia

La XXV Olimpiade estiva,  svoltasi a Barcellona dal 25 luglio al 9 agosto 1992, ha rappresentato probabilmente la genesi di un nuovo modo di concepire lo sport olimpico, orientata all’inclusività e alla capacità di dare una risposta concreta agli interrogativi di un mondo ormai profondamente cambiato da quello di Seoul 1988. In Catalogna, ai nastri di partenza della rassegna, gli atleti erano ben 9356, provenienti da 169 paesi differenti. Il motivo? Presto detto: Cuba e Sudafrica tornarono a competere all’ombra dei cinque cerchi dopo anni di assenza, la Germania si presentò  finalmente unita e agli atleti provenienti dall’ormai dissolta Unione Sovietica fu permesso di partecipare con la denominazione CSI.

Tutti per uno, uno per tutti

A tutto ciò occorre affiancare la consapevolezza della fine di un’epoca, quella del cosiddetto  dilettantismo, a dire il vero spesso solo di facciata, come quello degli atleti sovietici. La conferma arrivò, sul piano sportivo, dal Dream Team degli USA che mise in mostra la sua classe cristallina sul parquet del Pabellon Olimpico di Barcellona. Gli interpreti di quella squadra, “Magic” Johnson, Michael Jordan, Larry Bird e Charles Barkley, riuscirono a sconfiggere la Croazia in finale e a conquistare la medaglia d’oro a distanza di otto anni dall’ultima volta, riscattando così l’opaco terzo posto di Seoul. Sempre a livello di sport di squadra come non ricordare l’impresa del Settebello azzurro che, con una determinazione e una costanza uniche, piegò la Spagna, padrona di casa, dopo una battaglia sportiva conclusasi  al sesto overtime con la rete per il 9-8 finale di Nando Gandolfi. Gli iberici si consolarono comunque a fine Olimpiade  guardando il loro medagliere complessivo che, alla voce “medaglie d’oro”, faceva registrare un pesante 13. Ciò permise loro di piazzarsi al sesto posto nella speciale classifica delle medaglie pur avendone conquistate solamente 26.

I riflettori di questa edizione, però, si accesero, a livello individuale, sul ginnasta bielorusso Vitaly Scherbo capace di conquistare 6 ori, 4 di questi in un solo giorno! Egli si presentò a Barcellona da perfetto sconosciuto, ma nonostante ciò riuscì a sbaragliare la concorrenza, a partire dall’allora campione d’Europa Korobchinsky che dovette assistere da spettatore alla finale individuale complessiva, non essendo riuscito a qualificarsi per l’ultimo atto.

Le gioie tricolori

Per la spedizione azzurra, le migliori soddisfazioni, oltre che dal Settebello, arrivarono dal compianto Fabio Casartelli, trionfatore nella prova in linea di ciclismo, dal suo collega Lombardi nella prova a punti, da Pierpaolo Ferrazzi nel K1e dal bis di Giovanna Trillini nel fioretto sia individuale, sia a squadre con Diana Bianchedi, Francesca Bortolozzi, Dorina Vaccaroni e Margherita Zalaffi. Il medagliere italiano composto da 19 medaglie, di cui 6 d’oro, 5 d’argento e 8 di bronzo collocherà la delegazione azzurra al 12° posto assoluto. La XXV edizione dei Giochi Olimpici estivi passò alla storia anche per l’impresa di Juan Antonio Samaranch, presidente del CIO, di far disputare la competizione nella sua città d’origine, eguagliando così il mitico fondatore delle Olimpiadi moderne Pierre de Coubertin. Ma le sorprese non finirono qui poiché furono le voci di Freddie Mercury e del soprano Monserrat Caballé, sulle note di “Barcelona” , ad accompagnare gli atleti nella cerimonia d’apertura. Due grandi artisti per una grande Olimpiade.

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