Claudio Pollio: storia dell’unica medaglia d’oro italiana nella lotta libera. Il piccolo grande campione che sconfisse il sovietico Sergei Kornilaev alle Olimpiadi di Mosca 1980.

Pollio mostra la medaglia d'oro vinta nella Lotta Libera pesi minimosca

Claudio Pollio mostra la medaglia d’oro vinta nella lotta libera pesi minimosca

UMILI ORIGINI

Il “piccolo” Claudio nasce da una famiglia umile, quarto di cinque figli di un operaio portuale di Napoli. Già piccolo (perché è sempre stato tra i più piccoli della classe, della squadra, del gruppo), arriva da adulto infatti solo al metro e 56 centimetri.

UN GIOVANE TALENTO

Si avvicina allo sport con la ginnastica, ma poi viene notato da Luigi Marigliano del G.S. Vigili del Fuoco Padula che lo introduce alla lotta libera. Claudio ci sa fare ed a 17 anni è già campione italiano e secondo ai Giochi del Mediterraneo. Queste prestazioni gli valgono il pass olimpico per Montreal dove si comporta bene arrivando al secondo turno eliminatorio. Prosegue la carriera mietendo ogni successo possibile in Italia ed ottimi risultati ad europei e mondiali senza mai arrivare al podio perché in quegli anni gli atleti dell’est sono quasi imbattibili insieme ad alcune scuole asiatiche altrettanto forti.

UN ORO INASPETTATO

La strada per la sua seconda partecipazione olimpica a Mosca nel 1980 è spianata ma il destino sembra mettersi contro. Prima viene ricoverato per epatite e, mentre è ricoverato in ospedale, si becca pure la salmonellosi che ne mette a rischio ben più della carriera. Poi il boicottaggio americano che fa temere la rinuncia anche italiana poi trasformata in partecipazione senza inno nazionale. A Mosca parte alla grande battendo il polacco ed il mongolo. Perde a sorpresa contro l’indiano ma vince contro il forte coreano Jang. A questo punto, per il meccanismo cervellotico di classifica, Claudio è praticamente sicuro di una medaglia prima di incontrare il padrone di casa, il fortissimo sovietico Sergei Kornilaev. Perde come da pronostico ma contiene i danni perdendo di misura con poche penalizzazioni e va all’antidoping con già virtualmente il bronzo al collo. Mentre il nostro azzurro si “sforza” con la provetta in mano, il coreano batte a sorpresa il sovietico conquistando così l’argento e infilando l’oro al collo di Claudio!

IL CAVALIERE ED IL LAVORO

Tornato da Mosca viene nominato di rito Cavaliere dal presidente Pertini, il quale dopo la premiazione  apprende dai giornali che Pollio è disoccupato e in due ore gli fa ottenere un posto di lavoro alla Banca di Roma. Perché il giovane atleta napoletano gareggia sì per i Vigili Del Fuoco ma non può fare parte dell’organico per 9 centimetri perché l’altezza minima consentita è un metro e sessantacinque! Il lavoro però segna anche il suo declino da atleta: è competitivo ancora per un paio d’anni ma poi i mancati permessi al lavoro per allenarsi e la feroce dieta che dovrebbe mantenere per restare nei minimosca (48kg) lo portano a ritirarsi, dopo aver persino ricevuto una squalifica dalla federazione per scarso rendimento.

MALASANITA’

Continuerà la sua attività come allenatore nella sua Secondigliano, dove mosse i primi passi da atleta. E’ stato purtroppo ancora protagonista di un caso di malasanità quando l’estate scorsa l’ospedale San Giovanni Bosco scambio per bronchite l’infarto che aveva in corso. Fortunatamente la caparbietà della figlia Valentina ed il pronto ricovero al Cardarelli gli hanno salvato la vita. Una breve carriera che ci ha regalato l’unica medaglia d’oro nella lotta libera finora vinta dagli azzurri e l’unica medaglia in generale prima del bronzo di Frank Chamizo a Rio.

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