Cecilia Camellini è stata una nuotatrice paralimpica di primo livello in Italia. Adesso, dopo aver terminato la sua carriera da sportiva, porta avanti quella da psicologa. Raccontiamo la sua storia nel giorno del suo compleanno.

Cecilia Camellini con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con il presidente del Coni Giovanni Malagò e con Luca Bancali (foto dal sito ceciliacamellini.it)

CECILIA CAMELLINI, DAI RECORD IN ACQUA ALLA SECONDA VITA DA PSICOLOGA

Bebe Vio dice, nel suo libro, che “se sembra impossibile allora si può fare”. La storia di Cecilia Camellini, in un certo senso, è collegata alla citazione della schermitrice classe ’97. 

Come Bebe Vio infatti, anche Cecilia è un’atleta paralimpica e l’impossibile, per lei, è diventato realtà.

Nata a Modena il 10 marzo 1992, Cecilia è cieca dalla nascita ma nonostante ciò inizia a nuotare all’età di tre anni nella piscina dei Vigili del Fuoco modenesi.

All’età di 11 anni viene tesserata nella ASD Tricolore di Reggio Emilia, società sportiva in cui si trovano istruttori e allenatori formati per allenare le persone con disabilità visiva.

L’anno successivo, il 2004, è quello della prima affermazione a livello nazionale: Cecilia vince i campionati italiani di Albano Terme nei 50 e 100 metri stile libero e nei 100 metri dorso. Sono i primi di una lunga serie di titoli nazionali individuali, 37 per la precisione, così ripartiti: 11 nei 50 m stile libero, 11 nei 100 m stile libero, 8 nei 400 m stile libero, 5 nei 100 m dorso, 2 nei 200 misti

Il 2007 invece le porta le prime soddisfazioni con la nazionale: convocata per la prima volta all’età di 15 anni, partecipa ai campionati del mondo IBSA in Brasile, nella città di San Paolo. In Sud America Cecilia si sente a suo agio, e trionfa nei 200 metri stile libero e nei 400 metri stile libero. L’esperienza viene coronata da un argento nei 100 dorso e un bronzo nei 100 stile libero.

I risultati ottenuti le consentono di partecipare ai Giochi Paralimpici di Pechino dove Cecilia, oltre ad essere l’azzurra più giovane della spedizione, è anche portabandiera durante la cerimonia di apertura assieme a Francesca Porcellato. Anche in Cina arrivano le medaglie: due argenti nei 50 e 100 metri stile libero.

Cecilia ha ormai spiccato il volo: nel 2009, agli europei IPC di Reykjavík (Islanda) vince l’oro nei 100 e l’argento nei 50 stile libero; mentre nel 2010, ai mondiali IPC di Eindhoven arrivano l’oro nei 100 metri stile e nei 100 dorso, coronati con il primato mondiale in entrambe le gare, l’argento nei 200 misti e nei 50 stile.

Se la maturità sportiva è già arrivata, nel 2011 arriva il diploma al liceo classico Muratori di Modena. Due giorni dopo è la volta degli europei IPC a Berlino, e anche in terra tedesca Cecilia fa incetta di medaglie: due ori nei 50 e 100 stile, tre argenti nei 100 dorso, 200 misti e 400 stile. Ma si sa, non solo di sport vive l’uomo, e allora Cecilia inizia nello stesso anno anche gli studi di psicologia all’università di Bologna.

Le più grandi soddisfazioni della carriera devono però ancora arrivare. Il 2012 è l’anno della seconda paralimpiade. La manifestazione si tiene in Europa, a Londra, con Cecilia che si impone con due medaglie d’oro, stabilendo due nuovi primati mondiali, nei 100 metri stile libero categoria S11 e nei 50 metri stile libero categoria S11. L’evento si conclude anche con due medaglie di bronzo, nei 100 metri dorso e 400 metri stile libero.

Nel 2014, ai campionati europei IPC di Eindhoven, si riconferma campionessa nei 50 e 100 stile libero e vicecampionessa nei 100 dorso.

“Il 2015, anno in cui ho completato il primo anno della laurea magistrale in psicologia clinica, mi è servito per comprendere come indirizzare il mio allenamento futuro verso le paralimpiadi di Rio, mentre ho assecondato la necessità di dedicarmi maggiormente agli studi – spiega Cecilia nella biografia del suo sito internet – La stagione 2015/2016 è stata interamente dedicata a una massiccia ripresa degli allenamenti e già ai Campionati europei IPC a Funchal in Portogallo, al rientro in competizione, i piazzamenti hanno fatto ben presupporre per i mesi successivi: oro nei 100 stile libero, argento nei 400 stile libero e 2 bronzi nei 50 stile libero e nei 100 dorso”.

Alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro (2016) in Brasile arriva un’altra medaglia: è l’argento nei 400 metri stile libero categoria S11; nei 50 e 100 metri non va oltre il quinto posto, mentre è settima nella finale dei 100 dorso.

Il grande traguardo a livello di studi arriva nel 2017, con la laurea magistrale in Psicologia Clinica. “Nello stesso anno mi dedicai alla preparazione per partecipare ai Mondiali in Messico, per i quali venni convocata. Ma in seguito al terremoto avvenuto durante le settimane di preparazione a Città del Messico, le competizioni vennero rinviate di due mesi. Date le spiacevoli circostanze e una mia personale difficoltà a ritornare in Messico, rinunciai alla seconda convocazione”.

Nel 2018, ai Campionati europei IPC a Dublino in Irlanda, prima del ritiro dalle competizioni, Cecilia vince due medaglie d’argento nei 400 metri stile libero e nei 100 dorso e una medaglia di bronzo nei 100 stile libero. “Ma l’altro grande traguardo raggiunto nello stesso anno è l’abilitazione alla professione di psicologa”, dice ancora.

Cecilia attualmente detiene il record europeo dei 100 dorso, sei record italiani in vasca lunga da 50 metri (50/100/200/400 stile libero, 100 dorso e 200 misti) e 5 record italiani in vasca corta da 25 metri (100/400 stile libero, 100 dorso, 100 farfalla e 200 misti). In totale sono arrivate 7 medaglie olimpiche (2 ori, 3 argenti, 2 bronzi), 7 medaglie mondiali (4 ori, 3 argenti e 1 bronzo) e 14 medaglie europee (4 ori, 7 argenti, 3 bronzi).

Adesso Cecilia continua con il suo percorso post universitario.

“Il mio percorso di formazione si è affiancato a quello sportivo, portandomi ad approfondire temi legati alla psicologia dello sport, della salute e del benessere – dice nel suo sito internet – Dopo la laurea in psicologia Clinica presso l’Università di Bologna ho frequentato un master di I livello di programmazione neuroliguistica, acquisendo tecniche specifiche da utilizzare in ambito motivazionale, sia sportivo che nella vita di tutti i giorni. Successivamente ho perfezionato le principali pratiche di mindfulness in un Master promosso da APL, in accordo con la mia visione della mente e del corpo non come entità separate, ma in stretta relazione tra loro. Faccio della mindfulness non solo una pratica che metto a disposizione delle persone, ma anche un atteggiamento che coltivo a livello personale nel modo di vivere la mia vita e la mia professione”. Nuoto e psicologia quindi sono i due pilastri della sua vita, “che mi offrono continua ispirazione nella quotidianità. L’attività sportiva e lo studio della psiche umana nelle sue varie manifestazioni (cognitiva, affettiva, relazionale e sociale) sono alla base della mia professione di psicologa. Credo che la psicologia e lo sport siano in grado di potenziarsi reciprocamente e che insieme possano aiutare le persone a migliorare la propria qualità di vita, diventando maggiormente consapevoli del rapporto con se stesse e con gli altri.
Come atleta della nazionale di nuoto paralimpico ho allenato il mio corpo e la mia mente ad avere un obiettivo e perseguirlo con impegno e ho imparato a fare della sconfitta un’occasione di confronto e di crescita. Ma soprattutto, ho potuto toccare con mano la meraviglia che si nasconde dentro la capacità di accogliere la diversità, trasformando in opportunità quelli che noi chiamiamo limiti”.

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Gabriele Burini
Studente di lingue e culture straniere all'Università di Perugia. Volevo fare il calciatore, mi sono dovuto accontentare di raccontare lo sport

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