La prova in linea al femminile mette di fronte per l’ennesima volta l’Italia e l’Olanda, e l’esito è lo stesso della cronometro: oro alle oranje con Anna van der Breggen, bronzo azzurro. Il racconto della gara odierna.

Mondiali Innsbruck 2018

CICLISMO, MONDIALI INNSBRUCK 2018: ANNA VAN DER BREGGEN TRIONFA NELLA PROVA FEMMINILE, BRONZO GUDERZO

Dopo il tris nella prova a cronometro, con Van Vleuten davanti a Van der Breggen e Van Dijk, l’Olanda domina anche la prova su strada, e lo fa con un attacco d’altri tempi. La campionessa del mondo al femminile è l’oranje Anna van der Breggen, che conquista il titolo con una grandissima prova e un’autentica cronoscalata in solitaria. Il percorso ”rosa” prevedeva 156.2km: per le donne iscritte, dopo gli 81km del tratto iniziale con Gnadenwald (2.6km al 10.5% di pendenza media), tre giri del circuito Olympia con la salita di Igls (7.7km al 5.9% medio con punte al 10%) e i suoi 23.8km che presentano un paio di interessanti strappi nel finale. In totale, 2.413m di dislivello che prevedono un duello annunciato tra Italia e Olanda: la squadra olandese è mostruosa, con Annemiek van Vleuten, Anna van der Breggen, Ellen van Dijk e altre cicliste di prim’ordine, mentre le azzurre hanno il loro capitano annunciato in Elisa Longo Borghini, che però nulla ha potuto contro lo strapotere olandese in una giornata certamente non positiva per lei, e l’elemento a sorpresa in Tatiana Guderzo.

La gara viene inizialmente scandita da una fuga, che vede in testa la polacca Nerlo e la colombiana Sanabria: insegue queste due la finlandese Lepisto, e il gruppo inizialmente lascia fare e manda la fuga a 2′. Cambia tutto quando cade in gruppo Annemiek van Vleuten: la Germania tira per staccarla, l’Olanda per farla rientrare dopo una grande rincorsa, e il vantaggio della fuga crolla a 52”, con la sola Sanabria in testa. Il ricongiungimento avviene all’inizio del circuito Olympia, e da lì in poi succede di tutto: prima attaccano Guderzo, van Dijk, Lepisto e Ludwig, che vengono subito riprese, poi il gruppo si fraziona riducendosi a 24 unità. E da queste 24 parte l’interessante azione della statunitense Rivera, che attacca sulla prima ascesa verso Igls: ha 12” su Fahlin, Jasinska, Pirrone, van Dijk e Spratt, che la riprendono e guadagnano 50” circa sul gruppo. Il sestetto viene poi ripreso, ma poco dopo ecco l’attacco decisivo: van Vleuten (inconsapevolmente?) lancia l’attacco di Anna van der Breggen, che s’invola insieme all’australiana Spratt e la stacca nei km seguenti. Ai -38 parte un’autentica cronometro in solitaria per l’olandese, che ha un ritmo insostenibile per tutte: in un amen guadagna tre minuti sul gruppo e lascia la Spratt a 1’20”, e il vantaggio poi aumenta di km in km. Oro e argento di fatto sono blindati, visto che il gruppo si trova a 3’30”, e viene preceduto da tre superstiti della fuga: Jasinska, Fahlin e Rivera sognano il podio, poi vengono riprese dal contrattacco lanciato da Tatiana Guderzo, dalla Canuel e dalla Pieters. Il sestetto dura poco: Jasinska, Canuel, Fahlin e Guderzo si avviano a giocarsi il bronzo, e sono staccate di 4’33” da Anna van der Breggen ai -15, con la Spratt a 2’20” dall’olandese.

È proprio Tatiana Guderzo a rompere gli indugi nel gruppetto che lotta per il terzo posto: scatto secco che lascia tutte sul posto, e bronzo ipotecato dall’azzurra, che si rende imprendibile. Ai Mondiali aveva vinto l’oro a Mendrisio 2009 e due argenti a Zolder 2002 e Verona 2004, ora arriva la medaglia che mancava (era arrivata alle Olimpiadi di Pechino 2008) a 34 anni e in modo inatteso. Finisce così: van der Breggen vince il primo titolo mondiale (festeggiato con un pianto liberatorio) dopo il suo sontuoso numero, infliggendo 3’42” all’australiana Spratt e 5’26” a Tatiana Guderzo, che termina in lacrime: bronzo e quarta medaglia per l’Italia, dopo l’argento di Camilla Alessio nella crono juniores e i bronzi di Antonio Piccolo e Alessio Fancellu nella cronometro e prova in linea degli jr al maschile. 6’13” per Fahlin, Jasinska e Canuel, mentre Pieters e van Vleuten chiudono a 7’05”: il gruppetto delle migliori (con Longo Borghini) chiude a 7’17”, regolato da Lucinda Brand. Ci sono quattro olandesi nelle prime 10.

CICLISMO, MONDIALI INNSBRUCK 2018: DOMANI LA PROVA MASCHILE, CON UN PARCO-PARTENTI SONTUOSO

Domani i Mondiali di Innsbruck 2018 si chiuderanno col gran finale, e con la prova al maschile: 265km che portano da Kufstein a Innsbruck. Prima parte agevole, poi intorno al 60° km ecco la salita di Gnadenwald (2.6km al 10.5%), e al km 85 inizia il circuito ufficiale. 23.8km da ripetere sei volte, col piatto forte della salita di Igls, 7.9km con pendenza media al 5.7% e punte al 10%: resterà nelle gambe, e verrà affrontata nuovamente nel circuito conclusivo, che prevede quella che sarà la salita decisiva. Stiamo parlando del muro di Gramartboden (La Höll), uno strappo di 2.8km con pendenza media all’11% e punte al 28%, che ammazzerà i corridori che non sono scalatori puri e porterà all’arrivo dopo una discesa di 5km e tre km in falsopiano. L’Italia schiera Nibali come capitano, Moscon come piano-B e De Marchi come uomo delle fughe: verranno affiancati da Brambilla, Pellizzotti, Cataldo, Pozzovivo e Caruso. La formazione favorita è quella francese, con Alaphilippe, Pinot e Bardet (più Barguil) che possono vincere: ottime anche la Colombia (Quintana-Uran-Lopez), la Spagna (Valverde-Mas) e la Gran Bretagna con gli Yates. Sarà al via anche Tom Dumoulin, chiamato al riscatto dopo la brutta cronometro: Kwiatkowski può essere il grande outsider, e occhio a dare per spacciato Peter Sagan. Se i big si studieranno e non lo staccheranno prima di Gramartboden, lo slovacco potrà seriamente sognare lo storico poker mondiale.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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