Volley Mondiali Femminili: l’argento delle Azzurre permette qualche riflessione, resta inciso nella mente un mondiale oltre le aspettative e il futuro è tutto dalla parte delle ragazze terribili.

 

FONTE: pagina fb Federazione Italiana Pallavolo

 

L’ITALIA S’È DESTA, NESSUNO CI CREDEVA, TRANNE LORO

Si è concluso con il secondo posto il mondiale delle ragazze terribili del volley. Una cavalcata trionfale, che ha visto infrangersi il sogno dell’oro contro la Serbia, una squadra più forte, che già aveva battuto l’Italia in una partita che però non contava nulla perché già qualificate alle Final Six.

Le ragazze di Mazzanti erano arrivate in Giappone col ruolo di outsider, dietro squadre più quotate come la Cina, campionessa olimpica, gli Stati Uniti, campioni del mondo uscenti, la stessa Serbia, campionessa europea, il Brasile e via dicendo.

I DUBBI SULLE CONVOCAZIONI VENGONO SUBITO SPAZZATI VIA

All’alba della rassegna iridata, guardando le convocazioni Azzurre, forse qualcuno ha storto il naso, soprattutto guardando l’età media, 23 anni, una delle più basse del torneo. Eppure partita dopo partita le Azzurre hanno fatto vedere di essere un gruppo compatto, cresciuto nel tempo, questo mondiale ci ha lasciato in eredità una squadra si giovane ma, che potenzialmente, potrebbe essere una delle favorite alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2020.

Questa squadra ha dimostrato che gli ostacoli servono per essere superati, nessuno si aspettava un cammino del genere, ma loro, grazie al ruolo da grande allenatore come Mazzanti, capace di essere coach ma allo stesso tempo psicologo e amico delle proprie giocatrici, basti pensare che ogni atleta aveva un’app dove venivano caricati i dati delle partite passate così che si potessero visualizzare gli errori e le cose che invece andavano bene, sicuramente un grande passo avanti.

Non vogliamo parlare dei singoli, perché questo traguardo non sarebbe stato possibile senza tutte le ragazze, ma se il libero, l’opposto, la schiacciatrice e l’alzatrice migliori del torneo sono Azzurre sicuramente le basi da cui ripartire sono solide, e se Monica De Gennaro non è più giovanissima affiancarle un libero, probabilmente Beatrice Parrocchiale, che possa crescere all’ombra della migliore del mondiale allora possiamo star tranquilli anche in quel ruolo.

IL RIASSUNTO DEL CAMMINO AZZURRO

Il mondiale femminile è iniziato il 29 settembre alle 6.40 italiane (perché in Giappone sono 8 ore avanti), a Sapporo, in un palazzetto semi vuoto, all’ombra del fallimento della Nazionale maschile, che il giorno prima aveva perso il set decisivo per la semifinale, vincendo poi al tie break contro la Polonia poi campione del mondo, vittoria però inutile. La prima fase si conclude con cinque vittorie in altrettante partite, un solo set concesso alle campionesse olimpiche della Cina.

Ci si affaccia alla seconda fase portandosi dietro i 15 punti fruttati, si vincono altre quattro partite, solamente tre set persi. La terza fase si gioca contro Giappone e Serbia e in virtù della sconfitta delle nipponiche contro le balcaniche, vincendo al tie break contro le asiatiche ci garantiamo l’accesso alle Final six. La partita contro la Serbia ci vede sconfitti, ma era un match ininfluente.

La semifinale ci vede riaffrontare la Cina, un match che passerà alla storia della pallavolo italiana e mondiale perché Paola Egonu realizza 45 punti, record assoluto. Un match per cuori forti, un tie break vinto proprio grazie ad Egonu che sbaglia un servizio e una schiacciata, si va sul 13-13 e poi decide di mettere giù i due punti che vogliono dire vittoria e accesso alla finale.

L’atto conclusivo ci vede affrontare ancora una volta la Serbia, una squadra più forte di noi e lo dimostra sul campo, perché sotto 2-1 nel punteggio va a vincere 3-2 al tie break, spezzando il sogno di una Nazione intera.

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