Ecco l’Izoard, ecco l’ultima occasione per attaccare e provare a staccare un Chris Froome sempre più vicino alla vittoria nel Tour de France: il film della 18a tappa, che vedrà l’ultimo arrivo in salita della Grande Boucle. 

Tour de France

TOUR DE FRANCE: VITTORIA DA SOGNO PER BARGUIL, BARDET STRAPPA 4” A FROOME. ARU KO

L’ultimo arrivo in salita (uno dei tre) del Tour de France, l’ultima occasione per strappare a Chris Froome il simbolo del primato e mettere in difficoltà il vincitore designato di questa Grande Boucle: è una tappa attesa, quella che arriva sull’Izoard dopo 179.5km e parte da Briançon (le due località sono vicinissime in realtà): 14.1km al 7.3% di pendenza media e punte al 10%, per una salita che non veniva affrontata al Tour dal 2000 (ma nel 2013 venne conquistata da De Marchi al Delfinato) e non è mai stata arrivo di tappa. L’Izoard all’arrivo, ma prima ecco la Côte des Demoiselles Coiffees (3a cat.) e il Col du Vars (1a cat, punte al 12%): è una tappa appetita dai fuggitivi, quella odierna, e allora ecco che parte un gruppone elefantiaco. Sono ben 54 i corridori all’attacco, e servirebbero cinque minuti per ripetere tutti i nomi: altamente rappresentate l’Astana (4 corridori) e la UAE di Meintjes (5), che potrebbero attaccare per migliorare la loro classifica (Fabio deve ritrovare il podio), ma ci sono anche attaccanti come De Marchi, scalatori come Atapuma, un sorprendente Colbrelli e nomi fissi delle fughe come Voeckler e Calmejane (Direct Energie), Mollema (Trek), Cummings (Dimension Data), Gallopin e De Gendt (Lotto-Soudal), tutti fuori classifica (il migliore è Feillu, 33°). De Gendt è avanti per i punti dei GPM, e timbra il cartellino sulla prima salita, staccandosi però sul Col du Vars e consegnando la maglia a pois matematica a Barguil: l’azione che smuove le acque è quella di Lutsenko, gregario di Aru, che viene seguito da Atapuma, Sicard e Gallopin. Dietro tirano la Sky e la Bora, che va a difendere il 15° posto di Buchmann quando la fuga supera gli 8’30”: i quattro scollinano con circa 6’30” sul gruppo, e poi si riforma un gruppetto nutrito in discesa man mano che rientrano i vari corridori che si erano staccati.

L’Ag2r ferma Gautier e inizia a tirare a spron battuto per affaticare i rivali di Bardet, riducendo notevolmente il distacco (4’50” ai -20): davanti intanto si portano all’attacco Edet e Lutsenko, ma il kazako resta presto da solo, mentre dietro di lui esplode la fuga, con Navarro, Gallopin e Atapuma all’inseguimento (42”). Il gruppo è a 3’50”, e nessuno si muove, con l’Ag2r che fa selezione e Aru che boccheggia: davanti Atapuma supera e stacca Lutsenko, dietro Aru perde le ruote dei migliori, rientrando col ritmo mentre Sky si porta in testa col monumentale Kwiatkowski. Intanto scattano dal gruppo Contador (aiutato da Mollema) e Barguil per la vittoria di tappa, e il distacco si riduce a 1’55”: il francese stacca Albertino (ripreso), mentre dietro attacca il solo Daniel Martin, con Aru in grande difficoltà. Il cavaliere dei quattro mori si stacca con Quintana, rientra, ma ha la faccia di chi non ha più energie e si stacca: la Sky vede come concluso il Tour, e libera Landa per la vittoria di tappa. Lo spagnolo è in forma spaventosa e guadagna subito tantissimo, sfruttando il rallentamento del gruppo maglia gialla (col distacco da Atapuma che sale a 1’40”), ma nel giro di pochi km la corsa esplode: Bardet attacca ai -3, Froome e Uran lo seguono e poi l’inglese piazza la frullata nel tratto più duro. Uran e Bardet rientrano nel breve tratto in discesa, e i tre riprendono Landa che tira per Froome: davanti Barguil riprende e passa Atapuma, conquistando la sua seconda vittoria di tappa in questo Tour (bis che fa il paio con quello alla Vuelta 2013), dietro invece Bardet tenta di nuovo l’attacco senza fare il vuoto. Il francesino però conquista i 4” d’abbuono, riducendo il distacco da Froome e facendone perdere due a Uran, che cede sull’arrivo a 2300m: i big arrivano a 20” (Bardet-Froome) e 22” (Uran) da Barguil, mentre dietro Fabio Aru perde un minuto circa, chiudendo a 1’21” dal vincitore odierno e perdendo anche le ruote del disastroso Quintana.

TOUR DE FRANCE: LA NUOVA CLASSIFICA GENERALE, URAN PUÒ SCALZARE FROOME A MARSIGLIA?

Warren Barguil vince la tappa dell’Izoard (che ha ospitato anche ”La Course” femminile: vittoria a Van Vleuten, Longo Borghini terza) dunque, onorando al meglio la sua maglia a pois (la Sunweb conquista questa e la verde con Matthews: i due portano anche 4 tappe) e rivendicando definitivamente il ruolo di erede di Virenque: il suo modo di correre assomiglia molto a quello del buon Richard, il carattere no, dato che Barguil è molto amato in gruppo e molto lontano dalla spocchia dell’ex scalatore. La tappa odierna ridisegna ulteriormente la classifica, che diventa davvero interessante nell’ottica dei 22km della cronometro di Marsiglia: Chris Froome resta in giallo con 23” su Bardet e 29” su Uran, che viene ritenuto dall’inglese l’unico che può batterlo nella prova contro il tempo. Ciccio è in grande condizione, e darà tutto per tentare il colpaccio dopo due anni bui: d’altronde il rischio di uscire dal podio per lui e Bardet è pari a zero, perchè i distacchi degli altri big sono incolmabili, visto che non c’è uno specialista alle loro spalle. Landa è quarto con 1’36” di distacco, Fabio Aru (destinato alla UAE nel 2018, con Landa in Movistar e Quintana alla Sky) invece completa il suo passo da gambero scivolando in 5a posizione da Froome (ieri, prima di partire, era a 18”) a 1’55” e lamenta una bronchite che l’ha fatto faticare a respirare sia ieri che oggi: dietro di loro Tony Martin a 2’56”, Yates a 4’56” (maglia bianca ipotecata), Meintjes a 6’52”, Barguil a 8’22” e Contador a 8’34” a chiudere la top-10.

Domani la corsa si riposerà con la tappa per velocisti da Embrun a Salon-de-Provence, 222.5km disegnati apposta per lo sprint finale, con Matthews che proverà a ipotecare definitivamente la maglia verde. Un obiettivo fattibile, dato che non ci sono più tanti velocisti in gruppo.

Il profilo della tappa di domani

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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