È stata presentata la corsa rosa. Andiamo ad analizzare i possibili partecipanti e le loro eventuali chance di vittoria finale.

Froome (a destra) stringe la mano a Dumoulin (fonte Gazzetta.it)

San Luca, Gavia, Anterselva e Croce d’Aune. Ma anche tre cronometro, una delle quali lunga 34,7 chilometri. Insomma, l’assortimento non manca nel Giro d’Italia 2019. Una corsa particolare, che si presta a diverse soluzioni per quanto riguarda gli uomini di classifica, che oscilleranno tra la gestione delle fatiche in salita e la precisione della lotta contro il tempo. Difficile capire chi vi prenderà parte con certezza. I nomi degli ipotetici protagonisti, però, lasciano intuire una sfida complessa ed articolata.

DUMOULIN-YATES, LA RIVINCITA

I grandi sconfitti del Giro 2018, per ragioni diverse, sono stati Tom Dumoulin e Simon Yates. L’olandese ha condotto una gara impeccabile tatticamente fino all’attacco di Chris Froome sul Colle delle finestre. Lì, il campione del team Sunweb ha perso un briciolo di lucidità scomponendo la sua azione e concentrandosi più sulla ricerca di improbabili alleati che sull’offensiva del team Sky. Un errore di valutazione pagato con il secondo posto finale e con un pizzico di rimpianti. Rimpianti condivisi con l’inglese che nella medesima tappa incriminata si trovava in maglia rosa prima di crollare sotto il forcing degli avversari. Simon si è rivelato forte, letale, a tratti incontenibile al Giro d’Italia. In pochi lo consideravano un uomo da classifica in grado di vincere e dominare una corsa di tre settimane. Yates ha dimostrato di poter vincere in qualsiasi arrivo in salita, variando la propria tattica in funzione della tappa. Ma al Giro ha anche imparato una lezione importantissima: una gara lunga si vince gestendo le proprie energie e non andando all’attacco ogni giorno. Nelle prime due settimane, l’inglese della Mitchelton Scott ha osato sempre. E a cronometro ha spinto oltre i propri limiti, pagandone dopo le conseguenze. Per lui, come per Dumoulin, il Giro 2019 sarà una rivincita per scacciare il brutto ricordo dell’ultima edizione.

SOGNO TRIS

Ci proverà anche Vincenzo Nibali. Lo Squalo dello stretto, assente quest’anno, vuole replicare i successi del 2013 e del 2016. Nell’ultima apparizione nella corsa rosa, il campione italiano ha chiuso al terzo posto, dietro a Dumoulin e Quintana. C’è un digiuno da interrompere per “Enzo”: il siciliano non vince un Grande Giro proprio dal 2016, con quella rocambolesca rimonta ai danni di Esteban Chaves e Steven Krujiswjik. Nel 2017 due podi, ma nessun successo finale. Risultati comunque straordinari. Il tempo, però, passa inesorabile e lo Squalo si ritrova a fare i conti con rivali sempre più giovani ed affamati. Per questo, il Giro 2019 suona tanto come un’occasione preziosa, da sfruttare appieno.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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