La Vuelta 2020 riparte dopo l’Angliru, e lo fa con la cronometro che potrebbe decidere la corsa: 33.7km che si concludono con lo strappo di Mirador de Ezaro e le sue pendenze al 14.8%. Primoz Roglic è l’ovvio favorito, ma dovrà superare lo “spettro” del Tour.
VUELTA 2020, 13A TAPPA: VITTORIA E MAGLIA ROSSA PER ROGLIC
Richard Carapaz in maglia rossa, Primoz Roglic a 10”, Hugh Carthy (vincitore sull’Angliru) a 32”, Daniel Martin a 35”, Enric Mas a 1’50” e via via tutti gli altri: la Vuelta 2020 arriva così a quella che è senza dubbio una delle frazioni decisive per la classifica finale, una cronometro potenzialmente determinante. I corridori scattano da Muros e arrivano a Mirador de Ezaro dopo 33.7km dai due volti: i primi 32km sono completamente piatti e per gli specialisti, poi 1.7km di strappo durissimo al 14.8% fino all’arrivo, da affrontare dopo il passaggio dalla bici da crono a quella da strada. I grandi distacchi della Vuelta si potrebbero vedere qui, perchè dopo questa frazione c’è un solo arrivo in salita sull’Alto de Covatilla. Tutti si aspettano il duello tra Roglic, grande favorito, e Carapaz, ma ovviamente i primi protagonisti sono altri: Remi Cavagna è il primo a far segnare un rilevamento cronometrico interessante (47’37”), che viene però demolito dall’ottimo Nelson Oliveira (46’49”), a sua volta sorpassato da Will Barta (46’40”), mentre Froome prende questa crono in totale tranquillità perchè dovrà lavorare come gregario di un Carapaz che verosimilmente dovrà rimontare dopo questa frazione.
Dopo le 16 tocca ai big, con Roglic e Carapaz che scattano subito dopo le 16.30. Partono molto lenti Vlasov ed Enric Mas, che perdono molto dai primi tre: sorprende Hugh Carthy, che al primo intermedio guadagna 2” su Roglic e 6” su Carapaz. Lo sloveno non sembra al 100%, e al secondo intermedio accelera leggermente: 17” dal leader Will Barta, 1” su Carthy e 19” sull’ecuadoriano, mentre Dan Martin e Mas continuano a perdere molto e lo spagnolo cambia bici dall’ammiraglia e fuori dai “box”. Quello che conta davvero è l’arrivo, col durissimo strappo che può cambiare tutto: uno strappo che fa, sorprendentemente, perdere molti secondi a Carapaz. Primoz Roglic strappa di un soffio il successo di tappa a Will Barta: tempo di 46’39” e un secondo sullo statunitense della CCC. Seguono Oliveira (10”), Carthy (25”), Armirail (41”), Cattaneo (46”), Carapaz (49”), Cavagna (58”), De La Cruz (59”) e Sutterlin (1’07”): fuori dai dieci il duo Soler/Poels (1’12”), così come Dan Martin (1’17”) e Mas (1’43”), malissimo Vlasov (2’17”) e Valverde (2’27”). Primoz Roglic guadagna così 25” su un ottimo Carthy e 49” su Carapaz, che perde mezzo minuto nel tratto finale: maglia rossa per lo sloveno, cresciuto col passare dei km.
VUELTA 2020: LA CLASSIFICA GENERALE, 39” TRA ROGLIC E CARAPAZ
Primoz Roglic scaccia i fantasmi del Tour de France e vince questa cronometro, seppur guadagnando meno delle attese: è la nuova maglia rossa con 39” su Carapaz e 47” su Carthy, i due rivali per il successo finale che proveranno ad attaccarlo da domani in poi e sull’Alto de la Covatilla (sabato). Quarto Dan Martin a 1’42”, precedendo Mas che deve spegnere i sogni di podio ed è 5° a 3’23”: top-10 per Poels (6’15”), Grossschartner (7’14”), Valverde (8’39”), Vlasov (8’48”) e De La Cruz (9’23”), mentre il nostro Cattaneo è ora 17° a 16’11”. Domani tappa con tre GPM, sulla carta perfetta per i fuggitivi: si affrontano 204,7km da Lugo a Ourense, con le salite pedalabili di Alto de Escairon (8.7km al 3.3%), Alto de Guitara (7.8km al 3.8%) e Alto de Abelaira (7.6km al 3.8%). Occhio all’ultimo km, con pendenze al 6%: se si arriverà in gruppo, Roglic potrebbe sprintare per prendere gli abbuoni.
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