Ieri Elia Viviani si è tolto la soddisfazione di conquistare la Cyclassics di Amburgo. Una vittoria importante non solo sotto l’aspetto sportivo.

Elia Viviani con la maglia del team Sky

UNO SPRINT LIBERATORIO

Finalmente Elia! Finalmente un successo importante e pesante. L’urlo di gioia sul traguardo di Amburgo, sede della Cyclassics ha un sapore più che mai liberatorio. È un’affermazione diversa rispetto alle tappe conquistate al Giro d’Austria o nelle gare di contorno, a cui era stato confinato a causa della politica del team Sky. Chiariamo: nulla contro le scelte dello squadrone britannico, avvalorate peraltro dai grandi risultati conseguiti al Tour de France. Eppure, riguardando anche lo sprint di ieri, nella classica tedesca, rimane il dubbio che si potesse gestire diversamente il veronese. Forse, non era così impensabile vederlo almeno al Giro d’Italia, nel quale avrebbe potuto seriamente lasciare il segno. Difficile pensare il contrario, assistendo alla volata: Elia si impone nettamente su avversari di primissimo piano, come Arnaud Demare, vincitore della Milano-Sanremo 2016, Dylan Groenewegen, Alexander Kristoff ed André Greipel. Se non è il meglio tra i velocisti poco ci manca.

LA RIVINCITA DEL “REIETTO”

Indubbiamente, è una vittoria importante dal punto di vista sportivo, ma soprattutto morale. È noto a tutti quanto abbia fatto male ad Elia l’esclusione dai Grandi Giri stagionali, il sogno di qualsiasi ciclista. Indubbiamente è stata una delusione. Essere scartato non fa mai piacere, ancora di più se si ha un palmares inequivocabile. Questo successo è una rivincita per Viviani, una dimostrazione di forza ed un messaggio nemmeno troppo velato alla sua ormai ex squadra: “Visto di cosa sono capace? Non meritavo di essere accantonato così. Anch’io avrei potuto dire la mia in un Grande Giro”. E, forse, sotto sotto, anche il team Sky starà ripensando a cosa si è perso, non schierandolo in alcune occasioni e lasciandolo partire. Sicuramente, lo squadrone britannico ha scelto bene, puntando su uno dei talenti cristallini più interessanti in circolazione come Gianni Moscon, ma la gestione di Viviani poteva essere diversa e migliore.

FIDUCIA NEL FUTURO

Ma quel che più conta è il contraccolpo psicologico di questa vittoria. Per Elia, è una boccata d’ossigeno per il presente e, in particolar modo, per il futuro. A partire dal Mondiale. Già, quella rassegna a cui non si sa ancora se parteciperà o meno. Il Commissario Tecnico Davide Cassani sta valutando come allestire la formazione in vista dell’appuntamento più importante dell’anno e Viviani rimane in bilico. E poi l’arrivo trionfale di Amburgo è anche un modo per rassicurare i vertici della Quick Step Floors, la sua nuova formazione, pronta ad accoglierlo ed a dargli fiducia dal prossimo anno. Il veneto ha dimostrato di essere affidabile e di saper sfruttare le occasioni a disposizione. Basta dargli spazio e fiducia. Forse, quello che è mancato negli ultimi mesi nel rapporto con il team Sky.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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