La 6a tappa del Giro d’Italia 2018, con partenza da Caltanissetta ed arrivo sull’Etna, va ad Esteban Chaves (Mitchelton – Scott), davanti alla nuova Maglia Rosa, Simon Yates (Mitchelton – Scott) e Thibaut Pinot (Groupama-FDJ).

Esteban Chaves (fonte Sportfair)

IL FILM DELLA 6a TAPPA: DOPPIETTA MITCHELTON-SCOTT

L’aspettavano tutti, la Caltanissetta-Etna. Già, i 169 chilometri che separano la cittadina siciliana dall’Osservatorio Astronomico posto in cima al celebre vulcano dovevano fornire risposte importanti sugli equilibri del Giro d’Italia 2018. E la 6a tappa non delude le attese. Certamente, un primo sguardo permette di far notare come la corsa rosa non risulti mai noiosa. I primi 120 chilometri molto mossi, con continui saliscendi e tante curve, sono caratterizzati da una fuga numerosa, composta da quasi trenta corridori: Chad Haga e Sam Oomen (Sunweb), Mickael Cherel, Nico Denz e Quentin Jauregui (AG2R La Mondiale), Francesco Gavazzi e Marco Frapporti (Androni – Sidermec), Giulio Ciccone e Alessandro Tonelli (Bardiani – CSF), Sebastien Reichenbach e Jeremy Roy (Groupama – FDJ), Ben Hermans e Ruben Plaza (Israel Cycling Academy), Esteban Chaves e Jack Haig (Mitchelton – Scott), Dayer Quintana (Movistar), Jacques Janse Van Rensburg (Dimension Data), Joe Dombrowski (EF – Drapac), Robert Gesink (Lotto NL – Jumbo), David De La Cruz e Sergio Henao (Sky), Niklas Eg (Trek), Jan Polanc, Manuele Mori e Diego Ulissi (UAE Team Emirates), Alessandro De Marchi (BMC) ed Edoardo Zardini (Wilier – Selle Italia). Il loro vantaggio non assume proporzioni vaste ed il gruppo della Maglia Rosa, Rohan Dennis, li tiene sotto controllo, attendendo l’inizio della salita risolutiva. Un’ascesa che ha suscitato tanta curiosità in quanto si tratta di un versante inedito, lungo 15 km, con una pendenza media del 6,5% e punte del 15%. Più si avvicina il momento topico e più aumenta la velocità del gruppo dei big, che lima il gap. Notevole il lavoro dell’Astana di Miguel Angel Lopez, mentre Chris Froome e la Sky restano in ombra. Il primo colpo di scena avviene ai piedi del vulcano: Davide Formolo (Bora Hansgrohe) rimane coinvolto in una caduta e viene aiutato dal compagno Cesare Benedetti a ripartire. Il veronese riesce comunque a rientrare, prima di staccarsi definitivamente ai meno 11. Davanti, tenta la sortita Gesink, venendo presto ripreso. In contropiede attacca De Marchi, seguito da Hermans. Dopo qualche attimo di tentennamento, ecco l’allungo di Henao per chiudere sui primi. A ruota ecco Chaves. I due colombiani si portano sulla testa della corsa. Lentamente, però, Ciccone, Ulissi e Reichenbach si rifanno sotto, lasciando l’esito della gara più incerto che mai. Lo scalatore della Bardiani – CSF tenta l’affondo ai meno 9, venendo riacciuffato da Henao, Chaves, Oomen e Hermans. Nuovo attacco di Ciccone ai meno 6. Chaves aspetta un chilometro e parte in contropiede, involandosi verso il traguardo. Contemporaneamente, lo scatto di Lopez manda in crisi la Maglia Rosa. Ai meno 3, ci prova a sorpresa Tom Dumoulin: l’azione dell’olandese crea un piccolo gap sugli altri big. Una delle vittime del forcing nelle prime posizioni è anche Fabio Aru, costantemente in fondo al plotone dei favoriti. Nuova fiammata di Lopez: ripreso. Attacca Domenico Pozzovivo: il lucano della Bahrain Merida viene prontamente assistito da George Bennett (Lotto NL Jumbo), Simon Yates (Mitchelton – Scott) e Thibaut Pinot (FDJ). Rallentamento, surplace. Attacca ancora Bennett: chiuso. Di nuovo calma piatta. Meno 2: stoccata di Yates che coglie impreparati gli avversari e va a riprendere il compagno di squadra Chaves. Che fare dunque? Tappa e primato? No, meglio una salomonica divisione. Vittoria di giornata ad Esteban, Maglia Rosa a Simon, secondo, davanti a Pinot. Il britannico guida la classifica generale con sedici secondi su Dumoulin, giunto insieme agli altri big, e ventisei sull’amico colombiano. La Mitchelton – Scott può legittimamente festeggiare. Cosa si può volere di più dalla vita?

IL BORSINO DEI BIG

Si sapeva che Simon Yates andava forte. La gamba era notevole. Eppure, la sparata sull’Etna ha destato non poco scalpore. Impressionante la facilità con cui l’inglese ha fatto prima da stopper a protezione del compagno e poi ha piazzato un’accelerazione bruciante, straripante, incontenibile per tutti gli altri. Un segnale forte per gli avversari, che dovranno guardarsi anche dal ritrovato Esteban Chaves. Il sudamericano della Mitchelton – Scott sembra aver finalmente accantonato i problemi degli ultimi dodici mesi in strada e fuori. Ancora non è fisicamente sul livello di Yates, ma la sua condizione psicofisica potrebbe presto crescere nel corso del Giro. Chissà se prossimamente si assisterà ad un dualismo tra i due alfieri della formazione australiana… Note positive da parte di Domenico Pozzovivo, veramente rampante negli ultimi chilometri. Gli è mancata la sparata nel finale, ma la gamba sembra straordinaria. Forse, è la miglior versione del lucano sulle strade del Giro. Impressiona anche Tom Dumoulin: l’olandese della Sun Web ha tentato qualche timido allungo. Nulla di devastante o di simile ad Oropa 2017, ma, considerando le caratteristiche della salita, dura ed esigente, ha mostrato una solidità notevole. Meno brillante Chris Froome: il britannico è rimasto a ruota per tanto tempo, ma non ha trovato la sua consueta “frullata”. Tanti elastici ed andatura sempre regolare. Si ha l’impressione di una giornata in cui i danni sono stati limitati. Dunque, quale futuro per “Froomey”? Il suo Giro è a rischio? Assolutamente no. Il britannico ci ha abituati ad entrare in forma a gara in corso. Niente allarmismi, anche se una cotta nelle prossime tappe potrebbe segnare irreversibilmente la sua lotta per la Maglia Rosa. Opaco anche Fabio Aru. Il sardo della UAE Emirates ha lottato per tenere le ruote dei migliori, senza mai dare l’impressione di poter scattare. Giornata no? Possibile. Sicuramente, se tra Montevergine e Gran Sasso non arriveranno squilli, ci sarà di che preoccuparsi. In chiusura da segnalare un pericoloso outsider: il Thibaut Pinot visto oggi negli ultimi chilometri si candida seriamente come uno dei grandi protagonisti nell’ultima settimana. Guai a perderlo di vista. Veloce nello spunto, solido nel passo: il francese sogna la rivincita del 2017.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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