Ciclismo su strada

Ciclismo, Mondiali Bergen 2017: trionfa Sagan e fa tris, 4° Trentin

I Mondiali di ciclismo di Bergen 2017 si concludono con la prova in linea degli uomini Elite: i nostri Matteo Trentin ed Elia Viviani figuravano tra i favoriti, andiamo a scoprire cos’è successo sul suggestivo tracciato norvegese!

CICLISMO, MONDIALI BERGEN 2017: TRIONFA SAGAN, 4° TRENTIN

267.5km di fuoco, con la bellezza di 11 giri del tracciato costruito intorno a Bergen, che inizieranno dopo 57km di trasferimento: il Mondiale di ciclismo arriva alla sua conclusione con la prova maschile, che anche questa volta verrà decisa dalla dura e breve ascesa di Salmon Hill, 1.5km al 6.4% di pendenza media con punte all’8%. La corsa parte subito con una fuga, che vede 10 uomini scattare a pochi km dalla partenza: vanno all’attacco Dunne e McKenna (Irlanda), Asadov (Azerbaijan), Zhupa (Albania), Vermeulen (USA), Amador (Costa Rica), Smit (Sudafrica), Manninen (Finlandia), Mraouni (Marocco) e Magnusson (Svezia). Il gruppo inizialmente lascia fare, facendo aumentare il vantaggio della fuga fino a 9 minuti, ma poi entrano in azione Repubblica Ceca (a sorpresa, Stybar punta al titolo?) e Belgio, con Julian Vermote che effettua un lavoro incredibile, portando a spasso il gruppo per 200km fino alla caduta che lo taglia fuori dalla corsa. I fuggitivi vengono lasciati fare fino agli 80km dall’arrivo, quando il gruppo va a riprenderli dopo aver alzato pian piano il ritmo: gli ultimi a cedere sono Smit, McKenna, Amador, Dunne, Magnusson e Vermeulen, e con loro Belkov che aveva attaccato dal gruppo. E qui inizia una nuova fase: Belgio e Polonia (per Kwiatkowski) tirano, e alla fine dell’ottavo giro ecco il nuovo attacco: si muovono per primi Haller (Austria) e Wellens (Belgio), seguiti poi da De Marchi (sempre attivo il Rosso di Buja), Boom (Olanda), Eiking (Norvegia), Haig (Australia), Pantano (Colombia) e De La Cruz (Spagna), che guadagnano un massimo di 40”. Il Belgio dunque si chiama fuori dalla testa del gruppo, e va a tirare la Francia con tutti i suoi effettivi in un gruppo molto (troppo?) numeroso: davanti intanto tira solo Wellens, ma il vantaggio non diventa enorme, e dal gruppo si muove Pollitt (Germania) nel tentativo di rientrare. Gruppo (con tutta l’Italia) a 35” quando mancano due giri, e le cadute fanno selezione: in una vengono coinvolti Moscon (che rientrerà) e Poels, ma sono Henao (ritirato) e Tejay van Garderen (brutto volo sulle transenne) ad avere la peggio. Intanto, Dumoulin decide che è il momento di muoversi e prova l’attacco sia sullo strappetto da 800m all’8%, che su Salmon Hill: Ulissi e Bettiol chiudono il buco e si mette in evidenza anche Uran, ma l’azione dell’olandese fa male, e ai -25 la fuga viene ripresa nonostante la caparbietà di Wellens, De La Cruz, Haig, Eiking e Lutsenko. E da qui iniziano mille scatti: ci prova Dillier (Svizzera), poi tocca a Luis Mas, e poi si muovono altri, con l’Italia che funziona come un orologio e tiene alta l’andatura in gruppo (con Bennati), andando a chiudere sugli attaccanti.

Si muovono Langeveld e Martens sullo strappetto, ma l’attacco decisivo arriva su Salmon Hill: Gallopin si muove, Moscon e Bettiol vanno a marcare i contrattaccanti, ma l’azione decisiva è quella di Julien Alaphilippe, che si porta dietro Gilbert, Van Emden e Moscon sulla salita. Gli altri cedono e Alaphilippe attacca da solo, ma Moscon è incredibile e lo va a riprendere in progressione: i due si trovano davanti con 10” circa di vantaggio e vanno di comune accordo, mentre dietro tantissimi corridori provano a inseguire, con Bettiol e Trentin a fare da stopper interessati. Postlberger e Kyrienka sono gli inseguitori più pericolosi, e così Alaphilippe scatta sul pavè lasciando lì Moscon, che va in difficoltà: e qui succede qualcosa d’inaspettato, con l’immagine che salta e ci lascia ”al buio” fino all’ultimo km, quando c’è la telecamera fissa. Non si sa come, nè perchè, ma ci troviamo con un gruppo compatto tirato da Bettiol, che lancia lo sprint per Trentin che però rimane indietro nel momento propizio: è Kristoff a lanciare questa volata ristretta a 25-30 corridori, ma Sagan rilancia e lo supera, battendolo di pochissimo e conquistando il tris. Sagan oro, Kristoff argento in casa e bronzo per Bling Matthews, che batte Trentin, quarto all’arrivo dopo un’ottima corsa, nella quale ha sempre tenuto d’occhio gli altri big.

CICLISMO, MONDIALI BERGEN 2017: PETER SAGAN ENTRA NELLA STORIA, BUONA ITALIA

Un successo, quello di Sagan, bravo a correre con intelligenza senza sprecare energie fino allo sprint finale, che lo fa entrare nella storia: lo slovacco è il primo corridore a conquistare tre mondiali consecutivi, mantenendo per un’altra stagione la maglia iridata e compiendo qualcosa di fantastico. Neppure Merckx, cannibale per anni, era riuscito a mantenere la maglia di campione del mondo per tre stagioni consecutive (il suo dominio dovrebbe interrompersi a Innsbruck, con un Mondiale da scalatori), e così Peter Sagan, dopo aver penato tantissimo in questa stagione per centrare la vittoria numero 100 (questa è la 101a) e dopo la squalifica del Tour, conclude l’annata con un risultato da urlo e lo dedica a Michele Scarponi. Deluso di giornata Dumoulin, che manca la storica doppietta cronometro-prova in linea (riuscita solo a Olano) chiudendo in modo totalmente anonimo e non incendiando la corsa nel finale, mentre l’Italia (che resta a 7 medaglie) può comunque sorridere.

Gli azzurri non hanno vinto e hanno chiuso quarti, ma possono essere soddisfatti della loro condotta di gara: Trentin è arrivato quarto cedendo a due mostri e mezzo degli sprint (Matthews, specializzandosi nelle volate, può crescere tantissimo), Moscon ha cullato per qualche km il sogno iridato, Bettiol, Ulissi, Colbrelli e gli altri hanno disputato una grandissima gara tenendo sempre d’occhio la corsa. Unica nota dolente, il finale anonimo di Elia Viviani, che non faceva parte del gruppo che si è giocato il titolo e si è perso per strada: peccato per il campione olimpico di Rio 2016, che però potrà togliersi tante soddisfazioni l’anno prossimo con Quickstep.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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