Nella giornata odierna, l’UCI ha pubblicato il nuovo calendario della stagione del ciclismo, con la stagione compressa tra agosto e ottobre. Tra sovrapposizioni, controversie e novità assolute, ecco tutte le date: il Giro 2020 si terrà dal 3 al 25 ottobre.

Giro 2020
Il percorso completo del Giro

CICLISMO, IL NUOVO (E CONTROVERSO) CALENDARIO UCI: TUTTE LE DATE

Il ciclismo, come molti altri sport, ci aveva salutato nel mese di marzo. Per la precisione, il 14 marzo, giorno in cui si concludeva in anticipo una Parigi-Nizza disputata in un clima surreale: l’Italia era già in ginocchio per il COVID-19, Francia e Spagna sarebbero andate in lockdown a breve. Vinse Schachmann, ma l’attenzione mediatica fu irrisoria e fecero più scalpore le assenze di alcuni team (Mitchelton ecc), della prestazioni sulla strada. Da allora, il ciclismo è fermo: i corridori si allenano in casa e/o gareggiano online coi rulli, mentre continuano a saltare gare su gare. È slittato per primo il Giro d’Italia, poi è toccato al Tour (niente eventi sportivi in Francia fino al 1° settembre), alla Vuelta e a tutte le classiche: un caos, quello generato dal COVID-19, che non ha risparmiato nessuno. Il ciclismo però non si ferma e vuole ripartire, anche a costo di “comprimere” la stagione da agosto a fine ottobre/inizio novembre. Nessuna grande corsa può e vuole saltare, e quest’oggi l’UCI ha pubblicato il calendario della ripresa. 

Un calendario estremamente compatto, che scatenerà una ridda di polemiche. Il ciclismo ha scelto di ripartire (a porte chiuse, probabilmente) proprio dall’Italia, correndo le Strade Bianche il 1° agosto: una corsa sfiancante già a marzo, figuriamoci con le temperature estive. Si proseguirà poi col Tour de Pologne (5-9 agosto) e la Milano-Sanremo, fissata per l‘8 agosto: dal 12 al 16 agosto ecco il Delfinato, mentre i campionati nazionali (20-23 agosto) e gli Europei (24-28 agosto) precederanno il Tour de France. Sarà la Grande Boucle infatti a inaugurare la stagione dei Grandi Giri, venendo corsa dal 29 agosto al 20 settembre. Durante il Tour, spazio alla Tirreno-Adriatico (7-14 settembre) e alle corse in Canada (11/9 GP Quebec, 13/9 Montreal), subito dopo il Tour de France invece ecco i Mondiali sull’insidioso circuito di Aigle-Martigny (20-27 settembre), che sorride agli scalatori, il Binckbanck Tour (29 settembre-3 ottobre) e la Freccia Vallone (30 settembre). E il Giro d’Italia? La corsa rosa, con partenza in Ungheria, si terrà dal 3 al 25 ottobre. Nel bel mezzo del Giro, ecco le classiche del Nord: Liegi-Bastogne-Liegi il 4 ottobre, Amstel Gold Race il 10/10, Gent-Wevelgem l’11/10, Dwars von Vlaanderen il 14, il Giro delle Fiandre il 18 ottobre e la Parigi-Roubaix il 25 ottobre. A completare un quadro caotico, ecco la Vuelta, che chiuderà la stagione venendo disputata dal 20 ottobre all’8 novembre: nel mezzo del giro iberico, il Lombardia, che verrà corso il 31 ottobre e per la prima volta dopo anni non sarà la gara del “liberi tutti”. 

CICLISMO, TRA SOVRAPPOSIZIONI E CONTROVERSIE: LE PROBLEMATICHE DEL NUOVO CALENDARIO

È senza dubbio un calendario che farà discutere, quello del ciclismo. Perchè, se da un lato è vero che era davvero complicato far quadrare tutto con poco più di tre mesi a disposizione e alcune nazioni (Francia, Belgio, Olanda) senza eventi sportivi fino al 1° settembre, dall’altro è altrettanto vero che non mancano controversie e sovrapposizioni. Facciamo alcuni esempi, che ben descrivono il caos a cui l’UCI ha esposto squadre e corridori, ma anche pubblico e organizzatori. La Tirreno-Adriatico, che si terrà dal 7 al 14 settembre, verrà disputata nel bel mezzo del Tour de France: ne conseguono l’arrivo di nomi meno “blasonati” e una decisamente minore visibilità mediatica. Stesso discorso per il Lombardia, da corrersi il 31 ottobre nel bel mezzo della Vuelta. Oppure, la situazione delle Nazionali: i corridori verranno catapultati dai campionati nazionali agli Europei, dagli Europei dritti al Tour e dal Tour dritti ai Mondiali. Tutto, potenzialmente, senza pause. Ma è il Giro d’Italia la corsa che rischia di pagare il prezzo maggiore, e per due motivi: la corsa rosa va a sovrapporsi totalmente alla stagione delle classiche, ritrovandosi privata senza appello dei “cacciatori di classiche” e degli scattisti. Peter Sagan aveva annunciato la sua presenza, ma venendo al Giro potrebbe disputare solo la Freccia Vallone e il Lombardia: cambierà idea? Lo stesso discorso vale per motivi colleghi che dovranno scegliere tra il Giro e la gloria individuale: il rischio è che, con una stagione così compressa, la maggior parte di loro opti per Tour+classiche o Tour+Vuelta, tagliando fuori il Giro 2020. Non ci stupiremmo di vedere un Giro molto “italiano” e/o depauperato di alcuni grandi nomi in ogni settore. Anche perchè la corsa rosa, chiudendosi il 25 ottobre, si sovrappone anche alla Vuelta che scatta il 20/10: un autentico guazzabuglio che potrebbe essere sistemato nei mesi a venire, oppure no. Ed è emblematico del caos ciò che accadrà il 25 ottobre: nello stesso giorno ecco la cronometro conclusiva e potenzialmente decisiva del Giro d’Italia, la tappa del Tourmalet alla Vuelta e la Roubaix. Onestamente ci sembra assurdo, voi che ne pensate?

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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