Dopo le schermaglie tra i big al traguardo di Losanna, nuovo arrivo in salita per il Tour de France, in una tappa sulla carta perfetta per i fuggitivi. Arriva infatti la fuga e risorge Bob Jungels, che precede Castroviejo, Verona e lo sfortunato Pinot. 5° Pogacar che, con Vingegaard, guadagna 3” sui rivali. 

TOUR DE FRANCE, 9A TAPPA: RISORGE JUNGELS

Dopo le schermaglie tra i big e la vittoria di Wout van Aert a Losanna, il Tour de France vive una frazione ricca di salite: si parte da Aigle e si arriva ai 1.297m di Chatel Les Portes du Soleil dopo 193km, che riportano la corsa in Francia nel tratto finale. I corridori affrontano Cote de Bellevue (4.4km al 4%), Col de Mosses (13.4km al 4.1%) e Col de la Croix (8.1km al 7.6%) prima del Pas de Morgines (15.4km al 6.1%), a cui seguiranno una discesa e la salitella finale. Una tappa sulla carta perfetta per i fuggitivi, che infatti genera una maxi-fuga in avvio: all’attacco Jungels e Cosnefroy (Ag2r), Barguil (Arkea), Dombrowski (Astana), Luis Leon Sanchez (Bahrain), Bonnamour (B&B), Politt e Konrad (Bora), Geschke e Izagirre (Cofidis), Uran (EF), Pinot (FDJ), Castroviejo (INEOS), Goossens (Intermarché-Wanty), Niv e Houle (Israel), la maglia verde van Aert (Jumbo), Verona (Movistar), Latour (TotalEnergies), Stuyven (Trek) e McNulty (UAE). La presenza di Uran, staccato di soli 3’24” da Pogacar nella generale, attenziona il gruppo riguardo alla fuga. La Jumbo non tira, visto che in fuga c’è van Aert, lasciato davanti dopo aver vinto lo sprint intermedio, mentre l’UAE controlla stabilmente i fuggitivi: vantaggio massimo di tre minuti, poi vengono tenuti sempre intorno ai 2’30” di margine. Va in crisi O’Connor, che rischia di superare il quarto d’ora di ritardo, e conferma la sua forma negativa van der Poel che si stacca subito. Nella fuga, invece, la situazione si infiamma sul Col de la Croix: non appena si scollina parte l’azione di un indemoniato Jungels, che guadagna un minuto nella discesa e sale a due minuti di margine sui rivali nel tratto in falsopiano che porta al Pas de Morgines. L’azione del lussemberghese, che sogna la maglia a pois ma deve arrendersi a Geschke (19pti), si appanna però in salita: Thibaut Pinot sente l’odore della preda (e del gruppo, che stava per riprendere gli inseguitori) e attacca, scollinando a soli 23” da Jungels e recuperando quasi due minuti. Il gruppo maglia gialla non forza (ai -10km si trova a 1’58”) e riprende Uran, che si stacca e crolla, uscendo di classifica dopo l’azzardata fuga: nel mezzo, gli inseguitori spagnoli Castroviejo e Verona a 47”. Non riesce, però, l’impresa a Thibaut Pinot nei 4km di salita verso Chatel Les Portes du Soleil: il francese, dopo gli sforzi precedenti, non ha il colpo di pedale per andare a riprendere un granitico Jungels. La vittoria va al lussemburghese, ammesso al Tour con una leggerissima e non contagiosa positività al COVID, che si sblocca ad alto livello dopo quattro anni: non vinceva una corsa World Tour dal 2018 (Liegi-Bastogne-Liegi) e una tappa in un grande giro dal 2017, quando vinse la 15a frazione del Giro d’Italia. Tappa a Bob Jungels dunque, che vede spalancarsi “le porte del sole”: secondo Castroviejo a 22”, poi Verona e Pinot che (forse anche per la delusione) viene ripreso e staccato dagli inseguitori, chiudendo 4° a 40”. Il gruppo, mai più inquadrato, rischia in realtà di andare a sprintare per gli abbuoni con l’azione di Pogacar e dell’UAE: lo sloveno chiude a 49″ col solo Vingegaard, rifilando 3” a Thomas, Roglic, Yates, Mas, Quintana, Caruso, Gaudu e Bardet che arrivano a 52” dal vincitore. Chiude a 56” Pidcock, arriva invece a 1’16” Vlasov.

TOUR DE FRANCE, LA CLASSIFICA DOPO LA 9A TAPPA. DOMANI SI RIPOSA

Nessun abbuono dunque per i big, ma Tadej Pogacar guadagna qualcosina su ogni rivale che non sia Vingegaard, sempre secondo a 39” dalla maglia gialla. Podio virtuale per Thomas (1’17”), che precede Adam Yates (1’25”), Gaudu (1’38”), Bardet (1’39”), Pidcock (1’46”), Mas (1’50”), Powless (1’55”) e Quintana (2’13”). I crolli di Uran, Martinez e O’Connor riscrivono la classifica: Roglic è 11° a 2’52”, precedendo Vlasov (3’12”), mentre Damiano Caruso risale in 14a posizione con 3’40” di ritardo. Domani si riposa, prima di una durissima seconda settimana con Tourmalet ed Alpe d’Huez. E, almeno dalle previsioni, temperature da incubo.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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