La Norvegia continua la sua marcia inarrestabile ai Mondiali di Planica, conquistando la medaglia più preziosa anche nel team event misto, ovvero nella gara a squadre miste, andata in scena per la prima volta in assoluto nella storia della competizione iridata proprio sulle nevi slovene. Il nuovo format ha previsto una composizione mista delle squadre, con due ragazzi e due ragazze a rappresentare la singola nazione. Ovviamente è rimasta inalterata la sequenza di gara, con la parte di salto ad anticipare il segmento di fondo.

L’Italia inizialmente ha portato ai nastri di partenza il quartetto Sieff-Gianmoena-Costa-Pittin, con quest’ultimo autore di una doppia caduta che lo ha costretto al forfait. Oltre all’olimpionico di Vancouver 2010, anche il nipponico Akito Watabe è stato protagonista di un’ altra caduta che, alla fine, ha portato i giudici ad annullare la gara in corso, azzerarla, per poi farne partire una nuova poche ore dopo.

A quel punto il direttore tecnico Ivo Pertile ha deciso di sostituire l’infortunato Pittin con Aaron Kostner, inizialmente desinato ad una giornata di riposo. In gara l’Italia ha ben figurato, soprattutto nella parte sugli sci stretti dove il quartetto azzurro ha tenuto egregiamente testa ai nipponici, finendo ai piedi del podio. Proprio la formazione del Sol Levante è stata la grande delusione del fondo, nel quale un discutibile ordine di uscita dai blocchi da parte dei tecnici giapponesi ha pregiudicato l’ottimo secondo posto conquistato nel salto. Il quartetto composto da Ryota Yamamoto, Akito Watabe e dalle gemelle Yuna e Haruka Kasai si è così dovuto accontentare della quinta piazza, venendo superati anche da un’ottima e agguerrita Italia.

La composizione del podio, invece, ha rispettato appieno i pronostici della vigilia. Prima, nemmeno a dirlo, la Norvegia guidata dall’accoppiata d’oro Riiber-Westvold Hansen, e dai “comprimari” di lusso Jens Luraas Oftebro e Ida Marie Hagen bravi nell’eseguire alla perfezione i compiti di sostegno ai due campionissimi assegnati loro dal ct norvegese. Il quartetto ha vinto con 45″ di vantaggio sulla compagine tedesca formata da Juian Schimd, Jenny Nowak, Vinzenz Geiger e Nathalie Armbruster. A completare il podio l’Austria con un Johannes Lamparter rivitalizzato rispetto alla prova individuale che ha provato fino all’ultimo a strappare l’argento ai tedeschi. Insieme a Lamparter hanno gareggiato Annalena Slamik, Lisa Hirner e Stefan Rettenegger.

L’Italia ha ben figurato dall’inizio alla fine, riuscendo a porsi come spartiacque della graduatoria e quindi a precedere squadre come Finlandia, Stati Uniti e Slovenia, oltre al già citato Giappone.

Dall’altra parte i ragazzi di Ivo Pertile dovranno analizzare i punti sui quali migliorare per ridurre in futuro i consistenti distacchi formatisi con le tre nazionali sul podio.

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