Dorothea Wierer non ha ancora lasciato il segno in queste Olimpiadi. Ecco le sue dichiarazioni raccolte dal nostro inviato al termine della gara a inseguimento.

Non sta vivendo un momento semplice Dorothea Wierer: l’atleta bolzanina oggi non è riuscita a riscattarsi dopo la deludente sprint all’esordio ai Giochi di Pyeongchang 2018. Nella gara a inseguimento il freddo e il vento hanno condizionato le sue prestazioni. Ecco le sue parole a caldo rilasciate dall’atleta al nostro inviato.

Dorothea Wierer, 27 anni

Dorothea, pensi di aver pagato la classifica dopo la sprint?
No, secondo me no. Anche perché a podio nell’inseguimento di oggi ci sono andate atlete che avevano pettorali di partenza vicini al mio.

Che cosa non ha funzionato oggi?
Non mi ero riscaldata bene alla partenza e quando sono arrivata al primo poligono non sentivo più le dita e nemmeno se stavo premendo il grilletto o no. Non capisco nemmeno io perché abbia patito il freddo così tanto oggi. Il vento ha influito sulla mia gara: al primo poligono tirava in un senso, al secondo poligono in un altro.

La russa Kuzmina è andata a podio, partendo dopo di te: era possibile fare meglio?
Tutto è possibile nel biathlon: loro hanno fatto vedere che si può recuperare tanto terreno. Io ho pagato gli errori iniziali, ma c’è stato un momento in cui non capivo più nemmeno dove fossi oggi. Aver fatto un ultimo poligono perfetto mi fa venire qualche rimpianto, però lì non ho beccato più tanto vento e ha influito. In quel momento però non capivo più se stessi schiacciando il grilletto o meno.

Il freddo vi sta danneggiando?
Stanno penalizzando tutte quante. Io lo sento molto: muscolarmente ho quasi crampi. Quando ci sono queste condizoni, non sei sciolta. Qualcuna di noi lo sente di più magari. Le condizioni erano veramente difficili per tutte.

Ci avevi detto che queste piste non ti piacevano? I fatti lo stanno confermando…
Vero, ma non me le aspettavo così fredde e ventose. L’anno scorso c’era condizioni completamente differenti: c’era un po’ di vento, ma non tutto quello di quest’anno. Non si sta rivelando affatto facile.

Mancano ancora tre gare qui: c’è ancora fiducia da parte tua?
L’Olimpiade è un periodo che non azzeccano tutti: qualcuno ci arriva più preparato di un altro. Comunque sono felice come sono andate le cose finora: non saranno due o tre gare andate così e così a farmi ricredere sulle mie potenzialità. Il bello del biathlon è che ogni gara parte da zero e che ogni volta devi far vedere ciò di cui sei capace, sia sul poligono che sugli sci.

Vi state consolando con la medaglia di Dominik Windisch?
Ci ha dato una bella spinta: siamo stati tutti felici di questo bronzo, sia noi atlete che lo staff. Serve per il morale di tutti in generale, anche se poi ovviamente loro fanno le loro gare e noi le nostre.

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Simone Lo Giudice
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