L’alta via della Valle d’Aosta sarà teatro di un percorso a tappe per nove atleti amputati. Una settimana di grandi eventi per un ambizioso progetto.

Sport paralimpico
Sport paralimpico (FONTE: http://www.comitatoparalimpico.it/news/)

UN AMBIZIOSO PROGETTO

Saranno trenta le tappe che dovranno affrontare nove atleti amputati, tutti accompagnati personalmente, lungo un percorso di 342km e 24.000m di dislivello valdostano.

Questo è il progetto di Tor in Gamba, un’idea nata per lanciare un messaggio positivo, in questi tempi difficili: il valore del viaggio ed il legame che si crea tra le parti in gioco.

La partenza di Tor in Gamba avverrà da Courmayeur alle 10 di sabato 12 settembre. I nove atleti avranno tempo sino alle 16 di sabato 19 settembre per completare le trenta tappe del programma della staffetta.

Saranno numerosi i partner di questo progetto: Team3gambe e Gamba in Spalla saranno affiancati da alcuni brand come Fondazione Mazzola, Cva Energie, Valle d’Aosta per Dynamo Camp Consorzio tutela Prosecco Doc, DreamArt, Grana Padano, Hotel des Roses, FCA Autonomy.

LE DICHIARAZIONI DEI PROTAGONISTI

Queste le dichiarazioni di Moreno Pesce e Francis Desandré: “Il progetto è nato con la voglia di trasmettere un messaggio sociale forte alle persone diversamente abili ma anche a quelle normodotate la disabilità aumenta con il pregiudizio: l’invalidità non è solo un concetto fisico ma un’ideologia radicata nel pensiero comune che immagina il disabile come persona emarginata e dalle poche possibilità fisiche. Con Tor in Gamba vorremmo provare ad abbattere la montagna psicologica per lasciare spazio alla montagna vera. Ognuno di loro ha individuato in Tor in Gamba un nobile progetto per dare spazio e risalto ai valori delle proprie aziende. Siamo onorati che Valle d’Aosta per Dynamo Camp e la Fondazione Mazzola siano con noi: far conoscere e valorizzare le mission delle due associazioni è, per noi, motivo di orgoglio”.

Sergio Enrico: “Abbiamo studiato le tappe a misura dei nove atleti amputati che saranno al via. Ma non basta. Ognuno di loro presenta caratteristiche fisiche differenti a seconda dei diversi handicap fisici. L’idea della staffetta nasce dal rispetto delle capacità di ogni atleta che sarà impegnato nell’evento. Alcuni di loro percorreranno tratti più lunghi, altri più brevi, alcuni cammineranno in salita, altri in discesa”.

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Gabriele Stragapede, 25 anni. Laureato nella facoltà CIM (Comunicazione, Innovazione e Multimedialità) dell'Università di Pavia. Aspirante giornalista sportivo ed attualmente editore per Azzurri di Gloria. Appassionato di calcio e di wrestling, scrive di tutto, un po'.

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