Tirare fuori il meglio possibile da uno scherzo che il destino decide di riservarti.
Veronica Yoko Plebani, canoista e snowborder azzurra, a soli 15 anni contrae una meningite fulminante. Si salva, ma i medici le devono amputare le falangi di mani e piedi.
Veronica non si perde d’animo e grazie all’associazione art4sport si avvicina allo sport.
Nel 2014 disputa la sua prima paralimpiade invernale nello snowboard a Sochi.
Dopo l’ebrezza della neve, la ventenne lombarda si avvia ora a disputare la prima paralimpiade estiva a Rio, questa volta in compagnia della sua canoa.
Una grande forza d’animo unita a una grande ambizione e voglia di ben figurare in questa disciplina traspaiono dalla nostra intervista con Veronica, che ci ha parlato così del suo immediato futuro e non solo.
- Come sta procedendo il tuo percorso di avvicinamento ai Giochi Paralimpici?
- Mi sento in forma anche se manca ancora molto tempo. Il primo vero test sarà il mondiale di Duisburg. Dopo quello, avrò 3 mesi di tempo per focalizzare l’attenzione su Rio e tutto il lavoro sarà in funzione di quello. Ho preso un anno sabbatico per concentrarmi totalmente sulla canoa e ora voglio ottenere risultati importanti.
- Quali aspettative hai per Rio? A che risultato punti?
- Non mi sbilancio ancora. Dopo il mondiale posso iniziare a capire se il livello è cresciuto come mi immagino. Tutti ci stiamo allenando alla grande. Per le paralimpiadi sono già qualificata perché all’ultimo mondiale sono arrivata quinta e ne passavano 6. Ora voglio fare meglio.
- Tra le vittorie che hai ottenuto in carriera, qual è stata la più bella?
- Sicuramente l’oro europeo di Brandeburgo nel 2014. Avevo grandi aspettative per quella competizione e per fortuna è andato tutto bene.
- Ti piace più la canoa o lo snowboard?
- Bella domanda! Quest’anno mi sono dedicata tutta alla canoa in vista Rio. Non ho una preferita perché sono discipline molto diverse. La canoa mi piace per l’agonismo, lo snowboard mi fa divertire un sacco. Dopo Rio continuerò sicuramente entrambi.
- Cosa ha significato per te partecipare a una Paralimpiade? Quali emozioni hai provato?
- Un evento enorme, pieno di valori. Un’esperienza incredibile e difficile da descrivere. Il pensiero di Rio, che sarà ancora più grande rispetto a Sochi e dove mi aspetto risultati migliori, mi gasa tantissimo.
- Quali sono i tuoi sportivi preferiti?
- Prima facevo danza e quindi considero miei idoli moltissimi ballerini. Per quanto riguarda la canoa amo invece Lisa Kerrington, la più forte al mondo!
- Parlaci dell’associazione art4sport…
- Si tratta di un’associazione tramite la quale ho iniziato a far sport dopo la meningite. Raccoglie fondi per garantire protesi sportive a ragazzi che hanno subito amputazioni. Spesso un ragazzo amputato non ha possibilità di fare sport perché le protesi costano molto. “Lo sport come terapia” è il claim dell’associazione. Con me e con Bebe Vio è stata fondamentale.
- Il tuo sogno nel cassetto?
- Sogno un bel risultato a Rio. Sto lavorando per questo.
- Chi è Veronica Plebani al di fuori della vita sportiva?
- Sono anche tanto altro oltre allo sport. Una ragazza normalissima con molte altre passioni. Mi sono presa l’impegno di un anno sabbatico. Ora vorrei iscrivermi a Scienze Politiche e sto andando a visitare diversi atenei per capire quello che fa per me.
- Come hai trovato la forza di andare avanti dopo quella terribile meningite?
- La malattia è stata la minor cosa e partecipare a questi eventi è stata quasi un’occasione. La forza l’ho trovata grazie allo sport. Facendo sport ti accorgi infatti di cosa puoi fare e di dove puoi arrivare.
Ho visto in televisione un video sulla Veronica e subito dopo sono corso su Internet a conoscere di più questa ragazza.
Sono orgoglioso di essere rappresentato da lei e da altri giovani come lei alle olimpiadi di Rio.
Una forza d’animo e una volontà di ferro nascosti dietro ad uno stupendo sorriso.
Grazie Veronica.
Franco