L’intervista all’atleta paralimpica Giada Rossi, vincitrice della medaglia di bronzo a Rio 2016 nel torneo di tennistavolo e trascinatrice dell’Italia ai Mondiali a squadre di Bratislava 2017. I suoi ricordi, le sue emozioni e i suoi obiettivi per il futuro.
Umile e coraggiosa, ha fatto il suo esordio paralimpico a Rio 2016 come giovane promessa azzurra. La conquista della medaglia di bronzo ne ha confermato sia le abilità che lo status di fiore all’occhiello del nostro tennistavolo paralimpico. E da settembre ad oggi non ha smesso di stupire: ai Mondiali a squadre di Bratislava 2017 ha conquistato una medaglia d’oro insieme a Michela Brunelli, prendendo per mano l’Italia e portandola fino al secondo posto nel medagliere. Lei si chiama Giada Rossi e attualmente occupa la terza posizione nel ranking mondiale di classe 2. È intervenuta telefonicamente all’ultima puntata della nostra trasmissione “Minuti di Gloria” (in onda ogni venerdì dalle 18 alle 19 sulle frequenze di Radio Ticino Pavia) per raccontarci i suoi inizi, i suoi recenti successi e gli obiettivi per il futuro.
L’ultimo successo: l’oro ai Mondiali a squadre di Bratislava
Giada, hai trascinato l’Italia fino alla conquista del secondo posto nel medagliere. Che Mondiale è stato? Che cosa hai provato vincendo la medaglia d’oro insieme a Michela Brunelli?
È stata un’emozione davvero grande e abbastanza inaspettata. Ma è stata figlia dell’impegno che ci abbiamo messo: siamo arrivate al Mondiale a squadre con la voglia di fare il nostro meglio possibile. Siamo riuscite a conquistare la medaglia d’oro battendo squadre fortissime tra cui la Croazia, che a Rio aveva vinto l’argento paralimpico. È stata una grande soddisfazione per tutto il team azzurro: siamo arrivati secondi nel medagliere, grazie anche all’oro vinto dai ragazzi di classe 1 e al bronzo conquistato da quelli di classe 2. Grandi prestazioni abbiamo fatto e grandi risultati abbiamo ottenuto.
Che ruolo ha avuto il direttore tecnico Alessandro Arcigli in questo successo? È lui lo stratega di questa Nazionale che si sta togliendo tutte queste soddisfazioni?
Tutti noi, io e gli altri membri della squadra, abbiamo un rapporto molto diretto con lui. Anche se vive a Messina e noi in altre parti d’Italia (io ad esempio sono di Pordenone, la mia compagna di squadra Michela Brunelli è di Verona), lui riesce comunque a seguire il lavoro che facciamo in maniera molto minuziosa. Quando ci troviamo in una grande manifestazione, sappiamo di avere all’angolo una persona competente, che ci conosce molto bene e che sa gestire le partite non solo dal punto di vista tecnico, ma anche da quello psicologico. Alessandro sa quando aiutarci, come spronarci e farci stare tranquilli il più possibile durante la gara.
La pallavolo, l’incidente, il tennistavolo
Tu Giada nasci come pallavolista: frequentavi fin da giovanissima il Minivolley a Zoppola, un comune in provincia di Pordenone…
Avevo iniziato prestissimo con le giovanili del mio paese e all’età di quattordici anni giocavo nelle giovanili della Pallavolo Pordenone. Dopo l’incidente (avuto in piscina nel 2008 e che l’ha resa paraplegica, ndr) ci ho messo qualche anno prima di riavvicinarmi allo sport. Sono ripartita nel 2012 col tennistavolo: ho iniziato quasi per scherzo. Poi mi sono appassionata e impegnata sempre di più, giorno dopo giorno. E nel 2015 ho ottenuto la qualificazione alle Paralimpiadi di Rio.
Quando hai pensato che il tennistavolo paralimpico sarebbe diventato il tuo futuro? È stato dopo l’oro a squadre e l’argento nel singolare conquistati ai Campionati Europei giovanili di Croazia del 2015?
Sì, ma c’è stata anche tutta una serie di altre cose comunque. Sempre nel 2015 a giugno avevo vinto il primo titolo italiano, battendo una connazionale che poi si sarebbe qualificata a Rio nella mia categoria: quel successo mi aveva trasmesso tanto voglia di far bene. Poi ci sono stati i Campionati Europei giovanili di Croazia: si è rivelata una grandissima esperienza e abbiamo conquistato un oro a squadre anche lì. Da lì mi è venuta ancora più voglia di impegnarmi. A settembre 2015 ho vinto un torneo internazionale ad Ostrava in Repubblica Ceca. La somma di tutti i punti conquistati in quei tornei mi ha permesso di qualificarmi per la Paralimpiadi di Rio.
Rio 2016, il ricevimento da Mattarella, gli obiettivi per il futuro
In Brasile hai fatto il tuo esordio paralimpico e hai vinto una medaglia: che cosa ricordi di quella esperienza?
Per me era tutto nuovo, perciò ogni singola cosa era una grande emozione: vivere l’apertura dei Giochi, sapere che i miei genitori e mio fratello fossero nel pubblico tra gli spalti… È stata un’emozione da togliere il fiato alla pari di quella provata dopo aver vinto la medaglia. Quando sono entrata al Maracanã non mi aspettavo di trovare quel muro di gente intorno, tutta quella folla e di vivere emozioni tanto forti. In quel momento sentivo il mio cuore battere tantissimo e mi mancava anche un po’ il fiato. Lì ho capito di esserci anche io. Vincere la medaglia di bronzo nel torneo individuale della mia classe è stato grandioso: ancora adesso, nonostante siano passati molti mesi da allora, la soddisfazione è enorme. Ma era enorme comunque anche il fatto stesso di essere riuscita a qualificarmi. Arrivare sul podio poi è stata una cosa veramente grandissima.
Lo scorso settembre sei stata ricevuta anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: che cosa hai provato?
È stato molto emozionante. Ho avuto il piacere di condividere quel momento con tutti gli altri atleti olimpici e paralimpici: eravamo molto soddisfatti per il lavoro fatto in Brasile e per le medaglie conquistate. Me la ricordo come una giornata veramente bella.
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro? A Tokyo 2020 cercherai di migliorare il tuo score paralimpico?
L’obiettivo più prossimo sono gli Europei, che si disputeranno in settembre a Lasko in Slovenia: voglio prepararmi al meglio per essere competitiva il più possibile. Poi il prossimo anno ci sarà il Mondiale Assoluto e anche in vista di quella competizione ci sarà da lavorare duramente. La somma dei punteggi conseguiti in tutti questi tornei darà, sì spera, il pass per Tokyo 2020.
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