Azzurri di Gloria intervista il giovane Leonardo Seminati, giocatore di baseball italiano e prossimo giocatore dei Cincinnati Reds, squadra dell’MLB. Le sue parole tra passato, presente e futuro.
L’INTERVISTA
Raccontaci un po’ di te, chi è Leonardo Seminati?
Domanda difficile. E’ un ragazzo che è nato a Torre Boldone, provincia di Bergamo, ed è cresciuto in questo paesino di meno di 10 mila anime, dove c’è tantissima tradizione di calcio. I miei genitori mi hanno però suggerito di scegliere altri sport perché ritenevano poco educativo il clima che si creava soprattutto all’esterno del campo, senza ovviamente aver nulla contro il calcio. Ogni anno a Bergamo si svolge Lilliput una fiera per sensibilizzare e avvicinare la gente a tutti gli sport ed è stata l’occasione giusta per provare. Ho sperimentato un po’ tutto (Calcio a 5, Nuoto, Basket, Rugby), ma c’erano dei ragazzi che stavano avviando una squadra di baseball e ho deciso di aderire alla causa, e me ne sono innamorato. E’ stato un vero e proprio colpo di fulmine. Quando abbiamo iniziato non c’era nemmeno un vero e proprio campo da baseball a Bergamo, quindi ci allenavamo sui campi da calcio, come e dove potevamo. Purtroppo in ogni sport minore devi arrangiarti in tutti i modi per cercare risorse ed è difficile contrastare il calcio dove spesso vengono investite tutte le energie possibili.
Sei stato un girovago per l’Italia (Brescia, Verona, Parma, ndr) e hai fatto anche un’esperienza nell’accademia FIBS di Tirrenia. Come giudichi questa esperienza e quanto è contata nella tua crescita come giocatore?
L’esperienza di Tirrenia ha avuto un ruolo fondamentale sia come persona che come atleta. E’ un grande salto! Sono entrato a 15 anni, poco più che un bambino, ed essere lontano da casa mi ha aiutato ad essere indipendente. Avere la possibilità di allenarsi tutti i giorni con le qualità tecniche tra le migliori che esistano in italia, credo sia l’aspirazione massima di qualunque sportivo. Posso infatti solo ringraziare la Federazione perchè attraverso l’Accademia mi ha fornito tutte le strutture, i mezzi e gli strumenti che mi hanno permesso di coronare il sogno di diventare professionista in USA. Sono stati 3 anni indubbiamente duri, ho dovuto sia studiare che allenarmi, del resto, è giusto così, anche la scuola è importante. E’ stato sicuramente più facile conciliare entrambe le cose avendo le strutture vicine (camere, aule, palestra e campo di allenamento).
Oggi (mercoledì, ndr) partirete per il Canada per affrontare il Mondiale Under 18. Quali sono le tue sensazioni in merito a questo Mondiale e come vedi l’Italia?
Credo molto nella mia squadra! Da capitano devo tenere alto il morale e alimentare le speranze. Essendo una squadra di seconda fascia non abbiamo nulla da perdere per cui, come condiviso ieri sera nel meeting, tutto ciò che otterremo sarà “guadagnato”. Quindi, massimo impegno, concentrazione, ma anche tranquillità e spensieratezza: la squadra è giovane, ma è un bel gruppo, unito, per cui penso che faremo bene.
Noi di Azzurri di Gloria abbiamo esordito in questo sport con il World Baseball Classic,
competizione nella quale ci sei stato anche tu, seppur solo in ritiro. Com’è stato
respirare l’ambiente e potere allenarsi con star dell’MLB?
E’ stata una grande esperienza! A soli 18 anni trovarsi in gruppo con atleti professionisti già da quando io ero poco più un bambino, mi ha fatto pensare a quanta strada devo ancora fare. Però esserci, preparare un evento così importante e poter dire di aver fatto parte di quel gruppo è un’emozione indescrivibile, anche se sapevo già che non avrei proseguito il cammino. E’ stato come il primo giorno di Accademia, sei abbagliato e ammaliato da tutta questa novità ed è stato un riconoscimento importante.
Quali aspettative hai da questa avventura nella patria del baseball, avendo firmato con i Cincinnati Reds? E, soprattutto, quando inizierà ufficialmente?
Ho tante aspettative. Nonostante abbia già avuto l’opportunità di interfacciarmi con il mondo del professionismo durante gli MLB Europe Camp, esserne ufficialmente parte le alza ancora di più, sia su me stesso che sul mio futuro. Personalmente vorrei arrivare alla massima serie, il sogno di qualsiasi bambino che pratica questo sport. Di sicuro ci vorrà tantissimo lavoro e non bisognerà accontentarsi mai; essere sempre affamato è quello che ti da la marcia in più per arrivare in alto. Ci sono tante emozioni contrastanti, felicità e adrenalina positiva, ma anche un po’ di paura perchè sarò dall’altra parte del mondo, da solo e senza conoscere nessuno, un po’ all’avanscoperta.
Date? Inizio il 14 Settembre con l’Instructional League in Arizona.
Cosa vuol fare Leonardo Seminati da grande?
Assolutamente il giocatore di Baseball! (ride, ndr) Se non dovesse funzionare con lo sport ho un qualche piano B: quest’anno sicuramente finirò il Liceo poi in futuro vedremo, o il pompiere o il fisioterapista…
Ultima domanda un po’ più generica, come valuti l’attuale stato del movimento del baseball italiano e come può crescere questo in futuro?
E’ un movimento che indubbiamente sta facendo molta fatica a trovare risorse, probabilmente perchè la cultura e la nostra storia calcistica non danno spazio agli sport tra virgolette minori come il nostro. Il mio sogno più grande è quello di vedere campi da baseball pieni tutti i giorni, quindi serve aumentare la sua popolarità iniziando dalle scuole per allargare il bacino di utenza e potenziare i campionati giovanili.
Infine, un grosso in bocca al lupo dal sottoscritto e da tutta la redazione di Azzurri di Gloria
per questa tua nuova avventura negli States e un altro a tutta la nazionale Under 18 per il Mondiale!
Crepi e grazie mille a tutti voi!
Nel frattempo la nazionale di Baseball Under 18 ha vinto la prima partita ufficiale nella World Baseball Classic di categoria, battendo 4-2 il Nicaragua nell’esordio nella competizione.
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