Nel mese di aprile il salto con l’asta italiano è stato funestato dai gravi incidenti ai giovani Jacopo Cuculo e Simone Valsecchi: come possono essere evitati, e com’è possibile migliorare la sicurezza di questo sport? Scopritelo nella nostra inchiesta.
SALTO CON L’ASTA, L’ANTEFATTO: JACOPO CUCULO E SIMONE VALSECCHI RISCHIANO LA VITA DOPO DUE TREMENDI INCIDENTI
Anni e anni senza guai, anche a livello giovanile, poi un inspiegabile incremento di incidenti: il salto con l’asta, lo sappiamo tutti, è una disciplina potenzialmente pericolosa, ma per anni non ci sono state fatalità a ricordarci quanto sia complessa e difficile questa specialità dell’atletica leggera, e tutti quanti abbiamo finito col dimenticare i rischi che corre chi salta nel tentativo di scavalcare i 6m (o, nel caso delle donne, i 5m). L’incidente capitato l’anno scorso alla giovane e bellissima Kira Grünberg, astista austriaca che è rimasta paralizzata dopo una tremenda caduta, ci ha riaperto gli occhi, e poi sono arrivate due recenti cadute a scuotere il mondo del salto con l’asta azzurro: il primo incidente è capitato a inizio aprile, e ha colpito il giovane 19enne Jacopo Cuculo durante un raduno della FIDAL a Modena, il secondo invece ha scosso l’atletica lombarda, col 17enne Simone Valsecchi che lotta tra la vita e la morte dopo la caduta avvenuta il 20 aprile scorso a Lecco. Due cadute drammatiche, che hanno una dinamica simile: sia Cuculo (che si sta riprendendo, migliora di giorno in giorno) che Valsecchi, infatti, hanno picchiato la testa cadendo oltre il tappeto posizionato proprio per proteggere dagli infortuni. Il primo, atleta torinese, sarebbe direttamente caduto fuori dal materasso, mentre la dinamica riguardante l’atleta lecchese sarebbe diversa e ancora più sfortunata. Secondo il suo allenatore Valsecchi, che aveva chiuso il tentativo di salto in piedi, sarebbe poi rimbalzato sul materassino, cadendo al di fuori di esso e picchiando la testa a terra (o, come rivelano alcune versioni, contro un gradino). Due forti botte alla testa, dunque, che hanno mandato entrambi gli atleti in prognosi riservata, con il 17enne che si è dovuto sottoporre a un intervento per ridurre l’ematoma causato dall’impatto: ma soprattutto, due forti campanelli d’allarme riguardo alla sicurezza dei saltatori con l’asta, una disciplina che sta mostrando negli ultimi mesi l’elevato indice di rischio a cui si sottopongono i suoi praticanti. E dunque, quali potrebbero essere le contromisure per restituire la sicurezza agli atleti, ed evitare incidenti futuri?
SALTO CON L’ASTA: LE POSSIBILI CONTROMISURE PER EVITARE FUTURI INCIDENTI, SPUNTA L’IDEA-CASCHETTO
Prima di addentrarci nelle possibili soluzioni al problema che si è venuto a creare nel salto con l’asta, andiamo a sciogliere una delle domande più insistenti riguardo agli incidenti di aprile: perchè quest’escalation di incidenti, e perchè tutto questo è accaduto all’interno del movimento Under-23? La spiegazione è semplice, ed è quella data dagli esperti del settore: mentre gli atleti pro, i cosiddetti senior, hanno totale padronanza del loro corpo e dunque conoscono tutte quelle ”astuzie” o contromisure per evitare grandi infortuni e cadute fuori dal materasso, i giovani talenti non sono ancora totalmente esperti dell’attrezzo e della disciplina, e dunque si espongono all’imponderabile. Se a questo aggiungiamo il fatto che è altamente complesso eliminare la componente del rischio (come ha confermato Franco Bragagna ai nostri microfoni) in una disciplina che vede l’atleta ricadere dall’alto dopo il gesto tecnico (nella caduta, il peso viene dunque aumentato di 40-50 volte: si spiegano così i gravi incidenti), abbiamo il quadro completo. Quali potrebbero essere dunque le contromisure da attuare per evitare gli incidenti occorsi nell’ultimissimo periodo?
Le vie per aumentare la sicurezza, soprattutto nelle gare Under-23, sono due, e vanno inserite (almeno a nostro modo di vedere) nella categoria ”rattoppi funzionali”: la prima, la più semplicistica, porta all’allargamento dei materassoni che vanno ad accogliere l’atleta durante la ricaduta post-salto, così da evitare le dolorose e rischiose cadute al di fuori degli stessi, la seconda invece porta a rispolverare un ”aiuto” già utilizzato in passato da un atleta arrivato fino all’argento olimpico ad Atene 2004. Correvano i primi anni Duemila, e l’americano Toby Stevenson era universalmente riconosciuto come ”l’astista col caschetto”: era stato proprio lui a introdurre quello strumento ”alla Cech” (i calciofili capiranno), e per anni l’americano è stato preso in giro e additato come un atleta che voleva farsi notare o farsi pubblicità attraverso il suo particolare copricapo. Niente di più falso e sbagliato, dato che la scelta di Stevenson era nata dopo la morte di due giovani talenti dell’atletica USA, proprio a causa di cadute fuori dal materassino: il caschetto, dunque, era solo uno strumento di sicurezza, per minimizzare i rischi derivanti da questa disciplina. E ora, la IAAF starebbe pensando di consigliare o imporre l’utilizzo del caschetto nelle gare giovanili, proprio a causa dei recenti incidenti: basteranno queste due mosse per rendere il salto con l’asta più sicuro, oppure l’escalation di infortuni e gravi cadute proseguirà? Lo scopriremo presto, ma una cosa è certa: questa disciplina, tra le più spettacolari dell’atletica leggera, è ormai a un punto di svolta.
ULTIME NOTIZIE SPORTIVE AGGIORNATE SU AZZURRI DI GLORIA
News di sport a cinque cerchi tutti i giorni sul nostro sito.
Scopri tutte le ultime notizie di atletica leggera anche sui nostri social: Facebook, Twitter, Instagram, YouTube e Google +.