Inizia con diverse incertezza la giornata odierna degli Europei di atletica di Berlino 2018 con la gara della 20km di marcia femminile posticipata a causa di una fuga di gas e la scelta di farla partire insieme a quella maschile. Nonostante il caos non delude le aspettative Antonella Palmisano che conquista il bronzo. Nella sera sfiorano il podio Crippa e Tamberi, ottimo quinto posto per Osakue, mentre le staffette 4×400 fanno un buco nell’acqua.

 

CERTEZZE AZZURRE NELLA MARCIA

Agli Europei di atletica di Berlino 2018 l’Italia conquista una medaglia di bronzo e sfiora il podio nella 20km di marcia. In una giornata iniziata con poche certezze e proseguita con un po’ di caos gli azzurri reagiscono bene. Dopo la decisione di posticipare la partenza della gara femminile, prima si pensava per un problema di sicurezza, poi si è scoperto a causa di una fuga di gas, l’organizzazione tedesca ha deciso di far correre insieme entrambe le competizioni. Una scelta che lascia perplessi e che ha creato parecchie difficoltà agli atleti e a chi doveva seguire le competizioni. L’Italia tuttavia si trova a competere per il podio in entrambe le gare. Da una parte Massimo Stano che dimostra fin da subito di essere in forma e capace di reggere bene gli strappi del gruppo di testa guidato dagli spagnoli. Il 26enne pugliese delle Fiamme Oro cerca anche di portarsi avanti a tutti, ma le due ammonizioni pesano sul suo andamento e nei 5km finali sembra essere a corto di energie mentre parte il terzetto composto da Martin, García e Mizinov. Proprio sul russo a 500m dal traguardo Stano tenta la rimonta impossibile colmando il gap di 7 secondi ad appena uno, ma non riesce l’affondo finale e chiude in 1h20’51” fuori dalla zona medaglie. Un peccato davvero, ma l’azzurro ha dimostrato di essere un avversario temibile e si spera per il futuro. Era partito bene anche Giorgio Rubino rimasto attaccato alla gara fino al km 15 poi viene squalificato, termina invece 16mo Francesco Fortunato. Nella gara femminile non conclude Eleonora Giorgi, squalificata dopo tre ammonizioni, ma quando era già staccata dalle migliori. Ottimo il nono posto di Valentina Trapletti che segna il personale di 1h29’57” e migliora il precedente tempo di 1h30’18” segnato ai Mondiali di marcia a squadre di Taicang a maggio. Il sorriso di Antonella Palmisano, il fiore nei capelli e quella sicurezza che solo la marciatrice sa dare anche nei momenti di difficoltà regalano la terza medaglia europea all’Italia. Nelly è sempre presente nel gruppo delle favorite, parte convinta e fino a pochi chilometri dal traguardo sembra poter competere anche per un metallo più prezioso. Sale la fatica però e la smorfia di Antonella preoccupa, soprattutto dopo il momentaneo sorpasso della lituana Vaiciukeviciute. L’allieva di Patrizio Parcesepe però non molla e torna di grinta sul podio chiudendo terza con il personale di stagione in 1h27’30”. L’Italia della marcia torna a vincere una medaglia a 8 anni di distanza dal bronzo di Elisa Rigaudo.

 

ITALIA A DUE FACCE

Una serata di difficile lettura per gli azzurri in gara a Berlino, che hanno alternato prestazioni importanti ad altre da dimenticare. Nei 5000m Yeman Crippa sfiora la doppietta europea, l’atleta trentino come al solito parte dal fondo per poi rientrare sul gruppo di testa. Questa volta purtroppo il suo ottimo sprint nel giro finale non basta per effettuare il sorpasso decisivo e termina quarto a un passo dal podio in 13:19.85. Torna ad essere nel gruppo dei migliori Gianmarco Tamberi, l’azzurro in finale del salto in alto c’entra al primo tentativo la misura di 2.28 superando il suo season best (2.27), quando l’asticella sale a 2.31 tuttavia l’errore al primo tentativo lo fa uscire dalla zona medaglie e chiude quarto. Un peccato per Gimbo, ma la buona notizia è che è tornato ad essere competitivo su alti livelli. Un piacere vedere Daisy Osakue in finale del disco, l’azzurra chiude quinta con la misura di 59.32. Paga forse un po’ la pressione della gara, con diversi nulli, ma dopo la stupida e infantile aggressione con lancio di uova avvenuta solo poco tempo fa, vederla in pedana è già una grande vittoria. Le dolenti note arrivano con le staffette 4x400m. Nel maschile il quartetto composto da Tricca, Scotti, Re e Galvan parte con grandi difficoltà e non riesce a recuperare il gap dagli avversari, gli azzurri chiudono sesti in 3.03.34. Se però nel maschile nessuno ha brillato in maniera particolare nel femminile a tradire è Libania Grenot nell’ultima frazione. Dopo una buona partenza con Chigbolu, la squadra azzurra si riporta in zona medaglia con lo strepitoso scambio Folorunso-Lukudo che riescono a recuperare e portarsi in terza posizione con un piccolo margine. Quando il testimone passa alla due volte campionessa europea nei 400m si capisce che qualcosa non va, è da subito molto contratta, perde velocemente terreno e il podio si allontana come in un brutto incubo. L’Italia chiude quinta in 3:28.62. Grande immensa delusione dopo aver sfiorato il sogno medaglia.

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Giulia Cannarella
Giornalista pubblicista, collaboratrice per Runner's World Italia. In precedenza redattrice per Agr-agenzia giornalistica radiotelevisiva e collaboratrice per la Gazzetta dello Sport inserto Milano-Lombardia

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