Nemmeno nel 2017 l’Italia ha visto uno dei suoi corridori conquistare la Milano-Sanremo. Anche quest’anno gli sprinter azzurri non sono riusciti ad incidere. Proviamo ad analizzare l’ultima edizione della Classicissima di primavera.

Il logo della Milano-Sanremo (fonte Wikipedia)

MILANO-SANREMO POCO… ITALY

Chiamatela maledizione di primavera. Ancora una volta l’Italia delle due ruote lascia Sanremo a bocca asciutta. È l’undicesima edizione consecutiva in cui non c’è un azzurro a sollevare il trofeo. Addirittura l’ultimo italiano a salire sul podio della Classicissima di primavera è stato Vincenzo Nibali nel 2012. Insomma, negli ultimi anni c’è veramente poco del Belpaese nella corsa in linea di un giorno più famosa ed importante a livello nazionale.

RICAMBIO GENERAZIONALE COMPLESSO?

Quali sono le cause di questo calo improvviso? Sicuramente ha influito il mancato ricambio generazionale. Nel 2005 e nel 2006 l’Italia poteva contare su Alessandro Petacchi, Filippo Pozzato, Paolo Bettini, Alessandro Ballan. Nomi importanti e noti nel panorama internazionale. Atleti capaci di conquistare successi importanti o record straordinari. Al momento, il movimento italiano presenta ciclisti che si trovano in una fase di transizione. Alcuni sono ancora molto giovani (è il caso di Jakub Marezcko) ed è impossibile pretendere risultati prestigiosi nell’immediato. È giusto lasciare che anche questi ragazzi trovino la loro strada. Altri stanno ancora cercando una loro dimensione. Altri stanno imparando a diventare cacciatori di tappe e corse in linea. Serve tempo, difficile pretendere risultati clamorosi nell’immediato. Tuttavia, c’è anche un altro aspetto significativo da prendere in considerazione. All’Italia manca uno sprinter dai grandi numeri, a differenza di quanto accadeva in passato tra Cipollini e Petacchi. I risultati più prestigiosi vengono da Sonny Colbrelli ed Elia Viviani.

SPRINTER AZZURRI: LA SITUAZIONE

Il corridore della Bahrain Merida sta offrendo una crescita continua. La vittoria alla Parigi-Nizza gli ha conferito certamente ben altro spessore. Tuttavia, è altrettanto vero che gli mancano ancora esperienza ed una buona lettura della gara. Per il campione olimpico su pista la situazione è diversa: il team Sky è una formazione completa su qualsiasi fronte e, di conseguenza, per le classiche non c’è solamente l’italiano. Solitamente lo squadrone britannico corre con almeno due possibile capitani. Nel caso specifico della Sanremo, si è scelto Michal Kwiatkowski come alternativa a Viviani. Soluzione vincente visto l’esito finale. Questo fa sì che l’azzurro non trovi una squadra totalmente a sua disposizione. Discorso simile per Oscar Gatto, sprinter potente, ma spesso confinato nel ruolo di gregario di lusso. Ci sarebbe anche Giacomo Nizzolo, che alla Classicissima non era presente. Lo spunto veloce non gli manca. La conferma viene anche dalla decisione del Commissario Tecnico Davide Cassani di puntare su di lui all’ultimo mondiale. Tuttavia, c’è l’impressione che il ragazzo debba ancora migliorare alcuni aspetti per essere sul livello dei primissimi della classe. Non è un percorso straordinariamente lungo, ma si tratta di curare maggiormente piccoli dettagli.

GLI ALTRI AZZURRI

Non mancano le alternative, anche se presentano caratteristiche diverse. Diego Ulissi, Fabio Felline e Sacha Modolo sono due ciclisti estremamente duttili, dotati di uno sprint veloce e di una discreta resistenza su percorsi collinari. Questi aspetti li rendono corridori temibili in diverse condizioni, ma non li avvantaggiano su finali come quello della Milano-Sanremo. Il Poggio negli ultimi anni non ha mai permesso ad atleti simili di fare una grande differenza, nemmeno quando l’arrivo della Classicissima è stato posto nuovamente in via Roma. Difficile quindi tentare manovre particolarmente complesse.

QUANTI AVVERSARI!

Sicuramente bisogna anche sottolineare la presenza di avversari di grande spessore. Se nel primo decennio del 2000 gli spauracchi erano veri mostri sacri come Robbie McEwen, Oscar Freire ed Erik Zabel, ora gli azzurri devono guardarsi dall’avanzata tedesca (Marcel Kittel, André Greipel, John Degenkolb), dalla conferma dei senatori Mark Cavendish e Tom Boonen e dalle nuove leve Fernando Gaviria e Caleb Ewan. Insomma, la concorrenza è più che mai nutrita. Di conseguenza, le occasioni per emergere sono decisamente scarse. Aggiungiamoci anche la fase particolare dei nostri azzurri per mettere a fuoco un quadro particolarmente complesso.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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