Inizialmente sembrava una boutade, invece è tutto vero: Andrea Tafi vuole tornare a correre a 52 anni con un grande obiettivo, quello di correre nuovamente la ”sua” Parigi-Roubaix. Tutti i dettagli. 

CICLISMO, IL PENSIERO STUPENDO DI ANDREA TAFI: LA ROUBAIX 20 ANNI DOPO

”Io tifo Tafi”. Al giorno d’oggi sarebbe diventato immediatamente un hashtag, alla fine degli anni Novanta invece era solo la frase che aveva rappresentato una provocazione del ”signor Mapei”: dopo la (discutibile) positività di Marco Pantani che era stata notificata a Madonna di Campiglio, Squinzi scaricò immediatamente il Pirata (che aveva rifiutato la sua Mapei) e propose come esempio positivo proprio Tafi, corridore da classiche di un giorno che in carriera si è tolto parecchie soddisfazioni. Giro del Lombardia 1996, campionato italiano nel 1998, Parigi-Roubaix nel 1999 e Giro delle Fiandre nel 2002: ad oggi è ancora l’unico italiano capace di vincere la Roubaix e il Fiandre, e ieri ha conquistato rapidamente la scena e le prime pagine di siti e giornali a 52 anni suonati.

E l’ha fatto nel modo più sorprendente e inatteso. Tant’è che inizialmente tutti pensavano alla più classica delle bischerate dei toscani veraci. E invece, era tutto vero: a 52 anni, Andrea Tafi vuole tornare a correre, con un obiettivo ben fisso nella sua mente. Disputare e concludere la Parigi-Roubaix a vent’anni da quello storico successo (ultimo per l’Italia, che nel 1998 vinse con Ballerini davanti a Tafi), e tornare in gara su una bici a 13 anni da quel ritiro avvenuto nel 2005: la Roubaix è un chiodo fisso nella vita di Tafi, che qualche tempo fa ha dichiarato di ”avere il pezzo di pavé che danno al vincitore al posto del cuore” e ha chiamato le stanze del suo agriturismo coi nomi delle classiche vinte in carriera. Tafi spiega così (alla Gazzetta) il tarlo che gli è ronzato in testa, e che non lo abbandonerà finchè non riuscirà a togliersi questa soddisfazione: ”Ho corso la Roubaix 13 volte: ho vinto, sono arrivato secondo e anche terzo, e l’ho sempre finita. Ho un Master in pavé, e vorrei riabbracciare quella corsa: in 20 anni il ciclismo è cambiato tantissimo, e so che rifare la Parigi-Roubaix con le nuove soluzioni tecnologiche non sarebbe facile. Ma questa sfida è unica, e non posso tirarmi indietro”. 

CICLISMO: TAFI RIUSCIRÀ A REALIZZARE IL SOGNO-ROUBAIX? TRA SCETTICISMO GENERALE E PRECEDENTI

La sfida di Tafi è tutt’altro che facile o tracciata. Non sarà facile convincere un team a puntare tutto su un 52enne che (pur facendo 20mila km l’anno da amatore) non corre dal 2005, nonostante tutti i ritorni di sponsor e marketing che questo comporterebbe: lo stesso vincitore della Roubaix 1999 ne è consapevole, visto che l’hanno cercato ”solo team Continental dell’Italia e del Belgio”, e nessuna squadra World Tour. Il rischio potrebbe dunque essere quello di firmare un contratto one-shot con una squadra per la Roubaix, e poi ”bucare” l’invito alla corsa, rendendo tutto vano. E così Tafi ha un piano-B, quello di correrla tra gli amatori e assaporare comunque il sapore del suo pavé: qualora il sogno diventasse realtà, invece, ”il mio percorso e la gara verrebbero documentati via social, con tanto di immagini per realizzare un docu-film su questa impresa”.

Non sono mancate le voci scettiche sul tentativo di comeback di Tafi, classe ’66 e 52enne rampante. Su tutti, il professor Carù, stimato cardiologo che ha definito ”impossibile” per un 52enne sostenere uno sforzo come quello della Roubaix per una questione di fisico e affaticamento dei muscoli e del cuore. Un parere che non ha scoraggiato Andrea Tafi, che di contro ha un modello di longevità: Davide Rebellin sta correndo ancora a 47 anni e dopo il rientro dalla squalifica per doping (nel 2012), e quest’anno ha vinto una tappa del Giro d’Oran (Algeria) con la sua Sovac-Natura4Ever (team Continental con base in Algeria). Certamente Tafi avrebbe cinque anni in più da ”sopportare” e portare in bici, ma l’esempio del vecchio collega di Nazionale potrebbe dargli ulteriori stimoli in allenamento: la sua resta comunque una missione praticamente impossibile, a meno di clamorosi colpi di scena. Vi terremo aggiornati sulla ”lucida follia” del ciclista nato a Fucecchio, e sul suo pensiero stupendo: correre la Roubaix (ma con quali risultati?) a 52 anni lo farebbe sicuramente entrare nel Guinness dei Primati.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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