Dopo la vittoria di Miguel Angel Lopez sul durissimo Alto d’El Gamoniteiru, in una frazione che ha ulteriormente consolidato il primato di Primoz Roglic, la Vuelta affronta una frazione collinare: è sfida tra sette fuggitivi e il gruppo. Vince Cort NIelsen dalla fuga.

VUELTA, 19A TAPPA: CORT NIELSEN TROVA IL TRIS

Tappa da fughe, la 19a frazione della Vuelta, o da sprint a ranghi ridotti: ve l’avevamo anticipato ieri, a margine del pezzo sulla vittoria di Miguel Angel Lopez sull’Alto d’El Gamoniteiru, e ve lo ribadiamo oggi dopo una frazione emozionante. I 191.2 km da Tapia a Monforte de Lemos presentavano tre salite, tutte nella prima metà di tappa e tutte tra il 4 e il 5% di pendenza media. Parte subito una fuga a ranghi decisamente allargati: all’attacco Jay Vine (Alpecin), Gamper (Bora), Pelayo Sanchez e Okamika (Burgos), Amezqueta, Bagues e Lazkano (Caja Rural), Finé (Cofidis), Bagioli (Deceuninck), Craddock e Cort Nielsen (EF), Demare e Roux (FDJ), Kron (Lotto), Stannard (BikeExchange), Aru (Qhubeka), Simmons (Trek), Polanc e Rui Oliveira (UAE), Cherel e Touzé (Ag2r), Denz (DSM), Soto (Euskaltel) e Padun (Bahrain). Il gruppo non consente alla fuga di superare i due minuti, col grande lavoro della BikeExchange: si stacca in salita Demare nella fuga, cedono Jakobsen e altri sprinter nel plotone.

Non sono però le tre salite a fare la differenza, tra i fuggitivi, ma il lungo e ampio tratto ricco di saliscendi verso l’arrivo di Monforte de Lemos: Bagioli tenta un primo attacco, ma viene ripreso e nel mentre la DSM supporta la BikeExchange nell’inseguimento, perchè Dainese e Matthews sono gli unici sprinter rimasti in gruppo insieme a un affaticato Demare, riassorbito dalla fuga. L’azione decisiva la porta Quinn Simmons, con un’accelerazione delle sue su un “dentello”: lo statunitense viene seguito da Rui Oliveira, si riaccodano in seguito Bagioli, Kron, Craddock, Cort Nielsen e Roux. Superiorità numerica dunque per l’EF, che ha due uomini e il favorito nell’attacco: il gruppo recupera tutti gli altri fuggitivi e si porta a mezzo minuto intorno ai 15km dall’arrivo. Il finale sembra già scritto: ultima accelerazione e volata di gruppo, ma stavolta non ci sono formazioni organizzate come la Deceuninck-Quickstep a tirare, e per di più i sette fuggitivi fanno un lavoro enorme, non perdendo nulla nonostante le varie accelerazioni. Ai -2km il margine è ancora di 26”, e il gruppo si arrende, con l’EF a fare da stopper in testa. Si può dunque pensare alla volata tra i fuggitivi: Craddock tira lo sprint a Cort Nielsen, che vince con apparente facilità.

Terzo successo di tappa del danese, grande protagonista della Vuelta con Storer e Roglic: dopo Cullera e Cordoba, Monforte de Lemos parla danese. Cort Nielsen vince davanti a Rui Oliveira, Simmons, Bagioli, Roux e Kron: più staccato Craddock, che precede il gruppo, arrivato a 18” e regolato da Alberto Dainese. Nessuno scossone nella generale, o meglio, uno scossone c’è: una brutta caduta costringe al ritiro Meintjes, che saluta la Vuelta e la top-10. Primoz Roglic resta saldamente leader, e domani dovrà difendersi nell’ultimo arrivo in salita. I corridori affrontano 202.2km da Sanxenxo a Mos/Castro de Herville, con cinque salite: Alto de Vilachan (6km al 5.4%), Alto de Mabia (6km al 5.7%), Alto de Mougas (9.8km al 6.4%) e Alto de Prado (5.5km al 6.3%) non dovrebbero presentare particolari difficoltà per gli scalatori del gruppo. Non deve ingannare, invece, la salita finale con la sua pendenza media al 4.8%: il tratto mediano dell’ascesa è tra il 10 e il 16% per un paio di km, seguito da un falsopiano e da un ultimo km al 9.5% che potrebbe fare vittime illustri.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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