L’inchiesta che aveva coinvolto Filippo Magnini, il compagno di squadra Santucci e il discusso dottor Porcellini porta a pene pesanti: 4 anni di stop per Re Magno, che si era già ritirato. I dettagli.

foto Federnuoto/Andrea Masini/DBM

NUOTO: FILIPPO MAGNINI VIENE SQUALIFICATO PER 4 ANNI

L’inchiesta della Procura di Pesaro nei confronti di Filippo Magnini sembrava destinata a risolversi in una ”roboante” bolla di sapone. A livello penale tutto era stato archiviato, e il processo sportivo non sembrava poggiare su solide basi. Da un lato la richiesta di squalifica della Nado Italia, che aveva chiesto otto anni di squalifica per Re Magno, accusato di ”uso o tentato uso di sostanze dopanti” in violazione all’articolo 2.2 del codice Wada, dall’altro la dura reazione dell’ormai ex nuotatore: Magnini, che si è ritirato da mesi, ha subito bollato il processo come ”ridicolo” e ”insensato”, ed era sicuro dell’assoluzione. Anche perchè il caso sembrava debole: non ci sono prove di doping diretto da parte dell’ex campione del mondo dei 100sl, nè di acquisto diretto di sostanze dopanti, perchè stando alle intercettazioni e pedinamenti Porcellini avrebbe ordinato su Internet pasticche di ormone della crescita dalla Cina (per Magnini e Santucci), ricevendo però tubetti vuoti e venendo truffato. E così, di fatto tutto il caso era basato sul linguaggio cifrato di quelle intercettazioni, nelle quali si parla di ”funghi” da ritirare e si usano altre parole in codice per citare qualcosa che sembrerebbe lo scambio di sostanze dopanti.

Il procuratore della Nado Italia aveva chiesto di incriminare Magnini per somministrazione di sostanze dopanti e favoreggiamento, capi d’accusa che sono stati rigettati dal TNA, che ha mantenuto solo l’imputazione più grave, quella di consumo o tentato consumo di sostanze dopanti: da qualche anno, ormai, il tentato uso di doping viene punito come l’utilizzo effettivo, e le intercettazioni che coinvolgono Magnini riguardano conversazioni avvenute tra il 2015 e il 2016, e dunque ancora punibili. E infatti, è quello che è successo: proprio l’incriminazione per uso o tentato uso di doping ha inchiodato Filippo Magnini, che è stato squalificato per quattro anni (la richiesta era di otto anni di stop). Stessa pena anche per Santucci, mentre il dottor Porcellini è stato fermato per 30 anni: il medico è stato l’unico ad essere colpito anche dalla giustizia penale, con otto mesi di carcere per traffico di cocaina. E così, Re Magno viene squalificato nonostante sia un atleta ritirato da un anno: una brutta macchia sulla carriera di un atleta che è stato per anni un simbolo della lotta al doping, paladino del movimento ”I am doping free”. Magnini ha definito ”ridicola” la squalifica, annunciando il ricorso: ci sarà un Appello sempre al tribunale antidoping con nuovi elementi, e poi un eventuale terzo/ultimo grado al TAS di Losanna. Magnini verrà riabilitato, oppure la tesi dell’atleta che viene squalificato per ”presunto o tentato uso di doping” a carriera conclusa e dopo non essere mai risultato positivo verrà portata avanti? Lo scopriremo presto, e c’è un dato da considerare: la Procura Antidoping potrebbe anche chiedere di inasprire la pena, anche se difficilmente il TNA cambia idea in secondo grado.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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