Armin Zöggeler rappresenta per lo slittino quello che Michael Schumacher e Michael Jordan rappresentano per Formula 1 e basket. Si tratta dell’atleta simbolo del suo sport. Un fenomeno riconosciuto anche da chi una gara con la slitta non l’ha mai vista. Insomma, Zöggeler è una leggenda vivente della disciplina. E non solo…

I protagonisti del mondo dello sport sono molto diversi tra loro e diversa è anche l’importanza che hanno all’interno del movimento o della federazione alla quale appartengono. Tra i più importanti ci sono gli atleti che partecipano ai campionati continentali, mondiali e olimpici. Questi, a loro volta, si dividono in campioni (quelli che partecipano a competizioni di alto livello) e fuoriclasse (cioè coloro che portano a casa uno o più titoli). Dopo queste categorie, alle quali appartengono i cosiddetti “normali”, c’è quella dei fenomeni. I cannibali. Atleti straordinari che fanno incetta di titoli, che cannibalizzano appunto ogni singolo podio. Atleti che finiscono con l’essere associati allo sport che praticano, al punto che anche chi quella disciplina non la conosce appena sente nominare un dato nome, sa di cosa si sta parlando. Succede così per Alberto Tomba o Deborah Compagnoni nello sci, per Federica Pellegrini o Massimiliano Rosolino nel nuoto, per Valentina Vezzali ed Edoardo Mangiarotti nella scherma. Lo slittino mondiale, invece, è (e sarà ancora per molto) legato a un solo nome, quello di Armin Zöggeler.

Numeri da capogiro per il re dello slittino

Per farsi un’idea di quello che Armin Zöggeler è stato per questo sport, basta dare un’occhiata ai numeri da capogiro che raccontano una carriera senza eguali: sei medaglie olimpiche, sedici mondiali, addirittura diciotto europee alle quali vanno aggiunti i dieci trofei conquistati in Coppa del Mondo e ben diciassette medaglie vinte nei campionati nazionali, delle quali quindici d’oro. Un regno che il sei volte campione del mondo ha tenuto saldo nelle sue mani per ben venticinque anni: risale infatti al 1989-1990 la prima vittoria di livello internazionale, la Coppa del Mondo juniores.

Da quel momento, per il carabiniere nato a Merano il 4 gennaio del 1974 sarà un susseguirsi di vittorie che lo porteranno a essere l’unico atleta nella storia del Giochi a salire per sei volte sul podio nella medesima disciplina a livello individuale. Tra il 1994 e il 2014, infatti, Zöggeler ha conquistato una medaglia nello slittino alle Olimpiadi invernali.

Il re dello slittino per vent’anni: le Olimpiadi invernali dal 1994 al 2014

Sarebbe logico, arrivati a questo punto, partire dal primo alloro conquistato dall’atleta sudtirolese alle Olimpiadi e procedere in avanti fino ai giorni nostri. Invece è proprio dall’ultimo titolo olimpico che è giusto partire. E il perché è presto detto: Armin Zöggeler conquista a Sochi la sua ultima medaglia olimpica il 9 febbraio 2014, a quarant’anni già compiuti e a venti dalla sua prima gioia a cinque cerchi. Si tratta di un bronzo, proprio come nel 1994, anche se questa volta le cose sono un po’ diverse. Innanzitutto per gli avversari che si trova davanti. Come detto, infatti, Armin ha ormai superato i quarant’anni e si trova a gareggiare con ragazzini che potrebbero tranquillamente essere suoi figli: l’oro, in quella gara, è conquistato dal tedesco Felix Loch, nato nel 1989 quando Zöggeler, come sottolineato in precedenza, gareggiava già nel campionato juniores. Mentre il secondo degli italiani e sesto in classifica, Dominik Fischnaller, sarebbe venuto al mondo solamente il 20 febbraio del 1993, un anno prima della medaglia olimpiaca vinta da Armin in Norvegia.

Quell’ultima gara a Sochi, poi, assume un sapore ancora diverso alla luce di quelli che sono stati gli sviluppi che si sono avuti, sul fronte doping, negli anni successivi. Il secondo classificato, il padrone di casa Al’bert Demčenko, è stato squalificato il 22 dicembre del 2017 per aver violato le normative antidoping nel corso della manifestazione svoltasi a Sochi. Il CIO lo ha obbligato a restituire la propria medaglia.

Insomma, più ancora di quella prima medaglia conquistata a Lillehammer nel 1994 e del primo oro raggiunto a Salt Lake City (2002) e ancora più della vittoria conquistata in casa, a Torino, nel 2006, va ricordato quest’ultimo alloro. Conquistato a quarant’anni, che gli ha permesso di battere il record di vittorie alle Olimpiadi. Ma, soprattutto, che ha ricordato a tutti che i fenomeni non usano trucchi per trasformarsi in leggende.

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Federico Sanzovo
Neolaureato e aspirante giornalista, scrivo su carta dal 2008. Sono tra i fondatori di Azzurri di Gloria. Mi occupo di blogging, web writing e social media managing. Amo il web, ma il profumo della carta stampata...

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