Gli sport di precisione sono da sempre fonte preziosa di medaglie per l’Italia alle Olimpiadi. A Rio 2016, di 8 ori conquistati dagli azzurri in tutta l’Olimpiade, ben 4 sono arrivate da queste discipline.

Analizziamo il percorso dei nostri atleti nel tiro a segno, tiro a volo e tiro con l’arco.

TIRO A SEGNO

Niccolò Campriani con la medaglia al collo (fonte foto: Famiglia Cristiana)

Niccolò Campriani con la medaglia al collo (fonte foto: Famiglia Cristiana)

All’inizio del torneo, le aspettative italiane erano tutte sulle spalle di Petra Zublasing. La tiratrice altoatesina arrivava da stagioni eccellenti ed era tra le favorite per la conquista di medaglie, sia nella carabina ad aria da 10 metri, sia nella carabina 50 metri 3 posizioni. Purtroppo però, nella prima gara Petra non è riuscita nemmeno ad arrivare in finale mentre nella seconda si è dovuta accontentare di una amarissima medaglia di legno.

Ci ha pensato così il suo compagno Niccolò Campriani, reduce invece da annate deludenti, ad arricchire il medagliere azzurro grazie a due straordinari ori dalle medesime distanze. Per l’atleta fiorentino classe ’87 sono così 4 le medaglie olimpiche conquistate in carriera, di cui 3 del metallo più pregiato: è lui l’uomo dei nostri Giochi.

Voto del tiro a segno italiano: 9

TIRO A VOLO

Una squadra fortissima che ha ampiamente rispettato le attese, andando forse addirittura oltre.

I tiratori italiani in Brasile hanno fornito prove straordinarie in tutte e tre le specialità: trap, double trap e skeet.

La prima medaglia in ordine di tempo è arrivata grazie al sempreverde Giovanni “Johnny” Pellielo, alla sua quarta medaglia olimpica e terza d’argento, con il primo posto sfuggito solo allo shoot-off.

Altro argento è arrivato poi da Marco Innocenti nel double trap, che in finale ha pagato un improvviso e sfortunatissimo appannamento degli occhiali che gli ha fatto mancare due piattelli sul più bello.

Chiara Cainero (sinistra) e Diana Bacosi (destra) festeggiano sul podio olimpico (fonte foto: Nanopress)

Chiara Cainero (sinistra) e Diana Bacosi (destra) festeggiano sul podio olimpico (fonte foto: Nanopress)

Il capolavoro però è arrivato dallo skeet: il giovanissimo Gabriele Rossetti ha conquistato l’oro in una finale che non lo ha visto mancare nemmeno un bersaglio.

Sempre nello skeet, sul fronte femminile, leggendarie le nostre Diana Bacosi e Chiara Cainero, rispettivamente oro e argento al termine di una gara interamente a tinte tricolori. Sono loro il vero simbolo di un’Italia che rappresenta l’élite mondiale nel tiro a volo.

Voto del tiro a volo italiano: 10

 

TIRO CON L’ARCO

Mauro Nespoli in azione (fonte foto: profilo Facebook personale)

Mauro Nespoli in azione (fonte foto: profilo Facebook personale)

Il tiro con l’arco azzurro era reduce da un indimenticabile oro maschile a squadre a Londra 2012. I nostri ragazzi si sono ripresentati a Rio con l’intenzione di tornare sul podio ma purtroppo il loro cammino si è fermato ai quarti di finale contro la Cina. C’era Mauro Nespoli, uscito poi agli spareggi nei quarti di finale della gara individuale, c’era Marco Galiazzo, decisamente sottotono rispetto alle passate edizioni, e c’era anche David Pasqualucci, ventenne all’esordio assoluto ai Giochi. Nonostante la sua precoce eliminazione della gara individuale, il giovane arciere ha dimostrato di avere i colpi da fuoriclasse e il futuro è senza dubbio dalla sua parte.

Una freccia sfortunata ha invece condannato il trio femminile composto da Claudia Mandia, Lucilla Boari e Guendalina Sartori. In semifinale con la Russia, le azzurre erano avanti ma una sciagurato 3 tirato al momento decisivo ha impedito alle nostre di arrivare a giocarsi l’oro. Nella finale per il bronzo sono state poi superate dalle rivali di Taipei. La loro Olimpiade può comunque dirsi positiva e il futuro, anche in questo caso, è ampiamente dalla parte delle nostre giovani atlete.

Voto del tiro con l’arco italiano: 6,5

IL TIRO ITALIANO IN SINTESI

Nel complesso, il tiro è la disciplina nella quale ha ottenuto più soddisfazioni alle Olimpiadi di Rio 2016 e quindi il bilancio non può che essere più che positivo.

Un ulteriore conferma della bontà di questo movimento dal presente e dal futuro luminosi.

Luca Lovelli
Giornalista e conduttore televisivo. Fondatore e direttore responsabile di Azzurri di Gloria. Amo viaggiare, con la mente e con il corpo.

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