Un sardo DOC alla ricerca di un sogno.
Luigi Lodde, 3 volte campione del mondo e 3 volte europeo nel tiro a volo, specialità skeet, volerà a Rio 2016 per dare il massimo e, chissà, per portare a casa un risultato importante.
Il tiratore azzurro è stato convocato più tardi rispetto ai suoi compagni e sta cercando di rimettersi al passo con loro allenandosi moltissimo. Una squadra, quella del tiro a volo italiano, che ha sempre regalato grandi gioie al nostro medagliere in passato.
Sentite cosa ci ha detto Luigi Lodde nel corso della nostra intervista.
- Come sta procedendo il tuo avvicinamento a Rio?
- Procede bene, anche se fra alcune difficoltà, sono positivo. Ho avuto un problema fisico a una spalla che finalmente ho superato e adesso lavoro ogni istante per i due giorni delle Olimpiadi. Essendo stato convocato in maniera tardiva, punto a mettermi al passo con gli altri compagni che hanno improntato fin da subito la loro preparazione su un obiettivo preciso.
- Che obiettivo ti poni alle Olimpiadi? Punti a una medaglia?
- Se dovesse arrivare una medaglia, sarebbe per me il coronamento di tanti sacrifici e rinunce. Ma punto soprattutto a esprimermi al meglio, vorrei finire la competizione e poter dire: ho fatto la mia gara, ho dato tutto quello che avevo. In quel caso sono sicuro che sarei soddisfatto a prescindere dal piazzamento finale.
- Cosa ha significato per te l’Olimpiade di Londra?
- E’ stata un’esperienza fantastica e irripetibile, vissuta quasi come un bambino al parco giochi. Un ricordo indelebile che mi rimarrà dentro per sempre.
- Cosa ha significato per te rappresentare la Sardegna a Londra 2012?
- Essere un ambasciatore della Sardegna è per me un privilegio e un grande orgoglio che mi spinge a lottare ancora di più. Rappresentare la mia terra e la mia gente mi aiuta sempre, nelle gare e negli allenamenti.
- Com’è la vita dentro al villaggio olimpico?
- Direi affascinante: vivere fianco a fianco con persone che hai visto solo in tv o sui giornali e sentirti parte di un evento di questa portata fa bene al morale e ti fa realizzare quanto sei riuscito a ottenere nel tuo sport.
- In carriera hai vinto tanto. Qual è la vittoria che ricordi con più emozione?
- Sono sicuramente due: la Coppa del Mondo di Tucson in cui ho anche siglato il record del mondo e gli europei di Maribor in cui mi sono confermato campione europeo per la seconda volta. Due gare in cui ho percepito di essermi avvicinato alla perfezione sia per il risultato ottenuto, sia per la qualità tecnica con cui mi sono espresso.
- Quante ore ti alleni al giorno?
- Mi alleno dalle 4 alle 6 ore al giorno e a volte vorrei fare di più ma può diventare controproducente perché con la stanchezza si perde di precisione e lucidità. La mia fidanzata Maria in questo è determinante in quanto riesce a farmi ragionare e a farmi conservare le energie per i giorni seguenti. La ringrazio tanto per questo.
- Una domanda per i meno esperti: in cosa consiste la specialità dello skeet? Cosa la differenzia da altre?
- La principale differenza rispetto alle altre specialità (trap e double trap) è che nello skeet si sparano due piattelli: il pull, che parte da una cabina alta e il mark , che parte da una cabina bassa. La routine di 25 piattelli per serie prevede che si sparino sia singoli che doppi, con un solo colpo per bersaglio. Le pedane sono posizionate a semicerchio e anche se i bersagli sono sempre gli stessi, le angolazioni cambiano ogni volta. A differenza di trap e double trap in cui si chiama il piattello con il fucile imbracciato, nello skeet la posizione di attesa prevede che si stia con il fucile basso e con il calcio appoggiato sul fianco. In più, dal momento della chiamata, il piattello può uscire da zero a tre secondi, mentre nel trap e double trap lo sgancio è Vi invito comunque a venire a seguire gli Europei di tiro a volo che quest’anno si svolgeranno in Italia, nel magnifico impianto di Lonato del Garda!
- Ti vedi ancora a lungo nel tiro a volo?
- Sinceramente sì. Ho tanta voglia di mettermi in discussione e provare a migliorare ancora. Tuttavia mi rendo conto che gli anni aumentano e probabilmente dovrò modificarmi, sia tecnicamente che mentalmente. Ma chi mi conosce sa che sono abbastanza testardo da provare a migliorarmi sempre.
- Chi è Luigi Lodde al di fuori della vita sportiva?
- Una persona normalissima, amante della sua terra e della natura, che non perde un’occasione per stare all’ aperto. Sono un grande appassionato di basket (saluto i miei compagni della mia squadra 80 Basket) e di ogni sport in genere. Spesso analizzo le scelte e il profilo mentale di ogni atleta di qualsiasi livello: trovo sia utile confrontarmi con altri per migliorarmi e prendere spunto da loro.