In Fed Cup le ragazze di Tathiana Garbin hanno mantenuto la “Serie B”. Ma qual è la condizione del nostro tennis femminile in generale? Su chi potremo puntare? A chi saremo costretti a rinunciare a breve? Scopriamolo insieme.
L’abbraccio tra Tathiana Garbin e Sara Errani dopo la vittoria ottenuta contro Taiwan: l’Italia non retrocede in C (FONTE Ubitennis)
Partiamo dalle buone notizie: lo scorso weekend l’Italia di Tathiana Garbin ha evitato la debacle contro Taiwan (sconfitto per 3-0), mantenendo la “Serie B” in Fed Cup. Le azzurre sono state trascinate dalla sempreverde Sara Errani e dalla promettente Martina Trevisan. Adesso sotto con la dura realtà: con la sconfitta subita lo scorso febbraio a Forlì contro la Slovacchia, valsa di fatto la retrocessione nel secondo gruppo mondiale, il movimento italiano ha confermato il suo balbettate stato di salute. Su chi possiamo puntare, ma soprattutto a chi saremo costretti a rinunciare in tempi brevi? Proviamo a scoprirlo.
Su chi puntare: Errani e Giorgi, Trevisan e Paolini
La due giorni pugliese di Fed Cup ha confermato che il presente azzurro è pur sempre sulla racchetta di Sara Errani: la bolognese, che il 29 aprile festeggerà 30 anni, è prima di tutto la nostra àncora. Nel momento più difficile della nostra Nazionale ha sfoderato una grande prestazione, riscattandosi dopo il difficile inizio di stagione, costellato da guai fisici e discontinuità. Per una questione meramente anagrafica e tecnica il nostro ulteriore punto di riferimento dovrebbe essere Camila Giorgi (classe ’91), tuttavia il condizionale è d’obbligo: la marchigiana deve innanzitutto riabilitarsi agli occhi della Federazione dopo la vicenda legata al rifiuto della convocazione, e in secondo luogo deve soprattutto trovare continuità di risultati. Nel vuoto lasciato dalla Giorgi possono trovare spazio sia Martina Trevisan (classe ’93) che la ventunenne Jasmine Paolini: entrambe hanno esordito nel doppio al primo turno di Fed Cup a Forlì e hanno dato il proprio contributo nella due giorni pugliese. La Trevisan è tornata a sorridere: la bambina prodigio, originaria di Firenze, ha vissuto un’adolescenza tennistica a mille prima di incappare in quattro anni difficili (dal 2010 al 2014) a causa soprattutto degli infortuni. Attualmente è la 223esima del mondo, ma quanto visto a Barletta (dove ha vinto il singolare di apertura in rimonta, soffrendo) fa ben sperare per il futuro.
A chi dovremo rinunciare: Schiavone, Vinci e Knapp
La sola idea di dover rinunciare a Francesca Schiavone fa male, soprattutto in un momento in cui la 36enne milanese ha ritrovato la vittoria in un torneo (una decina di giorni fa si è aggiudicata il torneo di Bogotá). La vincitrice del Roland Garros 2010 sembra spesso ancora una ragazzina, salvo quei passaggi a vuoto in cui si palesano tutti i problemi di tenuta correlati all’età. Del resto è stata lei stessa ad annunciare il ritiro a fine stagione: non ci resta che prenderne atto. Non butta benissimo a Roberta Vinci, numero uno italiana: eliminata al primo turno degli Australian Open e soprattutto incapace di ottenere risultati nei primi quattro mesi del 2017. Tathiana Garbin ha deciso di non puntare su di lei in ottica azzurra: la tarantina ha appena due anni in meno della Schiavone e, in generale, sembra aver raggiunto l’apice della carriera con la finale giocata contro la Pennetta agli US Open 2015. Altro volto al quale di fatto ci stiamo abituando a rinunciare è la bolzanina Karin Knapp, la cui carriera è stata duramente frenata dagli infortuni (il suo best ranking risale all’agosto 2015, quando raggiunse la 33^ posizione).
Roberta Vinci sta vivendo un 2017 avaro di soddisfazione, nel quale ha perso anche la maglia azzurra
Fed Cup 2018: l’Italia di nuovo in “Serie A”?
Evitata la “Serie C”, l’Italia intanto potrebbe già ritrovare la massima Serie: infatti, se ad agosto la riforma della Fed Cup sarà confermata, le ragazze della Garbin potrebbero di fatto aver già riconquistato il primo gruppo mondiale a 16 nazioni. Bisogna pertanto farsi trovare pronte: a suon di Errani, Trevisan, Paolini e speriamo Giorgi.
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