Sincera, solare, determinata. Martina Grimaldi, medaglia di bronzo nella 10km alle Olimpiadi di Londra e un palmarès che vanta un oro mondiale nella 25km e 3 ori europei (due nella 10km e uno nella 25km), è tornata. Dopo un anno con molte difficoltà la nuotatrice bolognese è pronta per le prossime sfide e l’energia non le manca.
Prossimo impegno gli Europei di nuoto di fondo in Olanda, dal 10 al 14 luglio nel lago Hoorn, e ti vedremo impegnata nella 25km. Come ti senti?
“Sono sempre molto scaramantica sui risultati e sulla mia sensazione, dopo gli italiani però mi aspettavo la convocazione. Onestamente ne aspettavo anche un’altra. Vado però là da campionessa e c’è da difendere il titolo. Posso dire che io darò tutto come mio solito. Poi dopo gli italiani ho fatto dei lavori specifici in piscina sulla 25 km e faremo qualche prova in acqua prima delle gare. Ci aspettiamo temperature abbastanza basse, ma io amo l’acqua fredda e 21 gradi per me sono l’ideale”.
Agli assoluti di Omegna (Lago d’Orta) hai ottenuto un doppio argento nella 10km e nella 25km. Come hai vissuto le due gare?
“Devo dire che le ho vissute bene. Anche se ho fatto due errori che mi sono costati, magari non la vittoria, però di sicuro sarei arrivata con meno distacco. Poi sono stata contenta di tornare a gareggiare e a lottare dopo un anno difficile. Sono arrivata seconda anche alla 5km seconda, ma non vale per europei. Devo dire che mi spiace un po’ non poter fare la 10 km agli europei. Era già qualificata Rachele che fa le Olimpiadi, poi passa la prima di diritto e mancava il terzo posto da assegnare. Devo dire che mi sarei aspettatata una convocazione doppia, ma adesso hanno introdotto un nuovo sistema e che chi non ha vinto le gare (in questo caso la 10km e la 25km) poi non può fare la doppia gara. Con il mio allenatore abbiamo detto che così possiamo giocarci di piu nella 25km che ha un campo partenti più ridotto. Però resta un pochino di dispiacere perché i risultati sulla 10km li ho ottenuti”.
E proprio nella 10km hai vinto una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012. Quali sono i tuoi ricordi di quell’esperienza?
“Come Olimpiade avevo già vissuto Pechino, diciamo quindi che era un clima a cui ero preparata. La prima volta quando sei al villaggio olimpico e stai in mezzo a tutti gli altri atleti e puoi incontrare chiunque, anche quelli più famosi, ti sembra di essere in un parco giochi. Sembra tutto nuovo e da esplorare. Aver già fatto l’esperienza nel 2008 mi ha aiutata a non perdere la concentrazione della gara. Ero pronta a quello che poteva essere l’impatto dell’evento. Poi devo dire che in generale a Londra l’ho vissuta meglio, perché a Pechino eravamo in un’università, eravamo lontani dalla città e dovevamo andare avanti e indietro per gli allenamenti. Poi le gare le abbiamo fatte in un posto lontanissimo, siamo dovuti andare lì la sera prima e stare in un hotel che non era il massimo. Londra invece è stato molto diverso. Per il campo gara sapevo cosa aspettarmi perché ci avevo già gareggiato nel preolimpico nel 2011. Prima della gara ho dormito pochissimo. Ci voleva un po’ per arrivare ad Hyde Park e io avevo la gara che iniziava verso mezzogiorno, per arrivarci siamo partiti piuttosto presto perché dovevamo attraversare Londra e il traffico era assurdo. Io poi avevo questo incubo ricorrente che mi veniva da dormire prima della gara, come se di colpo mi venisse una stanchezza incredibile addosso. Alla fine dopo la gara ero ancora in giro all’una di notte con i numeri della gara sul braccio. Che poi adesso non usano più i pennarelli, ma come i tatuaggi per i bambini, tipo i trasferelli e più li tieni più è difficile riuscire a toglierli. Quella sera sono andata a dormire con mezzo braccio tatuato”.
Hai avuto la possibilità di testare il campo gara di Rio 2016, come ti è sembrato?
“Sono stata in Brasile per il collegiale a inizio anno. Nella spiaggia di Copacabana ci sono abbastanza correnti che sono da tenere d’occhio perché cambiano di giorno in giorno. La zona devo dire è un po’ più inquinata. Però noi abbiamo gareggiato in tutti i posti, ci sono sempre dei controlli delle acque prima delle gare e per le Olimpiadi ne faranno molti di più”.
In un articolo ho letto che dal 2008 al 2014 sei sempre salita sul podio in tutti gli eventi ufficiali a cui hai partecipato. Cosa accade in quei momenti, è più la pressione di dover continuare a vincere o le vittorie ti fanno sentire bene e ti spingono a dare di più e ottenere risultati?
“Direi che è un po’ l’insieme delle due cose. Quando vinci però si aspettano che continui a farlo, come se fosse quasi scontato. Nel 2010 ho fatto un mondiale a luglio e ho vinto la 10km, il giorno dopo nella 25km sono stata squalificata. Due settimane dopo agli europei sono arrivata nona nella 10km. Mi sono accorta che in quel caso mi ero messa più pressione io degli altri. Sapevo che non avrei dovuto, a volte però è difficile se qualcuno si aspetta un’intensità e un risultato da parte mia”.
Hai parlato che in futuro ti piacerebbe riprendere gli studi e la carriera in Polizia. Cosa vorresti fare?
“Ero iscritta a scienze statistiche, nel 2009-2010 ero riuscita a dare anche qualche esame, 8 in 2 anni. Poi nel 2011 ero sempre in giro, dovevo preparare la qualificazione mondiale e dopo quella ho avuto la chance di arrivare all’olimpiade. Allora ho chiesto di avere il congelamento dell’anno, ma non mi è stato dato. Devo invece ringraziare il Gruppo Sportivo Fiamme Oro, rimarrò in polizia e sono davvero contenta. Sicuramente vorrei fare carriera, ma iniziando da zero. Qualsiasi passo avanti sarebbe un traguardo”.
Hai mai pensato di allenare invece?
“Mi piacerebbe rimanere nell’ambiente, ma non so se vorrei proprio allenare. In quel caso la responsabilità è tua e solo tua. Sei tu che devi capire gli atleti, cosa non è andato bene e prenderti le colpe. Magari inizierei a fare una cosa più tranquilla, da istruttore. Poi si vedrà, iniziando forse con qualcuno accanto. Per esempio i miei allenamenti non possono andare bene per un velocista e avrei di sicuro bisogno di consigli”.
Ho visto che sei andata al concerto di Vasco a Roma, sei una fan? Ci diresti una canzone che pensi ti rappresenti?
“Mi piace molto Vasco, ma purtroppo non ero mai riuscita ad andare a un suo concerto fino all’anno scorso che l’ho visto in compagnia. Anche quest’anno eravamo un gruppo e ci siamo divertiti. Per la canzone direi che va molto a momenti e a occasione. Tra le mie preferite ci sono “Sally” e “Ogni volta”, però per quando gareggio magari ci vorrebbe qualcosa di più carico”.