Una medaglia conquistata alla fine della carriera vale di più, non c’è che dire. Quando ti trovi a gareggiare con ragazzi che hanno parecchi anni meno di te, riuscire a sconfiggere non solo loro ma anche le dure leggi della natura, regala una gioia diversa. Immensa. Quella gioia che Fabrizio Donato ha provato, sulla pedana del salto triplo di Londra, il 9 agosto 2012.
Fabrizio Donato ha partecipato cinque edizioni dei Giochi, tra il 2000 e il 2016 ma la sua prima, e unica, medaglia è arrivata a Londra. A quasi 36 anni.
Fabrizio Donato: la lunga strada per la gloria
All’edizione delle Olimpiadi di Sydney 2000, Donato (classe 1976) si dovette accontentare del 25° piazzamento: nonostante si fosse presentato con 16,62 metri di personale, in Australia l’atleta laziale non riesce ad andare oltre ai 16,34.
Lo stesso avvenne ad Atene, quattro anni più tardi: Fabrizio Donato si presentò in pedana con un personale stagionale di 16,69 metri, ma durante la gara olimpica non riuscì ad andare oltre i 16,45, chiudendo 21°.
Nel 2008, infine, ancora una volta, l’atleta delle Fiamme Gialle, che pure nel frattempo aveva trionfato in lungo e in largo e conquistato medaglie in ogni competizione, si ritrovò a dover scivolare in fondo alla classifica: di nuovo 21°, di nuovo con una prestazione al di sotto delle sue potenzialità.
Molti avrebbero gettato la spugna, ma Fabrizio Donato non lo fece. Ed ebbe ragione.
La rinvicita di Fabrizio Donato: arriva la medaglia olimpica
Alle Olimpiadi di Londra del 2012, Fabrizio Donato riuscì a qualificarsi per la finale con un ottimo 16,86 metri. In un salto, insomma, aveva già fatto meglio di quanto non gli fosse riuscito nelle edizioni precedenti.
La finale fu, invece, un crescendo di emozioni: al primo salto, l’azzurro toccò la sabbia a 17,38 metri, piazzandosi momentaneamente al primo posto. Infatti, gli statunitensi Christian Taylor (classe 1990) e Will Claye (classe 1991) fecero un salto nullo a testa, mentre al secondo posto il cubano Alexis Copello si dovette accontentare di un modesto 16,92. Nei salti successivi, Donato e i due americani se la giocarono alla pari, salto dopo salto. In questa corsa per le medaglie si inserì anche l’altro azzurro in gara, Daniele Greco che al secondo salto si trovò sbalzato al terzo posto.
La storia della gara, ovviamente, è nota: Christian Taylor saltò 17,81 al quarto salto, mentre Will Claye arrivò fino a 17,62 anche nel suo caso raggiunto al quarto salto. Nello stesso momento della gara, pure Donato registrò il suo straordinario 17,48 che gli valse la tanto inseguita medaglia olimpica.
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