PARIGI, dal nostro inviato
L’Italia vive una giornata da film: due medaglie in avvio, caos e delusioni nel pomeriggio, il primo oro in serata. Nicolò Martinenghi rasserena il cielo sopra Parigi, dopo una gara strepitosa nei 100 rana.
SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO: IL CAPOLAVORO DI CHATEAUROUX
Ci sono giornate che, semplicemente, devono andare così. Un avvio da sogno, un pomeriggio da incubo e l’urlo a pieni polmoni per il primo oro che arriva, inatteso, nella serata della Defense Arena. Stanley Kubrick e Alfred Hitchcock non avrebbero saputo realizzare un film migliore, rispetto a ciò che questo 28 luglio ha rappresentato per l’Italia sportiva. Tutto era iniziato nella mattinata, in una domenica di fine luglio che finalmente riportava a Parigi il sole dopo due giornate di puro e pieno autunno (con felpetta annessa, ndr). Ma in realtà, tutto era iniziato dallo shooting centre di Chateauroux, dove nell’inconsapevolezza di buona parte della popolazione del Bel Paese Federico Nilo Maldini e Paolo Monna stavano realizzando qualcosa di straordinario. Il tiro a segno ha inaugurato la giornata dell’Italia con due medaglie alle 9.30, dopo le ottime qualificazioni e una finale gestita per buona parte delle ostilità. Solo la rimonta del cinese Xie Yiu, arrivata a suon di dieci, ha tolto l’oro a Maldini: 240.9 punti a 240, con l’argento e bronzo per l’Italia. Monna infatti ha chiuso terzo, più distante, con 218.6 punti. Sembrava essere il preludio a una giornata trionfale, da 5-6 medaglie potenziali, invece ecco dipanarsi l’incubo pomeridiano.
SCONFITTE, POLEMICHE, DELUSIONI: SCHERMA E JUDO RESTANO A BOCCA ASCIUTTA. E LA BOXE ESPLODE
Nella giornata in cui tutta l’Italia si aspettava l’0ro dal fioretto femminile e sognava (non a bassa voce) di ripetere il tris di Londra 2012, infatti, si consuma un autentico psicodramma. Un’ecatombe inimmaginabile fino alle quattro di pomeriggio si abbatte infatti sulla scherma azzurra. Arianna Errigo e Martina Favaretto vengono eliminate nei quarti di finale, rispettivamente dalla statunitense Scruggs e dalla canadese Harvey, con la stessa dinamica: 15-14 e stoccata in extremis. Genera polemiche ciò che accade nel match della portabandiera azzurra: Errigo e la statunitense toccano quasi in contemporanea, ma l’attacco dell’azzurra sembra partire impercettibilmente prima. Ci sarebbe dunque una priorità a favore di Arianna, che aveva rimontato un ampio svantaggio ed esulta come se avesse vinto l’oro, ma viene gelata dal VAR: stoccata USA, Errigo out nei quarti. Si salva solo Alice Volpi che, però, crolla in semifinale contro la statunitense Kiefer (poi oro) col punteggio di 15-10 e affonda anche nella finalina: la canadese Harvey la travolge (15-12), è quarto posto. Meno polemiche, ma tanto rammarico, nella spada: dopo l’eliminazione di Santarelli e Di Veroli negli ottavi la speranza si chiama Vismara, ma quest’ultimo getta un ampio vantaggio (5-1 e 9-6) contro l’ungherese Andrasfi. La sua corsa si interrompe così ai quarti.
Non va meglio nel judo, dove ci si aspettava molto da Odette Giuffrida, campionessa mondiale e bi-medagliata olimpica (argento a Rio, bronzo a Tokyo) nella categoria 52kg. Chi sognava il tris, però, resta deluso e… infuriato. Le sconfitte nella semifinale e nella finalina per il bronzo, rispettivamente contro la kosovara Krasniqi (poi argento) e la brasiliana Pimenta, non arrivano infatti per una defaillance tecnica o una netta superiorità della rivale, ma per delle discutibili e contestate decisioni arbitrali. Sia nel penultimo atto che nella lotta per medaglia, infatti, Odette Giuffrida perde a tavolino: tre shido, tre ammonizioni forzate per il suo modo di combattere, e tanti saluti al podio. L’azzurra termina così quarta col supporto del pubblico (che fischia entrambi i rossi) e, in mixed zone, si sfoga in lacrime contro l’arbitro Babiuc. Tra le due c’è un lungo storico fatto di decisioni contestate ed eliminazioni immeritate eppure, nonostante questo, la giudice rumena è stata (inusualmente) designata sia per la semifinale che per la finalina. Una scelta che ha lasciato perplesso anche il presidente del CONI Giovanni Malagò: “Siamo persone competenti ed equilibrate, ma siamo rimasti perplessi di fronte alle decisioni arbitrali. La cosa che ci ha sorpreso è che lo stesso arbitro della semifinale che ha perso Giuffrida l’hanno rimandato per la finale del terzo posto. Un dato assolutamente anomalo, che credo che si commenti da solo. Onestamente dire che fa riflettere è dire poco”. Sfortunato e out negli ottavi, invece, Matteo Piras (-66kg).
Il pomeriggio da incubo si chiude con la contestata eliminazione di Aziz Abbes Mouhiidine, tra i favoriti nella categoria 92kg della boxe, dato per perdente ai punti in un match che aveva dominato. Una scelta inspiegabile, che viene contestata anche dal suo rivale e fortemente criticata dal presidente federale D’Ambrosi: “Vergognatevi. E’ uno scippo. Pensavamo che il Cio tutelasse i pugili ed evitasse le nefandezze del passato. L’incontro dominato da Abbes e perso con un verdetto sciagurato dimostra che niente è cambiato. Ciò mi induce a fare serie riflessioni sulla mia ulteriore permanenza in questo mondo che ho amato e che amo al di là delle misere posizioni di potere che qualcuno anela. Purtroppo gli sciacalli, anche quelli più anziani, approfitteranno di questa palese ingiustizia e fermeranno anche il cambiamento che a livello nazionale il pugilato lentamente stava subendo. Non so, quindi, se troverò la forza di ricandidarmi”. La boxe italiana, a suon di giudizi dubbi, ha perso pedine importanti: da Mouhiidine, a Sirine Charaabi, a Cavallaro. Ed oggi ha salutato la compagnia anche Giordana Sorrentino, eliminata dalla kazaka Kyzaibay nella cat. 50kg.
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