Una medaglia voluta, attesa e sognata da un movimento intero, che arriva per mano di chi aveva plasmato la generazione d’oro della pallavolo italiana. La 40a medaglia azzurra è uno splendido oro, che fa calare il sipario su un’edizione controversa.
OLIMPIADI PARIGI 2024, L’ULTIMO ORO DELL’ITALIA: IL CAPOLAVORO DEL VOLLEY E DI JULIO VELASCO
Non poteva che essere lui a consegnare il primo oro all’Italia del volley e chiudere la spedizione azzurra col 12° successo. Julio Velasco si è confermato uno dei migliori allenatori di sempre nella storia del volley, dando vita a una clamorosa impresa sportiva. Quando a fine anno era accorso al capezzale dell’Italvolley femminile, aveva trovato una squadra mentalmente a pezzi: i dissidi col ct Mazzanti, l’esclusione di Paola Egonu e una qualificazione olimpica che sembrava lontano. Pochi mesi dopo, ecco la vittoria nella Volleyball Nations’ League e il primo oro olimpico della pallavolo. Un capolavoro realizzato da un tecnico che, per l’approccio mentale, porta a scuola buona parte degli allenatori del mondo e di ogni disciplina. Velasco ha subito compreso che uno dei problemi da risolvere, nella nazionale italiana, era l’ansia da prestazione. Quante volte le azzurre avevano sbagliato sul più bello, quante volte si erano sciolte come neve al sole.
Ecco dunque nascere il mantra del “qui e ora”, che ha tolto dall’equazione quella problematica. L’Italia è stata così una macchina da guerra, perdendo un solo set in tutto il torneo e nel debutto contro la Repubblica Dominicana. Da allora è stato un soliloquio che ha portato Egonu, Sylla, Danesi e compagne fino alla finalissima contro gli Stati Uniti. Un match senza storia, vinto distruggendo le rivali: 25-18, 25-20, 25-17 con una grandissima pallavolo. L’Italia ha così chiuso i suoi Giochi a 40 medaglie, eguagliando Tokyo e superandola sia negli ori (12) che negli argenti (13). A completare il tutto 15 bronzi. Con una curiosità: i tre ori di Roncadelle (BS), patria di Anna Danesi oltre che di Giovanni De Gennaro (K1 slalom) e Alice Bellandi (judo).
LE ULTIME DELUSIONI: FLOP PENTATHLON, MALE PATERNOSTER
Nella giornata che ha consegnato lo strepitoso oro della maratona a Sifan Hassan, l’Italia ha visto sfumare almeno un’altra potenziale medaglia. Non parliamo dell’Omnium di Letizia Paternoster, veramente in gara solo nell’elimination race (6a) e 11a al traguardo finale (84pti) nella gara dominata da Jennifer Valente, bensì del pentathlon moderno. Elena Micheli e Alice Sotero venivano dal secondo e terzo posto in semifinale ed erano in lotta per le medaglie fino alla Laser Run. Micheli, in particolare, partiva quarta e avrebbe potuto approfittare dei numerosi errori al tiro delle rivali, ma è incappata a sua volta in una giornataccia. Così è nato il suo quinto posto con 1424 punti, nella gara dominata dall’ungherese Gulyas. Ancora peggio Alice Sotero che, dopo un avvicinamento da incubo per un serissimo problema agli occhi (che ha richiesto un trattamento sperimentale), ha chiuso in 13a posizione. Nessun’altra medaglia, dunque, per l’Italia nel giorno conclusivo. Restano 40 medaglie e venti quarti posti, con un’infinità di medaglie sfumate in un’Olimpiade che sarebbe potuta essere storica e da record sotto ogni aspetto: gli errori degli azzurri in alcuni casi e alcune decisioni controverse in altri, dal judo alla scherma alla pallanuoto, ci hanno consentito “solo” di eguagliare Tokyo.
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