Dal nostro inviato alle Olimpiadi Luca Lovelli
Una convincente Carolina Kostner porta nove punti alla causa azzurra nel programma corto femminile del Team event di pattinaggio di figura. Al termine della performance queste sono state le sue parole.
UN’OTTIMA PERFORMANCE DELL’AZZURRA
Nella seconda gara della notte di pattinaggio di figura a PyeongChang Carolina Kostner fa il suo dovere portandosi al secondo posto della gara con un punteggio totale di 75.10 di cui 36.96 di giudizio tecnico. L’azzurra esibitasi sulle note di Ne me quitte pas (versione di Celine Dion) ha permesso all’Italia di aggiungere nove punti e portarsi a 26 totali e quinto posto in classifica generale, a parimerito con il Giappone quarto e a soli 3 punti di distanza dagli Stati Uniti sul gradino più basso del podio.
Come ti sei trovata sul ghiaccio olimpico?
“Olimpico e coreano ma fatto da canadesi quindi fatto molto bene, scivola molto bene. Mi son trovata molto bene dal primo momento che ho messo i pattini su questo ghiaccio. Molto bello”
Pattinare al mattino così presto può essere un problema?
“Trovo che l’ora di pranzo non sia molto presto, è da più anni che io mi alleno al mattino presto, sono abbastanza mattiniera quindi per me non è stato un grande cambiamento.”
Hai deciso sul costume del libero quale usare?
“Lo vedrete domani visto che abbiamo l’onore di partecipare alla finale.”
Team event alla seconda edizione olimpica, più partecipazione e più atleti importanti rispetto a Sochi. Sta diventando più olimpico?
“Non ricordo esattamente ma non credo, credo che già quattro anni fa l’hanno preso molto sul serio. Forse è più l’abitudine rispetto a prima che era proprio la novità, come lo snowboard quando l’hanno introdotto.”
Cosa ti aspetti da quest’anno insieme, come lo vivi, cosa ti aspetti.
“Sento talmente tanta gratitutdine e gioia di essere qua, non mi aspetto niente a parte di avere l’opportunità di dare il meglio di me, di condivedere la mia passione, il mio amore per questo sport con tutto il mondo, di far parte di una squadra eccezionale, di rappresentare il mio paese con tanta gioia, con tanto onore, con tanta serenità”
Questa squadra eccezionale cosa può fare? Tu sei abituata al singolare, questo Team Event com’è anche per rompere il ghiaccio in vista della tua gara?
“Pattinare. Tu la vedi come una gara perché non c’è niente di diverso. Il programma corto, il programma libero, per me rappresentare una squadra in cui io credo fortemente, siamo molto affiatati, siamo diventati grandi amici in questi anni. Penso che ce lo meritiamo proprio di poter essere qui insieme e condividere la gioia per questo sport, per i sacrifici che abbiamo fatto”
Rispetto agli altri esordi alle olimpiadi, questa è la quarta, ti sei sentita diversa? Più emozionata o meno emozionata, più consapevole.
“Essendo in fasi della vita diversa le emozioni che provi non sono mai le stesse, come anche ad ogni gara che ti approcci lo stato d’animo è diverso. Quello che ti aiuta è l’esperienza e che comunque conosci già le dinamiche, il villaggio olimpico, la mensa, l’appartamento, la condivisione con la squadra, il riuscire anche ad incrociare atleti di sport diversi, di condividere l’esperienza. Una cosa veramente bella. Per il resto è una gara come tutte le altre gare e quindi la vivi a cuore aperto sapendo che dai il tuo meglio. É il meglio che possa fare.”
Due o tre anni fa pensavi che saresti stata qui? Hai dovuto lottare e quanta soddisfazione c’è adesso?
“Non l’ho mai dato per scontato.Sì ho dovuto lottare, c’è tantissima gioia”
Anche battere la canadese oggi ha un sapore particolare?
“Più che altro è proprio avere una buonissima sensazione nel ritmo, nei salti, anche se magari la prima combinazione non era ottimale in partenza. Comunque avere quella tranquillità dentro di te che io intanto la giro, poi quando atterro gestirò la cosa, di avere forse un po’ di quell’ironia di dire è perfetto. Sono sensazioni molto importanti che vanno oltre il risultato.”
Carolina, che effetto ti fa trovarti in mezzo a queste mini bambine giapponesi, coreane, russe, una volta la bambina eri tu a Torino 2006. Adesso tu sei la donna tra le bambine, lo senti, lo vivi questo confronto generazionale?
“Quello che nessuno sa è che anch’io sono ancora una bambina.”
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