Non c’è due senza tre.
Per Daigoro Timoncini le Olimpiadi di Rio saranno le terze della carriera. Il cammino di qualificazione non è stato facile ma l’atleta romagnolo, specializzato nella lotta greco-romana categoria 96kg, è riuscito nell’intento e volerà in Brasile per giocarsi le sue carte.
Daigoro, nel suo percorso sportivo, è stato affiancato da grandi campioni come Vincenzo “Pollicino” Maenza, uno dei suoi primi allenatori, e Andrea Minguzzi, medaglia d’oro a Pechino 2008.
Il lottatore azzurro ha raccontato la sua storia e le sue aspettative in vista di Rio alla nostra redazione durante una recente intervista. Ecco le sue parole:
- Come procede l’avvicinamento a Rio?
- Le qualificazioni sono finite e fisicamente sto bene. Sono tra i 13 qualificati a livello mondiale. Ci sono arrivato per l’ennesima volta e sono contento.
- Quali sono le tue aspettative?
- Era importante esserci. La qualificazione non era scontata. In altre categorie è rimasta fuori gente forte. L’Olimpiade è una gara di un giorno dove tutto può succedere. Ci sono 3 atleti che sono più forti rispetto agli altri. Bisogna evitarli ai primi turni e poi si vedrà..
- Questa sarà la tua terza Olimpiade. Come hai vissuto le precedenti, al di là dei risultati ottenuto?
- A Pechino ero soddisfatto. Ero andato con Andrea Minguzzi che poi è diventato campione. Più in là non potevo andare. A Londra mi aspettavo qualcosa in più ma mi sono fermato al primo turno, con un po’ di amaro in bocca. Ora comunque posso dire ancora la mia.
- Qual è stato il tuo miglior risultato in carriera?
- Sicuramente gli ultimi sono sempre i più belli. Ma il quinto posto in qualificazioni nel 2007 che mi ha permesso di qualificarmi alle Olimpiadi per la prima volta mi ha reso molto felice. Negli ultimi due anni mi sono rimesso in gioco e ho ottenuto risultati importanti. Ho fatto un percorso umano e non solo sportivo.
- Sei vicino di casa di un grande come Maenza…
- Vincenzo è stato uno dei primi allenatori da piccolino. Mi ha trasmesso il suo carattere. Nel tempo abbiamo preso percorsi diversi. Sono anche stato vicino a un campione olimpico come Andrea Minguzzi.
- È difficile approcciarsi a uno sport come la lotta in un paese che guarda solo calcio e poco altro?
- Secondo me non è difficile. Ci sono limiti che si possono superare. Un limite della nostra federazione è che ci sono poche strutture dove praticare. Questo è un limite grosso. Superato questo, poi ci si può avvicinare. Chi non ha fatto la lotta da piccolo con compagni o il padre nel letto? L’elemento del gioco è alla base di questo sport. Sta tutto nel trasportarlo in palestra!
- Frank Chamizo è il grande favorito nella sua categoria. Cosa pensi di lui?
- Frank è un fenomeno e ha l’età dalla sua parte. Ha dimostrato tutto. Arriva da campione europeo e mondiale in carica. Gli manca solo l’Olimpiade per completare l’opera e ha tutte le possibilità per farcela.
- Come ti vedi quando finirai la tua carriera?
- Le idee sono tante ma vediamo man mano cosa succede. Mi piacerebbe rimanere nell’ambiente sportivo sicuramente!
- Chi è Daigoro al di fuori della vita da atleta?
- Una persona che merita di essere scoperta! Lo sport mi ha dato tanto e mi ha costruito nella vita. Mi piace la mia libertà e la mia vita. Nel mio piccolo sono soddisfatto di tutto quello che ho!