La nostra intervista a Joel Retornaz, skip della nazionale italiana di curling protagonista alle Olimpiadi invernali di Torino 2006, quando questo sport era del tutto sconosciuto nel nostro paese.
L’ITALIA DEL CURLING RACCONTATA DA JOEL RETORNAZ
Tutto nasce alle Olimpiadi di Torino 2006. Joel Retornaz, studente classe 1983, disputa i suoi primi e finora unici Giochi Olimpici invernali con la nazionale italiana di curling. Una squadra formata interamente da dilettanti che arriva settima nello stupore generale, riuscendo a battere anche formazioni ben più quotate come Canada e Stati Uniti, che sarebbero poi andate a podio. Joel, che oggi vive e lavora a Lugano, ha rilasciato un’intervista nella quale ci ha parlato di quell’esperienza indimenticabile e della situazione attuale del curling italiano.
JOEL RETORNAZ: L’INTERVISTA ESCLUSIVA FIRMATA AZZURRI DI GLORIA
- Facciamo un passo indietro. Tutto iniziò alle Olimpiadi di Torino 2006…
- I ricordi delle Olimpiadi sono sempre bellissimi. Quell’edizione è stata speciale in quanto organizzata in Italia. Il 2006 fu l’anno della ribalta del curling, sport che ha ottenuto un successo mediatico non indifferente. Abbiamo ottenuto delle belle vittorie contro Canada e Stati Uniti che sono andate poi a podio. Il settimo posto finale è stato un po’ inaspettato però è stato un gran bell’evento e una grande soddisfazione. Abbiamo fatto conoscere agli italiani cos’era il curling.
- C’è qualcosa che ti ricordi in particolare legato alla preparazione di quelle Olimpiadi e poi anche qualcosa riguardo alla vita all’interno del villaggio olimpico?
- Per quanto riguarda la preparazione a me ha fatto specie una cosa che magari per molti è banale, ovvero le visite mediche al Coni a Roma, essendo noi amatori e non professionisti. Siamo stati quindi catapultati in un mondo professionistico noi che eravamo studenti, bancari e lavoratori comuni. Sul villaggio olimpico ci sono tanti aneddoti, come il bel gruppo che si crea tra gli atleti italiani, una vera e propria famiglia, o il poter mangiare insieme ad atleti di altre nazionalità o discipline.
- Un pizzico di delusione però è arrivata quando avete mancato la qualificazione alle due Olimpiadi successive…
- Da una parte sì, ma dall’altra bisogna anche essere realisti perché non eravamo professionisti e non li siamo tuttora, anche se qualcosa sta cambiando in questo senso. Abbiamo tutti una vita e un lavoro e ci alleniamo tempo permettendo. Le nazionali che partecipano alle Olimpiadi sono tutte più preparate di noi perché formate da atleti che lo fanno di professione.
- Come hai iniziato a praticare il curling e in che modo sei venuto a conoscenza di questo sport?
- Sono nato in Svizzera da padre svizzero e mamma italiana. A 4 anni mi sono trasferito a Cembra, in Trentino. Questo era l’unico comune nella regione in cui si praticava il curling. Ho avuto la fortuna di essere uno dei bambini delle scuole che provava questa attività che mi è piaciuta subito. Ho iniziato a 11 anni e nel giro di poco sono entrato nella nazionale juniores. Ho visto che era qualcosa che mi appassionava e non eravamo in molti a praticarlo. Con il talento e la voglia sono riuscito a rimanere nel giro e a conoscere anche livelli più alti per arrivare poi a giocare campionati europei, mondiali e un’Olimpiade.
- Per quanto riguarda le Olimpiadi di PyeongChang 2018 com’è la situazione? Sono ancora in corso le qualificazioni?
- Il discorso non è ancora chiuso nel senso che questa è la stagione fondamentale per noi. Lo scorso novembre abbiamo disputato un ottimo campionato europeo che ci ha garantito l’accesso ai mondiali di aprile a Edmonton, in Canada. I punti che prenderemo lì, se ottenessimo dei buoni risultati, ci consentirebbero di entrare in una classifica. Le 8 migliori vanno alle Olimpiadi direttamente, mentre le ultime 2 si giocherebbero un posto in un torneo preolimpico finale. Noi abbiamo ancora tutte le carte in regola per andarci e il destino è nelle nostre mani.
- Com’è strutturato il campionato italiano di curling?
- Il curling è praticato quasi interamente nell’arco alpino. Esistono un campionato di serie A e uno di serie B. Quello di serie A ha 8 squadre maschili ed è strutturato con un girone d’andata e uno di ritorno, un po’ come nel calcio. Le migliori 4 squadre vanno a giocarsi una fase finale assoluta. La stagione inizia a settembre e termina ad aprile.
- Ultima domanda: se un giovane volesse avvicinarsi a questo sport, quali sono i luoghi principali in Italia dove poter iniziare più facilmente?
- È una domanda difficile perché ho sempre paura di dimenticare qualcuno: iniziamo dal Trentino. La nostra società, il Trentino curling, gioca a Cembra, vicino a Trento. Si pratica anche in Piemonte a Torino e a Pinerolo, proprio nello stadio accanto a quella che è stata la sede di Torino 2006. Poi c’è Cortina d’Ampezzo in provincia di Belluno e Claut, in provincia di Pordenone. Sporadicamente, una volta a settimana, è possibile praticare curling anche a Sesto San Giovanni. È possibile farlo anche a Bormio. Per maggiori informazioni è meglio consultare il sito della federazione www.fisg.it oppure il sito italiano dedicato alla disciplina che è www.curlingitalia.it.
CURLING, CALENDARIO 2017: I MONDIALI DI EDMONTON
Il vero appuntamento da non perdere in questo 2017 sono i mondiali di curling che si disputeranno a Edmonton (Canada) dall’1 al 9 aprile. Ci sarà anche l’Italia, alla ricerca di punti utili per la qualificazione alle Olimpiadi invernali di PyeongChang 2018.