Atletica Paralimpica doping Caironi: il Tribunale antidoping accoglie la richiesta della Procura di un anno di sospensione, ma sconta la squalifica di 8 mesi.

Martina Caironi in gara

ATLETICA PARALIMPICA DOPING CAIRONI: PENA SOSPESA, MARTINA TORNA A GAREGGIARE

Martina Caironi, stella dell’atletica leggera paralimpica italiana, vincitrice di due ori a Londra 2012 e Rio 2016 e di cinque mondiali, è stata squalificata perché trovata positiva al clostebol, steroide anabolizzante proibito trovato nelle sue urine a seguito di un controllo antidoping a sorpresa avvenuto lo scorso 17 ottobre, poco prima dell’inizio dei Mondiali 2019.

L’atleta ha collaborato sin dall’inizio, ammettendo l’uso di una pomata, il Trofodermin, per curare un’infiammazione dovuta alla protesi dopo la prescrizione del medico federale Mauro Guicciardi.

Dopo la richiesta della Procura antidoping di un anno di sospensione, il Tribunale Nazionale Antidoping (Tna) di Roma ha emesso la sua sentenza: conferma dell’anno di squalifica, ma sconto di 8 su 12 mesi della pena.

Dal 9 marzo 2020, Martina Caironi potrà tornare a gareggiare come velocista e saltatrice in lungo e spera di partecipare alle Olimpiadi estive di Tokyo 2020.

È stata attestata, quindi, la violazione della normativa antidoping del Codice Wada, ma lo sconto di pena ha tenuto conto della non volontà di doparsi dell’atleta e della collaborazione della stessa.

Anche l’avvocato Giovanni Fontana sottolinea ancora una volta la buona fede dell’atleta, che ha utilizzato la pomata dopo la prescrizione del medico competente e solo a scopo terapeutico.

Il medico federale Mauro Guicciardi è a sua volta sotto inchiesta, avendo prescritto la crema a Martina Caironi senza accertarsi che fosse vietata: oltre all’eventuale squalifica, il dottore rischia il posto in Federazione.

Ora viene il difficile per Martina Caironi: la sua è una lotta contro il tempo per Tokyo 2020. Il periodo di riposo forzato ha ridotto drasticamente la muscolatura della gamba sinistra amputata, costringendola a dover modificare le protesi da gara.

Il problema di infiammazioni ai monconi, molto dolorose, negli atleti che utilizzano protesi è molto comune: dopo questo caso, la Wada e la Federazione Sport Paralimpici dovrebbero riflettere e rivedere i piani terapeutici autorizzati. Il Trofodermin, per esempio, è un unguento cicatrizzante da banco di farmacia molto efficace ma proibito anche in caso di patologia, e ha “incastrato” molti atleti.

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Giornalista, onnivora di cultura a 360º. Lavoro nel campo dei media, in particolare nel mondo dell'informazione e social. Lo sport è una delle mie tante passioni, coltivata sul campo, sui libri e sullo schermo.

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