Atletica Olimpiadi 50 km di marcia abolita: dopo i Giochi nipponici addio alla supergara. Si pensa a nuove distanze per la prova, più corte, e di utilizzare le solette elettroniche. Novità anche per la Diamond League.
ATLETICA OLIMPIADI 50 KM DI MARCIA ABOLITA: SI ACCORCERÀ E PREVEDRÀ LE SOLETTE ELETTRONICHE
Le novità legate al programma olimpico dell’atletica leggera non si fermano. Dopo la notizia della maratona aperta a tutti a Parigi 2024, è ufficiale la cancellazione della 50 km di marcia dopo Tokyo 2020.
La gara storica, presente a livello internazionale da quasi un secolo (da Los Angeles 1932), è stata eliminata dopo non pochi contrasti: la proposta è partita dalla commissione marcia presieduta da Maurizio Damilano e, nonostante l’opposizione di gran parte del movimento, è stata approvata dal Consiglio Iaaf.
La scioccante decisione è stata dettata dai tempi moderni: la marcia avrà, almeno nelle grandi manifestazioni internazionali, due gare maschili e due femminili, una 10 o 20 km e una 30 o 35 km. Prove più corte e più veloci che più si confanno alle esigenze televisive e di fruizione dell’evento soprattutto da parte dei giovani.
La distanza dei 50 km ha spesso riservato grandi gioie all’Italia: sono tre gli ori olimpici azzurri, ottenuti grazie a Pino Dordoni (Helsinki 1952), Abdon Pamich (Tokyo 1964) e Alex Schwazer (Pechino 2008); e uno mondiale con Ivano Brugnetti (Siviglia 1999).
Inoltre, a breve si proverà a introdurre le solette elettroniche, strumento che dovrebbe aiutare a rilevare in modo più preciso eventuali infrazioni durante la gara.
ATLETICA: RIFORMA PER LA DIAMOND LEAGUE E RUSSIA CHE RESTA SOSPESA
Anche la Diamond League cambierà con l’edizione 2020: i meeting saranno 12 più un’unica finale e dureranno 90 minuti, non più 120; le discipline saranno 24 e non 32, 12 maschili e 12 femminili, con corse non oltre i 3000m e l’apertura a gare su strada e in piazza, non solo in stadio.
Infine, l’ultima novità è più che altro una conferma: la Russia rimane sospesa a causa dello scandalo doping di Stato. Il norvegese Rune Andersen, che lavora sul caso, ha specificato che mancano ancora due condizioni per il reintegro: l’analisi degli ultimi dati ricevuti dal laboratorio di Mosca e il pagamento dei costi delle inchieste che proseguono da novembre 2015.
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