La nostra intervista a Mattia Furlani, bronzo nel salto in lungo a Parigi 2024.
La tua prima medaglia
È impressionante, veramente. Ci ho creduto fino alla fine e questo è il risultato. Veramente bisogna solo continuare così.
Il morso di Spider-Man. Hai fatto l’esultanza, non siamo riusciti a vederlo
No, non ho fatto l’esultanza perché ero talmente dentro la gara che infatti sono stato più tranquillo del solito, ma perché l’obiettivo era cercare appunto di dare il massimo di me stesso e ci sono riuscito.
Dal primo salto, 8.34 hai provato a mettere anche pressione
Certo, perché io veramente sono entrato fin da subito in feeling con l’area in corsa perché l’obiettivo era dare il massimo e quello appunto che ho sperato è che ci sono riuscito. Infatti c’è stata una bella consistenza di salti e sono veramente contento.
Hai abbracciato tua mamma, chi c’era qui della tua famiglia?
Tutti, tutti erano presenti, Luca, Erika, Stef, tutti e pure la mia ragazza Giulia. Sono stati credo attimi che rimarranno per sempre nei ricordi della nostra vita.
Quante lacrime hai versato durante la pista?
Fiumi, ma veramente, forse perché ancora non sto realizzando, ma no, non ho parole. Io sono fiero di tutto il lavoro che ho svolto e di quello che è stato.
Una continuità incredibile, medaglia mondiale indoor, medaglia europea, medaglia alle Olimpiadi. Come si spiegano questi tre, quattro mesi così al massimo? Che lavoro c’è dietro?
C’è tanto lavoro, ma sicuramente questo lavoro è anche grazie al mio team che mi sono creato per arrivare a una consistenza tecnica incredibile. Come ripeto, adesso lo scopo è cercare di stabilizzare, migliorare e stabilizzare fino a cercare appunto il mio prime e arrivare al massimo.
Il sesto salto l’hai fatto da medagliato, no? Perché lo svizzero non è riuscito a passarti. Cosa ti è passato in mente durante quella rincorsa?
Ero tentato di emozionarmi a quasi non saltare, ma ero consapevole che potevo ancora fare di più e cercare di appunto cacciare il salto più lungo possibile e ci ho provato ed è stato impressionante.
Hai parlato con Tentoglou, con Pinnock, gli hai detto vi vengo a prendere o qualcosa di simile?
Diciamo che c’è molto rispetto, soprattutto tra noi atleti di atletica, perché sappiamo tutto il lavoro che c’è dietro e quanta fatica c’è per raggiungere un risultato, quindi diciamo che lavoriamo talmente tanto per questo momento che non c’è manco bisogno di combattere tra di noi perché la vera guerra alla fine è con se stessi e cercare di migliorare tecnicamente, quindi diciamo che non ci siamo detti niente particolare che se sai non i complimenti.
La prima medaglia dell’atletica l’hai vinta tu, penso sia di buon auspicio…
Io me lo auguro perché tifo l’Italia, tifo tutti coloro che entrano in campo e rappresentano la nostra nazione, quindi mi auguro che riescano a raggiungere ciò che pure loro hanno dedicato in questi anni e tutti questi anni di sacrifici.
Seconda medaglia nel salto in lungo, 40 anni dopo Giovanni Evangelisti, cosa significa per te essere il secondo a prendere una medaglia dopo Evangelisti nel salto in lungo?
La medaglia olimpica è l’ambizione di ogni atleta quindi non averne vinte tante vuol dire che è un’impresa che in pochi si possono permettere, io sono contento in così poco tempo di raggiungere un obiettivo del genere e spero che sia l’inizio di un lungo percorso e bisogna solo lavorare così.
Adesso ci sono altri ragazzi come te che devono ancora gareggiare. Cosa gli consigli?
Beh soprattutto il consiglio più grande è di credere in se stessi e comunque di rendersi conto che tutti quegli anni svolti di lavoro per quel momento, di riservarli appunto per quel momento. Quindi sicuramente di prepararsi al meglio, di cercare di dare il massimo in pista come l’ho dato io oggi e sicuramente di crederci perché non costa nulla, non costa l’unico a sognare e non costa nulla appunto cercare di dare il massimo per ciò che sogniamo e lavoriamo per tutta la vita.
Cosa ti regali adesso una pizza, un tatuaggio? Cinque cerchi magari?
Cinque cerchi sicuro, non so dove ma lo farò e sicuramente mi regalerò un po’ di riposo perché credo che sia più che è dovuto.
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