Da Luca Lovelli, il nostro inviato alle Olimpiadi

Le dichiarazioni di Gianmarco Tamberi, oro azzurro nel salto in alto, al termine della premiazione a Tokyo 2020.

Fonte Foto: pagina Facebook CONI

Il momento più bello è stato sicuramente quando vi siete messi la medaglia l’uno con l’altro tu e Marcell, un momento importante

“È l’epilogo di quello che è successo ieri. Abbiamo condiviso questi anni e questa carriera, ieri abbiamo vinto insieme e volevamo sentirci mettere questa medaglia al collo e così è stato”.

Ci racconti degli episodi di questa amicizia duratura?

“Sicuramente nei momenti peggiori della nostra carriera, come i nostri infortuni, ci siamo sostenuti molto. Quando si è fatto male ho passato la notte nella sua camera a tranquillizzarlo, ho cercato di stargli vicino sapendo cosa avrebbe passato. Lui mi è stato vicino dopo il mio infortunio a Parigi, era la terza gara del 2017 mi ricordo che lui mi diede molta forza facendomi capire che dovevo lottare per me e per chi mi voleva bene, è un’amicizia vera”.

Durante la gara se fossi arrivato primo con qualcuno che non era Barshim avresti continuato?

“Sicuramente mi sarei fermato anche con Starc perché è un amico, altrimenti non l’avrei condiviso. Con altri sarei andato avanti nella gara”.

Hai idea di cosa farai adesso al termine della stagione oltre a recuperare il sonno perduto?

“In realtà non lo so. Il progetto iniziale era quello di fare altre gare, ma l’obbiettivo principale era vincere le Olimpiadi. L’idea di proseguire con altre gare c’era, tecnicamente sono migliorato molto e ieri sera ho capito molte cose”. 

Riesci già a guardare il futuro, magari Parigi?

“Parigi non è lontana, sono tre anni invece che quattro, ma ho rincominciato da poco a fare atletica di alto livello e preferisco non pormi troppi obbiettivi. Sicuramente il fatto che ci sia anche Roma 2024 in quell’anno è uno stimolo enorme. La cosa che più mi stimola in questo momento è pensare che mi manca solo una gara da vincere e poi c’è una pausa fino ai mondiali dell’anno prossimo, sicuramente un importante obbiettivo che può spronarmi”.

Tuo padre ha parlato di questo momento complicato fra voi, come è giusto che sia in questo momento di gare, avete voglia di continuare questo fronte a fronte?

“Insieme non abbiamo raggiunto solo un oro olimpico, ma una storia da record. Non so se ricordate quello che accadde a Yuri Chechi, cercare di vincere un oro olimpico e non riuscirci per un brutto infortunio, ma tornare dopo cinque anni e riuscire nell’impresa è una storia da raccontare e poi insegnare. Questa vicenda mi ha insegnato tanto a credere sempre nei miei sogni”.

C’è un sogno extra-atletico che vorresti realizzare?

“Ci dovrei pensare. Negli ultimi cinque anni non ho avuto modo di pensare a qualcosa di diverso da questo sogno, come ho sempre detto ho messo questa cosa davanti a tutto. L’unica cosa che ho cercato di non trascurare è stata Chiara, ho provato il più possibile a renderla sempre partecipe di tutta la mia vita. Tokyo 2020 è sempre stato al centro degli ultimi cinque anni, qualsiasi altra cosa che mi distogliesse anche leggermente da questo obbiettivo ho cercato di allontanarla, quindi dovrei concentrarmi per capire quali altri sogni realizzare”.

Se devi pensare al primo pranzo vero che farai fuori dalle Olimpiadi, cosa sceglieresti di mangiare?

“Non so cosa mangerò, ma anche da quel punto di vista è stato difficile perché ormai sono tanti anni che continuo a seguire una dieta importante per poter competere a questi livelli, e anche quest’anno sono arrivato in pedana con una forma perfetta. Vedo tanti miei avversari che dal punto di vista fisico e alimentare non curano così tanto questi dettagli e credo che questo possa fare la differenza. Ora inizia a essere difficile perché quando lo fai per uno o due anni riesci tranquillamente, ma inizia a essere difficile dopo sette anni che fai una dieta così pesante. Io in questo momento sono sotto di 11 kili dalla mia normale corporatura”.

Col pubblico sarebbe stata una festa ancora più completa?

“Per me il pubblico è l’essenza dello sport e grazie a Dio sono riuscito a portare il cuore delle persone che mi seguono da casa come i miei amici e la mia famiglia. Alla lunga questo tipo di situazione farà perdere tutta la magia dello sport se non torneremo ad essere in presenza, ovviamente con le dovute sicurezze. Negli ultimi due mesi abbiamo notato grandi differenze, come per esempio agli Europei di calcio dove si potevano vedere a volte stadi pieni senza mascherina e altre volte stadi dimezzati con le dovute distanze. Credo che bisogna trovare un compromesso, per un atleta è fondamentale avere il pubblico negli spalti e il giro d’onore a fine gara è stato abbastanza triste”.

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